TESTO:-
Dal Vangelo secondo Giovanni. (Gv 20,1-9)
Il primo giorno della settimana, Maria di Màgdala si recò al sepolcro di
mattino, quando era ancora buio, e vide che la pietra era stata tolta dal
sepolcro.
Corse allora e andò da Simon Pietro e dall'altro discepolo, quello che Gesù
amava, e disse loro: «Hanno portato via il Signore dal sepolcro e non sappiamo
dove l'hanno posto!».
Pietro allora uscì insieme all'altro discepolo e si recarono al sepolcro.
Correvano insieme tutti e due, ma l'altro discepolo corse più veloce di Pietro
e giunse per primo al sepolcro. Si chinò, vide i teli posati là, ma non entrò.
Giunse intanto anche Simon Pietro, che lo seguiva, ed entrò nel sepolcro e
osservò i teli posati là, e il sudario – che era stato sul suo capo – non
posato là con i teli, ma avvolto in un luogo a parte.
Allora entrò anche l'altro discepolo, che era giunto per primo al sepolcro, e
vide e credette. Infatti non avevano ancora compreso la Scrittura, che cioè
egli doveva risorgere dai morti. Parola del Signore.
***
Sequenza
Alla vittima pasquale,
s'innalzi oggi il sacrificio di lode.
L'Agnello ha redento il suo gregge,
l'Innocente ha riconciliato
noi peccatori col Padre.Morte e Vita si sono affrontate
in un prodigioso duello.
Il Signore della vita era morto;
ma ora, vivo, trionfa.«Raccontaci, Maria:
che hai visto sulla via?».
«La tomba del Cristo vivente,
la gloria del Cristo risorto,
e gli angeli suoi testimoni,
il sudario e le sue vesti.
Cristo, mia speranza, è risorto:
precede i suoi in Galilea».Sì, ne siamo certi:
Cristo è davvero risorto.
Tu, Re vittorioso,
abbi pietà di noi.
***
PASQUA DI RESURREZIONE IN VERSI E IN RIMA. Mt 28, 1-10; Mc 16,1-11; Lc 24, 1-12; Gv 20, 1-18
La corsa delle donne in quel giorno lontano…E'
quella che ancor oggi ti fa esser cristiano, perché è su quell'annuncio dato
con il fiatone che reggerà per sempre la nostra religione…
Sotto la croce, a voi, vi han visto tutti in faccia! Ma lo sapete o no che è a
noi che dan la caccia? Solo le vostre anime pensate siano meste? Ma se pedinan
voi cadran le nostre teste!
Calmati, e non essere così duro e impulsivo, lascia loro spiegare questo
improvviso arrivo; se son giunte a quest'ora, e son così eccitate…che cosa è
mai successo? Avanti, su, spiegate!
Parla tu , Maddalena, tu devi raccontare quello che abbiamo visto stamani
all'albeggiare; ma tutti voi tacete, sedetevi qui intorno…, non sarà più lo
stesso dopo codesto giorno.
Vedemmo il grande masso di lato, ribaltato! Le bende lì per terra, il sudario
ripiegato… Fratelli siate forti, tenetevi i ginocchi… Perché il sepolcro vuoto
han visto i nostri occhi!
E c'erano due Angeli Splendenti tra gli ulivi: - Non cercate tra i morti colui
che è tra i vivi! Lui aveva detto un giorno che era necessario morire, esser
sepolto avvolto nel sudario.
Capite adesso il nostro tanto eccitato arrivo? Che gioia dirvi che Gesù è
risorto! E' vivo! Ma un silenzio di gelo seguì queste parole, le donne si
sentiranno tremendamente sole… Poi la voce di Pietro infine sciolse i cuori:-
Voglio andare a vedere– e uscì subito fuori. Giovanni balzò in piedi, fu come
fulminato:
"Gesù! Ne ero sicuro!", e corse a perdifiato.
