TESTO:-
Dal Vangelo secondo Marco. (Mc 13,33-37)
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Fate attenzione, vegliate, perché non sapete quando è il momento. È come un
uomo, che è partito dopo aver lasciato la propria casa e dato il potere ai suoi
servi, a ciascuno il suo compito, e ha ordinato al portiere di vegliare.
Vegliate dunque: voi non sapete quando il padrone di casa ritornerà, se alla
sera o a mezzanotte o al canto del gallo o al mattino; fate in modo che,
giungendo all'improvviso, non vi trovi addormentati.
Quello che dico a voi, lo dico a tutti: vegliate!». Parola del Signore.
RIFLESSIONI
L'anno B del ciclo triennale delle letture è l'anno di Marco. Eppure non si
comincia dal paragrafo iniziale del suo Vangelo, che sarà oggetto di lettura
nella settimana prossima: si parte dal punto in cui terminerà la penultima
settimana dell'anno, con l'annuncio del ritorno di Cristo: "Allora vedranno il
Figlio dell'uomo venire sulle nubi con grande potenza e gloria".
A prima vista, ciò può sembrare strano ed illogico. Invece, nella liturgia, c'è
un'estrema sottigliezza nell'effettuare il cambiamento di tono: la nostra
attenzione, che nelle ultime settimane era centrata sul giudizio e sulla fine
del mondo, si sposta ora sul modo di accogliere Cristo: non con paura, ma con
impazienza, proprio come un servo che attende il ritorno del padrone (Mc
13,35).
In quanto preparazione al Natale, l'Avvento deve essere un tempo di attesa
nella gioia. San Paolo interpreta il nostro periodo d'attesa come un tempo in
cui dobbiamo testimoniare Cristo: "Nessun dono di grazia più vi manca, mentre
aspettate la manifestazione del Signore nostro Gesù Cristo" (1Cor 1,7).
TESTO:-
Dal Vangelo secondo Matteo. (Mt 8,5-11)
In quel tempo, entrato Gesù in Cafàrnao, gli venne incontro un centurione che
lo scongiurava e diceva: «Signore, il mio servo è in casa, a letto, paralizzato
e soffre terribilmente». Gli disse: «Verrò e lo guarirò».
Ma il centurione rispose: «Signore, io non sono degno che tu entri sotto il mio
tetto, ma di' soltanto una parola e il mio servo sarà guarito. Pur essendo
anch'io un subalterno, ho dei soldati sotto di me e dico a uno: "Va'!", ed egli
va; e a un altro: "Vieni!", ed egli viene; e al mio servo: "Fa' questo!", ed
egli lo fa».
Ascoltandolo, Gesù si meravigliò e disse a quelli che lo seguivano: «In verità
io vi dico, in Israele non ho trovato nessuno con una fede così grande! Ora io
vi dico che molti verranno dall'oriente e dall'occidente e siederanno a mensa
con Abramo, Isacco e Giacobbe nel regno dei cieli». Parola del Signore.
RIFLESSIONI
Colui che sta per venire non deluderà la nostra attesa. La storia del
centurione romano ci assicura in proposito. Colui che viene è un "salvatore":
questo significa il suo nome "Gesù"; questa è la ragione della sua venuta fra
noi, della sua Incarnazione.
Il centurione non ha chiesto esplicitamente la guarigione del suo servo. Si è
limitato ad un appello disperato e, insieme, confidente. Gesù non può restare
insensibile. Subito gli comunica la sua decisione: "Io verrò e lo curerò".
Allora il centurione mostra un bel senso di rispetto, cosciente della sua
indegnità: "Signore, io non son degno...". Come avrebbe reagito all'annuncio
del mistero eucaristico in cui il Salvatore viene in noi e non soltanto a casa
nostra? L'atteggiamento di rispetto e di umiltà di questo pagano sono così
belli che la Chiesa ci fa ripetere il grido del suo cuore nel momento della
comunione.
TESTO:-
Dal Vangelo secondo Luca. (Lc 10,21-24)
In quella stessa ora Gesù esultò di gioia nello Spirito Santo e disse: «Ti
rendo lode, o Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto
queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, o Padre,
perché così hai deciso nella tua benevolenza. Tutto è stato dato a me dal Padre
mio e nessuno sa chi è il Figlio se non il Padre, né chi è il Padre se non il
Figlio e colui al quale il Figlio vorrà rivelarlo».
E, rivolto ai discepoli, in disparte, disse: «Beati gli occhi che vedono ciò
che voi vedete. Io vi dico che molti profeti e re hanno voluto vedere ciò che
voi guardate, ma non lo videro, e ascoltare ciò che voi ascoltate, ma non lo
ascoltarono». Parola del Signore.
RIFLESSIONI
Quando coloro che credono di poter risolvere tutti i problemi e rispondere a
tutti i "perché" dell'uomo con la sola forza della ragione, facendo un atto di
suprema intelligenza, piegano la mente di fronte alla Mente Suprema che è il
Logos, il Verbo di Dio, essi penetrano in una dimensione spirituale in cui si
partecipa della luce divina che arricchisce la stessa mente umana.
Non è possibile conoscere il Padre, andare al Padre, se non si passa per Gesù.
Ora, fra le sue parole ce n'è una in cui si coglie il cuore del suo
insegnamento e si ha in mano la chiave della salvezza, perché è su quella che
saremo giudicati: "Qualunque cosa avete fatto al più piccolo l'avete fatta a
me" (Mt 25,40).
Egli si nasconde sotto le spoglie di ogni nostro prossimo, che diviene così -
come Gesù - via per andare al Padre, per conoscere il Padre. È così semplice da
essere quasi incredibile: per arrivare a Dio, passare per l'uomo con tutte le
implicazioni che la vita personale e sociale comporta.
È così semplice che Gesù ha voluto avvertirci. È una verità, egli ci dice, che
solo i semplici afferrano, i piccoli.
E con ciò la strada è aperta veramente per tutti, anche per gli adulti, gli
anziani, i sapienti, i furbi, se sanno farsi piccoli, accantonando per un momento
tutta la loro scienza ed esperienza di vita, per mettersi all'ascolto del
Signore, e vivere la sua parola.
TESTO:-
Dal Vangelo secondo Matteo. (Mt 15,29-37)
In quel tempo, Gesù giunse presso il mare di Galilea e, salito sul monte, lì si
fermò. Attorno a lui si radunò molta folla, recando con sé zoppi, storpi,
ciechi, sordi e molti altri malati; li deposero ai suoi piedi, ed egli li
guarì, tanto che la folla era piena di stupore nel vedere i muti che parlavano,
gli storpi guariti, gli zoppi che camminavano e i ciechi che vedevano. E lodava
il Dio d'Israele.
Allora Gesù chiamò a sé i suoi discepoli e disse: «Sento compassione per la
folla. Ormai da tre giorni stanno con me e non hanno da mangiare. Non voglio
rimandarli digiuni, perché non vengano meno lungo il cammino». E i discepoli
gli dissero: «Come possiamo trovare in un deserto tanti pani da sfamare una folla
così grande?».
Gesù domandò loro: «Quanti pani avete?». Dissero: «Sette, e pochi pesciolini».
Dopo aver ordinato alla folla di sedersi per terra, prese i sette pani e i
pesci, rese grazie, li spezzò e li dava ai discepoli, e i discepoli alla folla.
Tutti mangiarono a sazietà. Portarono via i pezzi avanzati: sette sporte piene.
Parola del Signore.
RIFLESSIONI
Gesù, di ritorno in Galilea da una predicazione nelle regioni di Tiro e Sidone,
oltre i confini della Palestina, moltiplica nuovamente i pani (cf. Mt
14,13-21). Questa volta i destinatari non sono solo gli ebrei, ma anche i
pagani scesi con lui in Galilea. L'evangelista annota, infatti, che, dopo la
moltiplicazione dei pani, i presenti hanno glorificato il Dio del popolo
d'Israele. Lo scopo del miracolo è di far capire che tutti, indistintamente,
possono beneficiare della salvezza.