RIFLESSIONI
Che cos'è che fa correre l'apostolo Giovanni al sepolcro? Egli ha vissuto per
intero il dramma della Pasqua, essendo molto vicino al suo maestro. Ci sembra
perciò inammissibile un'affermazione del genere: "Non avevano infatti ancora
compreso la Scrittura". Eppure era proprio così: non meravigliamoci allora di
constatare l'ignoranza attuale, per molti versi simile. Il mondo di Dio, i
progetti di Dio sono così diversi che ancor oggi succede che anche chi è più
vicino a Dio non capisca e si stupisca degli avvenimenti.
"Vide e credette". Bastava un sepolcro vuoto perché tutto si risolvesse? Credo
che non fu così facile. Anche nel momento delle sofferenze più dure, Giovanni
rimane vicino al suo maestro. La ragione non comprende, ma l'amore aiuta il
cuore ad aprirsi e a vedere. È l'intuizione dell'amore che permette a Giovanni
di vedere e di credere prima di tutti gli altri. La gioia di Pasqua matura solo
sul terreno di un amore fedele. Un'amicizia che niente e nessuno potrebbe
spezzare. È possibile? Io credo che la vita ci abbia insegnato che soltanto Dio
può procurarci ciò. È la testimonianza che ci danno tutti i gulag dell'Europa
dell'Est e che riecheggia nella gioia pasquale alla fine del nostro millennio.
TESTO:-
Dal Vangelo secondo Matteo. (Mt 28,8-15)
In quel tempo, abbandonato in fretta il sepolcro con timore e gioia grande, le
donne corsero a dare l'annuncio ai suoi discepoli. Ed ecco, Gesù venne loro
incontro e disse: «Salute a voi!». Ed esse si avvicinarono, gli abbracciarono i
piedi e lo adorarono. Allora Gesù disse loro: «Non temete; andate ad annunciare
ai miei fratelli che vadano in Galilea: là mi vedranno».
Mentre esse erano in cammino, ecco, alcune guardie giunsero in città e
annunciarono ai capi dei sacerdoti tutto quanto era accaduto. Questi allora si
riunirono con gli anziani e, dopo essersi consultati, diedero una buona somma
di denaro ai soldati, dicendo: «Dite così: "I suoi discepoli sono venuti di
notte e l'hanno rubato, mentre noi dormivamo". E se mai la cosa venisse
all'orecchio del governatore, noi lo persuaderemo e vi libereremo da ogni
preoccupazione». Quelli presero il denaro e fecero secondo le istruzioni
ricevute. Così questo racconto si è divulgato fra i Giudei fino a oggi. Parola
del Signore.
RIFLESSIONI
In questo primo giorno della settimana che segue la grande festa, è la vita
quotidiana della fede che comincia. Una fede che non si accorda spontaneamente
alla vita passata. Perché, se quello che noi cantiamo e diciamo a Pasqua è
vero, è solamente quando il Cristo risuscitato fa sapere ai suoi che egli resta
con loro e per loro fino all'ultimo giorno che tutti gli uomini riscoprono il
significato della vita.
I fatti di Pasqua che gli evangelisti hanno vissuto e riassunto nella loro
narrazione sono una testimonianza. Testimonianza contestata nella loro epoca,
come oggi.
San Matteo parla di Maria di Magdala e dell'"altra Maria", che incontrano un
angelo al levarsi del giorno vicino alla tomba. Quando gli obbediscono e
lasciano la tomba, il Cristo risuscitato va ad incontrarle. Conferma egli
stesso la missione che li aspetta: "Andate ad annunziare ai miei fratelli che
vadano in Galilea e là mi vedranno".
Ed è anche presso la tomba vuota che si sviluppano la nuova opposizione - che
contesta la risurrezione - e il rifiuto di credere. Mentre le due donne sono in
cammino, le guardie si recano in città dai loro capi. Questi sanno che è
inutile sigillare e sorvegliare la tomba di Gesù, perché nessuna potenza
terrestre può resistere od opporsi all'opera di Dio. Pertanto, poiché non
possono accettare la verità della Pasqua, danno al mondo una "spiegazione".