Anche i discepoli sembrano avere intuito la sproporzione del compito che, in
prospettiva futura, sarebbe stato loro affidato. "Dove troveremo tutto il pane
per sfamare tanta gente?". Come faremo ora che i confini della Palestina sono
stati infranti e culture diverse sono state incluse da Cristo nell'orizzonte
della salvezza?
La domanda posta dai discepoli a Gesù è la stessa che l'uomo pone a Dio,
dall'abisso della sua povertà. È la consapevolezza, che affiora spesso in noi,
che senza di lui non possiamo fare nulla.
All'arduo lavoro per la conversione di noi stessi, al compito di testimoniare
la nostra fede agli altri e di annunciare il vangelo a tutto il mondo che ci
circonda, si pone come ostacolo la sproporzione delle nostre forze: dove
troveremo, Signore, la capacità e il coraggio per dare una risposta al bisogno
di verità, di giustizia, di amore dell'umanità intera?
Il nostro operare nel mondo può svolgersi secondo il disegno del Padre, senza
provocare violenze e soprusi, solo se nel cuore sappiamo mantenere un
atteggiamento profondamente religioso: quello di sapere che abbiamo sempre
bisogno dell'aiuto del Signore.
I DOMENICA DI AVVENTO E SETTIMANA ANNO B. IO SONO LA LUCE DEL MONDO IL VANGELO DEL GIORNO. IL VANGELO NEL 21° SECOLO.
Giovedì Della I
Settimana Di Avvento Anno B
Sant'Ambrogio
Dal Vangelo secondo Matteo. (Mt 7,21.24-27)
Non chiunque mi dice: "Signore, Signore", entrerà nel regno dei cieli.
Ma colui che fa la volontà del Padre mio che è nei cieli.
7 Dicembre 2023
***
TESTO:-
Dal Vangelo secondo Matteo. RIFLESSIONI
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Non chiunque mi dice: "Signore, Signore", entrerà nel regno dei cieli, ma
colui che fa la volontà del Padre mio che è nei cieli.
Perciò chiunque ascolta queste mie parole e le mette in pratica, sarà simile a
un uomo saggio, che ha costruito la sua casa sulla roccia. Cadde la pioggia,
strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa, ma
essa non cadde, perché era fondata sulla roccia.
Chiunque ascolta queste mie parole e non le mette in pratica, sarà simile a un
uomo stolto, che ha costruito la sua casa sulla sabbia. Cadde la pioggia,
strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa, ed
essa cadde e la sua rovina fu grande». Parola del Signore.
RIFLESSIONI
Ma colui che fa la volontà del Padre
Il tema del Vangelo odierno riassume la correlazione tra fede e opere. Tale
correlazione si realizza sempre dall'ascolto della Parola di Dio. Dio-roccia è
il fondamento su cui noi dobbiamo costruire. Potremmo costruire una casa senza
le fondamenta? Certamente no! Potremmo anche approntare una sorta di fondamenta
e costruirci sopra, ma poi quella casa si sbriciolerà o crollerà. Dall'altra
parte, il verbalismo religioso, sia individuale che comunitario o liturgico,
diventa una pia illusione, se non è convalidato dalla propria vita operosa e
impegnata. Si può notare qui la differenza tra gli uomini che sono dediti con affanno
all'attività e la vita composta del cristiano autentico che nell'impegno di
attività nel mondo, non perde i contatti con il fondamento divino. Il Signore
ha un metro diverso dal nostro: egli capovolge tutti i nostri valori umani, i
principi terreni ed egoistici. Per un popolo abituato alle sabbie del deserto,
la roccia salda è un'immagine plastica, suggestiva. E questa roccia è Cristo,
pietra angolare su cui il Padre vuole costruire la «città forte». Il salmo 117
è tipicamente messianico e per gli ebrei al centro di questo, come degli altri
salmi, c'è il popolo di Israele con la sua storia, per noi la lettura è
Cristocentrica. Come Israele, Cristo è stato circondato dai nemici ma,
confidando nel Padre, tali nemici sono stati sconfitti. Anche noi, uniti al
Padre nel Figlio, possiamo sconfiggere i nostri nemici che non stanno fuori, ma
dentro di noi. Ascoltiamo le parole ma mettiamole anche in pratica.