Spiegazione che può trarre in inganno solo coloro che si rifiutano di
incontrare il Signore.
TESTO:-
Dal Vangelo secondo Giovanni. (Gv 20,11-18)
In quel tempo, Maria stava all'esterno, vicino al sepolcro, e piangeva. Mentre
piangeva, si chinò verso il sepolcro e vide due angeli in bianche vesti, seduti
l'uno dalla parte del capo e l'altro dei piedi, dove era stato posto il corpo
di Gesù. Ed essi le dissero: «Donna, perché piangi?». Rispose loro: «Hanno
portato via il mio Signore e non so dove l'hanno posto».
Detto questo, si voltò indietro e vide Gesù, in piedi; ma non sapeva che fosse
Gesù. Le disse Gesù: «Donna, perché piangi? Chi cerchi?». Ella, pensando che
fosse il custode del giardino, gli disse: «Signore, se l'hai portato via tu,
dimmi dove l'hai posto e io andrò a prenderlo». Gesù le disse: «Maria!». Ella
si voltò e gli disse in ebraico: «Rabbunì!» - che significa: «Maestro!». Gesù
le disse: «Non mi trattenere, perché non sono ancora salito al Padre; ma va'
dai miei fratelli e di' loro: "Salgo al Padre mio e Padre vostro, Dio mio e Dio
vostro"».
Maria di Màgdala andò ad annunciare ai discepoli: «Ho visto il Signore!» e ciò
che le aveva detto. Parola del Signore.
RIFLESSIONI
Maria Maddalena rappresenta, nella sede dei discepoli, il modello di colei che ha conosciuto la misericordia e la compassione del Signore Gesù. La sua splendida femminilità ha ricolmato di attenzioni la vita del maestro. Ora il suo è un dolore inconsolabile, e pensa di avere perduto anche la possibilità di abbracciare il corpo del suo amato Signore. Maria commette il più pericoloso degli errori: non riesce ad abbandonare il sepolcro, non riesce a farsi una ragione del suo lutto, è così triste dall'avere perso Dio da non accorgersi che egli è lì accanto a lei! Può succedere, nella nostra vita, di essere travolti da eventi inattesi, da enormi sofferenze, da delusioni cocenti. In quei momenti a prevalere è il senso di vuoto e la morte interiore. In quei momenti preghiamo Dio come se Dio non ci fosse. La fede viene come travolta e spenta dalla disperazione. Proprio in quel momento il Signore ci raggiunge e ci invita a uscire dal sepolcro. Non c'è che un modo per superare la tristezza: non amarla. Non c'è che un modo per abbandonare il dolore: non affezionarsi al dolore. Maria riconosce finalmente il risorto quando si sente chiamare per nome.
TESTO:-
Dal Vangelo secondo Luca. (Lc 24,13-35)
Ed ecco, in quello stesso giorno [il primo della settimana] due dei [discepoli]
erano in cammino per un villaggio di nome Èmmaus, distante circa undici
chilometri da Gerusalemme, e conversavano tra loro di tutto quello che era
accaduto. Mentre conversavano e discutevano insieme, Gesù in persona si
avvicinò e camminava con loro. Ma i loro occhi erano impediti a riconoscerlo.
Ed egli disse loro: «Che cosa sono questi discorsi che state facendo tra voi
lungo il cammino?». Si fermarono, col volto triste; uno di loro, di nome
Clèopa, gli rispose: «Solo tu sei forestiero a Gerusalemme! Non sai ciò che vi
è accaduto in questi giorni?». Domandò loro: «Che cosa?». Gli risposero: «Ciò
che riguarda Gesù, il Nazareno, che fu profeta potente in opere e in parole,
davanti a Dio e a tutto il popolo; come i capi dei sacerdoti e le nostre
autorità lo hanno consegnato per farlo condannare a morte e lo hanno
crocifisso. Noi speravamo che egli fosse colui che avrebbe liberato Israele;
con tutto ciò, sono passati tre giorni da quando queste cose sono accadute. Ma
alcune donne, delle nostre, ci hanno sconvolti; si sono recate al mattino alla
tomba e, non avendo trovato il suo corpo, sono venute a dirci di aver avuto
anche una visione di angeli, i quali affermano che egli è vivo. Alcuni dei
nostri sono andati alla tomba e hanno trovato come avevano detto le donne, ma
lui non l'hanno visto».
Disse loro: «Stolti e lenti di cuore a credere in tutto ciò che hanno detto i
profeti! Non bisognava che il Cristo patisse queste sofferenze per entrare
nella sua gloria?». E, cominciando da Mosè e da tutti i profeti, spiegò loro in
tutte le Scritture ciò che si riferiva a lui.
Quando furono vicini al villaggio dove erano diretti, egli fece come se dovesse
andare più lontano. Ma essi insistettero: «Resta con noi, perché si fa sera e
il giorno è ormai al tramonto». Egli entrò per rimanere con loro.
Quando fu a tavola con loro, prese il pane, recitò la benedizione, lo spezzò e
lo diede loro. Allora si aprirono loro gli occhi e lo riconobbero. Ma egli
sparì dalla loro vista. Ed essi dissero l'un l'altro: «Non ardeva forse in noi
il nostro cuore mentre egli conversava con noi lungo la via, quando ci spiegava
le Scritture?».
Partirono senza indugio e fecero ritorno a Gerusalemme, dove trovarono riuniti
gli Undici e gli altri che erano con loro, i quali dicevano: «Davvero il
Signore è risorto ed è apparso a Simone!». Ed essi narravano ciò che era
accaduto lungo la via e come l'avevano riconosciuto nello spezzare il pane.
Parola del Signore.
RIFLESSIONI
Partirono senza indugio
Gesù è il vero Maestro nel dialogo. Lui sa di quale parola servirsi per entrare
in un cuore e installare in esso la sua verità. Il dialogo per lui però non
consiste solo in parole, ma anche in gesti e segni sempre appropriati e dati al
momento giusto. Lui sa anche quale domanda suscitare perché partendo da essa
lui possa dare la giusta risposta. Si comprende che questa modalità perfetta di
dialogo è possibile solo per chi possiede in pienezza lo Spirito Santo nei suoi
sette doni di sapienza, conoscenza o scienza, intelletto, consiglio, fortezza,
pietà, timore del Signore. Senza lo Spirito Santo, che è la comunione tra il
cuore di chi parla e il cuore di chi ascolta, nessun vero dialogo potrà mai
compiere e ognuno parla solo a se stesso. Ognuno si parla e si risponde. Sulla
via di Emmaus Gesù trasforma due uomini senza speranza, delusi e sconfortati,
in missionari della sua risurrezione. A Gerusalemme Gesù era risuscitato dal
sepolcro. Sulla via verso Emmaus Gesù risuscita nel cuore di questi due suoi
discepoli.
Il fine del dialogo del cristiano è uno solo: risuscitare nel cuore dell'uomo il
vero Dio, il vero Cristo, il vero Spirito Santo, la vera Chiesa, la vera
grazia, il vero ministero, i veri sacramenti. Consolidare o impiantare la
falsità nel cuore di colui con il quale si dialoga è gravemente dannoso. Se
prima vi era un qualche dubbio circa la verità, un falso dialogo rafforza la
falsità del cuore e della mente. Perché il dialogo sia veramente efficace, chi
parla deve essere in possesso della sua verità e in essa non avere alcun dubbio
o perplessità. Se un ministro di Cristo Signore non sa neanche qual è la
volontà di Dio sulla sua vita, tutti i suoi dialoghi saranno con il tarlo della
falsità, dell'ambiguità, della mancanza di verità. Gesù sa chi Lui è. Deve
portare la sua verità nel cuore dei due discepoli. Messa la verità nel loro cuore,
essi subito vanno ad annunziare a quanti erano rimasti delusi come loro, che
Gesù è risorto e che in Lui si deve continuare a credere e a sperare. Chi da
Gesù è aiutato risorgendo nel suo cuore, deve aiutare per obbligo di amore ogni
altro uomo, perché anche in lui Gesù risusciti e viva.