I DOMENICA DI AVVENTO E SETTIMANA ANNO B. IO SONO LA LUCE DEL MONDO IL VANGELO DEL GIORNO. IL VANGELO NEL 21° SECOLO.
Venerdì Della I
Settimana Di Avvento Anno B
Immacolata Concezione Della Beata Vergine Maria
Dal Vangelo secondo Luca. (Lc 1,26-38)
Rallegrati, piena di grazia: il Signore è con te.
Concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù
Maria, Ponte Fra Cielo E Terra.
8 Dicembre 2023
***
TESTO:-
Dal Vangelo secondo Luca. (Lc 1,26-38)
L'angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata
Nàzaret, a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, di nome
Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. Entrando da lei, disse: «Rallegrati,
piena di grazia: il Signore è con te».
A queste parole ella fu molto turbata e si domandava che senso avesse un saluto
come questo. L'angelo le disse: «Non temere, Maria, perché hai trovato grazia
presso Dio. Ed ecco, concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai
Gesù. Sarà grande e verrà chiamato Figlio dell'Altissimo; il Signore Dio gli
darà il trono di Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e
il suo regno non avrà fine».
Allora Maria disse all'angelo: «Come avverrà questo, poiché non conosco uomo?».
Le rispose l'angelo: «Lo Spirito Santo scenderà su di te e la potenza
dell'Altissimo ti coprirà con la sua ombra. Perciò colui che nascerà sarà santo
e sarà chiamato Figlio di Dio. Ed ecco, Elisabetta, tua parente, nella sua
vecchiaia ha concepito anch'essa un figlio e questo è il sesto mese per lei,
che era detta sterile: nulla è impossibile a Dio».
Allora Maria disse: «Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua
parola». E l'angelo si allontanò da lei. Parola del Signore.
RIFLESSIONI
Quante volte abbiamo ascoltato questo brano del vangelo... eppure ogni volta
sembra di esserci... di essere in quella stanza, di sentire lo svolazzare di
ali dell'angelo... le avete sentite? Ve la immaginate la scena? Io me la
immagino così... Maria che sta cucinando la cena sul fuoco, e pensa a Giuseppe
che è il suo promesso sposo... Maria, anche se il Vangelo non lo dice, da altre
fonti sappiamo che era una ragazzina di forse 14-15 anni... Così ce la possiamo
immaginare meglio, beh certo non vestiva con i jeans che non esistevano ancora,
forse avrà avuto una tunica e ce la immaginiamo che cucinava e forse mentre
mescolava la zuppa... sognava la sua vita... pensava a Giuseppe... ah
Giuseppe... Bello, fiero, forte, giusto (lo dice anche il vangelo che era un
uomo giusto) e sognava della sua vita da sposata con lui, erano fidanzati e
secondo la tradizione ebrea si sarebbero sposati in circa un anno e allora
sarebbero andati a vivere insieme e magari avrebbero avuto dei figli e Giuseppe
aveva già anche un lavoro ben avviato, una falegnameria...!
Beh? E che ci trovate di così straordinario in tutto questo? È normale che una
ragazza giovane sogni di sposarsi, di vivere con il suo principe, magari di
avere dei figli... tutto normale... come tante ragazze della sua età e come
tante ragazze che oggi sono qui... tutto ordinario...
Ecco... ed è lì che mette radici lo straordinario, è lì che irrompe Dio nella storia
di Maria, di Giuseppe e, siccome ogni irruzione di Dio non è mai un fatto
privato, ecco che questa storia accaduta in una casetta piccola e normalissima
di un paesino piccolo e normalissimo come Nazareth, diventa lo STRAORDINARIO di
Dio... così che oggi ancora dopo più di 2000 anni la raccontiamo e ne traiamo
ispirazione e salvezza per la nostra vita!