Vergine Maria, Madre della Redenzione, Angeli, Santi, risuscitate Gesù in ogni
cuore.
TESTO:-
Dal Vangelo secondo Luca. (Lc 24,35-48)
In quel tempo, [i due discepoli che erano ritornati da Èmmaus] narravano ciò
che era accaduto lungo la via e come l'avevano riconosciuto nello spezzare il
pane.
Mentre essi parlavano di queste cose, Gesù in persona stette in mezzo a loro e
disse: «Pace a voi!». Sconvolti e pieni di paura, credevano di vedere un
fantasma. Ma egli disse loro: «Perché siete turbati, e perché sorgono dubbi nel
vostro cuore? Guardate le mie mani e i miei piedi: sono proprio io! Toccatemi e
guardate; un fantasma non ha carne e ossa, come vedete che io ho». Dicendo
questo, mostrò loro le mani e i piedi.
Ma poiché per la gioia non credevano ancora ed erano pieni di stupore, disse:
«Avete qui qualche cosa da mangiare?». Gli offrirono una porzione di pesce
arrostito; egli lo prese e lo mangiò davanti a loro.
Poi disse: «Sono queste le parole che io vi dissi quando ero ancora con voi:
bisogna che si compiano tutte le cose scritte su di me nella legge di Mosè, nei
Profeti e nei Salmi». Allora aprì loro la mente per comprendere le Scritture e
disse loro: «Così sta scritto: il Cristo patirà e risorgerà dai morti il terzo
giorno, e nel suo nome saranno predicati a tutti i popoli la conversione e il
perdono dei peccati, cominciando da Gerusalemme. Di questo voi siete
testimoni». Parola del Signore.
RIFLESSIONI
C'è un aspetto di non poco conto che si sta radicalizzando nella Chiesa e di
cui pochissimo si parla, anzi, si fa di tutto per insabbiare la fine della
missione propria della Chiesa che è quella di predicare al mondo intero la
salvezza in Gesù Cristo.
"Nel suo Nome saranno predicati a tutti i popoli la conversione e il perdono
dei peccati, cominciando da Gerusalemme".
Questo lo ha detto Gesù dopo la Risurrezione, non fa parte di alcun insegnamento
voluto nei secoli dalla Chiesa, ma Essa è chiamata da duemila anni a predicare
a tutti i non cristiani che la salvezza si trova solo nel Signore Gesù.
Da alcuni decenni molti vescovi sono impegnati nella ricerca del dialogo
interreligioso con le altre Religioni o dottrine filosofiche o addirittura con
riti esoterici spacciati per religione. Hanno concentrato tutte le loro energie
esclusivamente in questa direzione o, se vogliamo chiamarlo con il suo corretto
nome, piano relativistico.
Il relativismo è una posizione filosofica che nega l'esistenza di verità
assolute, o mette criticamente in discussione la possibilità di giungere a una
loro definizione assoluta e definitiva.
All'interno della Chiesa c'è una componente che cerca a tutti i costi il
dialogo con i non cristiani per mettere sullo stesso livello Cristianesimo,
Ebraismo, Islamismo, e oltre 70 religioni mondiali che si dichiarano tali ma
c'è chi adora la mucca, chi il sole, altri le stelle, forse anche satana.
Noi siamo pieni di amore e amicizia con tutti loro, non condanniamo e
rispettiamo tutti, ma il Cristianesimo è tutt'altro, solo in Esso è avvenuta la
piena rivelazione di Dio e il nostro Dio è Trinità, mentre per gli ebrei e i
musulmani è uno solo, quindi c'è una inconciliabilità totale.
Noi siamo assolutamente sicuri della Divinità di Gesù Cristo, ma per altri, non
è affatto vero e subdolamente ci attaccano e guerreggiano e in moltissime
Nazioni. I cristiani continuano ad essere uccisi nel mondo e nessuno alza la
voce, la Chiesa non viene difesa come invece occorre fare ogni giorno!
Nel Cristianesimo Dio si è reso visibile e ha portato nel mondo la dottrina
dell'amore, del perdono, della misericordia.
«"Sono queste le parole che Io vi dissi quando ero ancora con voi: bisogna che
si compiano tutte le cose scritte su di me nella Legge di Mosè, nei Profeti e
nei Salmi". Allora aprì loro la mente per comprendere le Scritture e disse
loro: "Così sta scritto: il Cristo patirà e risorgerà dai morti il terzo
giorno"».
Tutto questo si è realizzato pienamente, i non cristiani se cercano
sinceramente la verità, trovano nell'Antico Testamento tantissime profezie che
si sono realizzate in Gesù Cristo. Questa è la prova maggiore della sua
identità e della Verità presente esclusivamente nella sola Religione fondata da
Lui: il Cristianesimo.
Dobbiamo conoscere bene la nostra dottrina per saper parlare, anche con parole
semplici, della Persona Divina di Gesù, e Lui ha fiducia in noi da quello che
noi facciamo per Lui. Se non Lo difendiamo e non parliamo di Lui ai familiari,
ai peccatori e a chi non Lo conosce, non possiamo pretendere dal Signore le sue
Grazie né considerarci suoi amici fidati.
Gesù vuole stabilire un dialogo amoroso principalmente con ogni cristiano,
anche con i peccatori ma si devono convertire. Preghiamo!
TESTO:-
Dal Vangelo secondo Giovanni. (Gv 21,1-14)
In quel tempo, Gesù si manifestò di nuovo ai discepoli sul mare di Tiberìade. E
si manifestò così: si trovavano insieme Simon Pietro, Tommaso detto Dìdimo,
Natanaèle di Cana di Galilea, i figli di Zebedèo e altri due discepoli. Disse
loro Simon Pietro: «Io vado a pescare». Gli dissero: «Veniamo anche noi con
te». Allora uscirono e salirono sulla barca; ma quella notte non presero nulla.
Quando già era l'alba, Gesù stette sulla riva, ma i discepoli non si erano
accorti che era Gesù. Gesù disse loro: «Figlioli, non avete nulla da
mangiare?». Gli risposero: «No». Allora egli disse loro: «Gettate la rete dalla
parte destra della barca e troverete». La gettarono e non riuscivano più a
tirarla su per la grande quantità di pesci. Allora quel discepolo che Gesù
amava disse a Pietro: «È il Signore!». Simon Pietro, appena udì che era il
Signore, si strinse la veste attorno ai fianchi, perché era svestito, e si
gettò in mare. Gli altri discepoli invece vennero con la barca, trascinando la
rete piena di pesci: non erano infatti lontani da terra se non un centinaio di
metri.
Appena scesi a terra, videro un fuoco di brace con del pesce sopra, e del pane.
Disse loro Gesù: «Portate un po' del pesce che avete preso ora». Allora Simon
Pietro salì nella barca e trasse a terra la rete piena di centocinquantatré
grossi pesci. E benché fossero tanti, la rete non si spezzò. Gesù disse loro:
«Venite a mangiare». E nessuno dei discepoli osava domandargli: «Chi sei?»,
perché sapevano bene che era il Signore. Gesù si avvicinò, prese il pane e lo
diede loro, e così pure il pesce. Era la terza volta che Gesù si manifestava ai
discepoli, dopo essere risorto dai morti. Parola del Signore.
RIFLESSIONI
Il Vangelo di san Giovanni termina con la descrizione di un incontro ricco di
simboli: Pietro e altri sei discepoli sono sulle rive del lago di Tiberiade. Là
dove si trovavano prima che Gesù li chiamasse per seguirlo e diventare
pescatori di uomini. Pietro decide: "Io vado a pescare" - ma senza pensare agli
uomini. Gli altri si uniscono a lui.
Nella notte - propizia ai pescatori - vanno sul lago. La mattina, rientrano con
le reti vuote. E, sulla riva, qualcuno domanda loro un po' di pesce.
Ma non hanno pescato nulla, niente per loro stessi, niente che possano
dividere. Fidandosi di una sua parola - che non hanno riconosciuto - gettano le
loro reti e pescano molti pesci (anche se il mattino non è il momento migliore
per la pesca). Allora il cuore del discepolo che Gesù amava si apre. "È il
Signore!", esclama. In modo conforme alla sua posizione nella comunità,
Giovanni è il primo a riconoscere Gesù; e Pietro è il primo a raggiungerlo. Gli
altri seguono con la barca e le reti, piene di centocinquantatrè grossi pesci,
una quantità inaudita.
L'incontro sulla riva è colmo di una strana paura. Nessuno osa domandare: "Chi
sei?". Essi lo sanno, ma tuttavia provano un'impressione di estraneità e di
cambiamento. Questa volta, Gesù non mangia. Prende il pane e i pesci. Li dà a
loro ed essi li prendono dalle sue mani: il pane e la vita.
TESTO:-
Dal Vangelo secondo Marco. (Mc 16,9-15)
Risorto al mattino, il primo giorno dopo il sabato, Gesù apparve prima a Maria
di Màgdala, dalla quale aveva scacciato sette demòni. Questa andò ad
annunciarlo a quanti erano stati con lui ed erano in lutto e in pianto. Ma
essi, udito che era vivo e che era stato visto da lei, non credettero.
Dopo questo, apparve sotto altro aspetto a due di loro, mentre erano in cammino
verso la campagna. Anch'essi ritornarono ad annunciarlo agli altri; ma non
credettero neppure a loro.
Alla fine apparve anche agli Undici, mentre erano a tavola, e li rimproverò per
la loro incredulità e durezza di cuore, perché non avevano creduto a quelli che
lo avevano visto risorto. E disse loro: «Andate in tutto il mondo e proclamate
il Vangelo a ogni creatura». Parola del Signore.
RIFLESSIONI
Il Vangelo di san Marco termina con una catechesi sulla fiducia che meritano
gli undici apostoli, la cui testimonianza è il fondamento della fede della
Chiesa: Gesù stesso li ha chiamati per andare dalla Galilea a Gerusalemme.
Dopo il Venerdì santo, delusi e senza speranza, restano in città. Maria di
Magdala che - secondo questo racconto, che fa fede - è stata la prima alla
quale il Signore è apparso, spiega loro di che cosa l'ha incaricata il Cristo
risuscitato. I due discepoli che il Signore accompagna lungo il cammino verso
Emmaus rientrano a Gerusalemme. Tuttavia, essi non li ascoltano, né credono
loro. Né la testimonianza della donna, né quella dei due discepoli fa uscire
gli apostoli dalla loro afflizione e dai loro lamenti.
È soltanto quando Gesù stesso è vicino a loro e rimprovera loro la mancanza di
fiducia nella parola dei suoi testimoni, che i loro cuori e i loro occhi si
aprono.
Vedendolo, capiscono che il vangelo di Dio che Gesù aveva predicato, e che
diventa la loro missione, ha un avvenire senza fine. Capiscono che la loro
missione comprende "il mondo intero" e "la creazione intera", tutta la comunità
dei viventi.