Insomma... Maria, donna ordinaria, stava nella sua casa ordinaria e riceve la
visita di un angelo di Dio, l'arcangelo Gabriele che tra tutti gli angeli è
quello incaricato di portare i messaggi da parte di Dio, che le dice delle
parole che tutti abbiamo ripetuto sicuramente tante volte Ave Maria e poi le
dice che Dio la vede molto bella perché vede che il suo cuore è buono ed è
pronto ad accogliere un progetto grande e meraviglioso che però è un tantino
diverso da quello che probabilmente aveva immaginato Maria...
Le annuncia che Dio l'ha scelta per essere la Madre di Gesù, Figlio di Dio, il
Salvatore del mondo, che porterà pace e salvezza addirittura in tutto il
mondo...
...insomma... non una cosina da poco... ora, vi immaginate la faccia di Maria,
i suoi mille pensieri, mille dubbi... Ma come posso essere incinta, io sono
solo fidanzata con Giuseppe, non siamo ancora sposati e per la legge ebraica
non possiamo andare a vivere insieme prima di un anno, e l'Angelo Gabriele gli
spiega che tutto ciò avverrà per opera dello Spirito Santo, che è Dio e Dio
sarà il padre in cielo di questo bimbo che nascerà. Le dice anche che il
Signore è con lei, che non è sola e che l'ha riempita della Sua grazia, non
deve temere... Beh, non si capisce dal testo se Maria abbia realmente compreso
quello che stava succedendo e soprattutto se abbia valutato le conseguenze...
ma quella frase... Non temere.... E anche Sei piena di grazia di Dio, Dio ti è
vicino deve averla toccata nel profondo del cuore e sapete cosa è successo in
quel momento? Che questo grandissimo progetto che Dio aveva pensato, il
Salvatore che stava per venire al mondo, e tutto ciò che di grande gli
evangelisti ci narrano.... Tutto tutto.... Era fermo...era sospeso....tutto il
cielo e sicuramente anche Dio Padre tratteneva il fiato per aspettare la
risposta di Maria! Cielo e terra in sospeso in attesa che Maria, una ragazzina
di Nazareth, dicesse il suo fiat, dicesse il suo sì al progetto di Dio!
Perché sapete... Dio è grande e potente, addirittura onnipotente e il suo amore
è così perfetto che ha lasciato Maria libera di scegliere. Poteva Maria dire di
no? Certo! Ma quelle parole dell'angelo.... Non temere e quella garanzia che
questa era cosa di Dio e che Dio le era vicina... sapete che è successo Non
sappiamo se Maria abbia capito subito tutto, ma ha capito che era un progetto
di Dio, proprio come fecero i grandi Padri e i grandi profeti dell'Antico
Testamento, prescelti da Dio per compiere i Suoi progetti.
E con questa intuizione nel cuore Maria risponde come rispondevano loro: Sono
la serva del Signore, avvenga di me ciò che tu dici Okay, ci sto! Questa cosa
dev'essere bella, se Dio mi è vicino, sarà per il mio bene e non solo per il
mio! Non me la lascio scappare, costi quel che costi!
E dai, angelo, corri a dire a Dio che ci sto, mi fido di Lui!
E l'angelo si allontanò da lei.
Capite la grandezza del Vangelo di oggi? Quel sì di Maria è la prima entrata di
Gesù nella storia e ancora oggi Maria, Madre di Gesù e Madre di tutta la Chiesa
e quindi Madre di ognuno di noi, si rivolge a noi dicendo:
Abbi il coraggio di osare con Dio! Provaci! Non aver paura di Lui! Abbi il
coraggio di rischiare con la fede! Abbi il coraggio di rischiare con la bontà!
Abbi il coraggio di rischiare con il cuore puro! Compromettiti con Dio, allora
vedrai che proprio con ciò la tua vita diventa ampia ed illuminata, non noiosa,
ma piena di infinite sorprese, perché la bontà infinita di Dio non si esaurisce
mai!
Vi piace questa cosa Vi risuona nel cuore come frasi belle e vere? Certo! Le ha
gridate al mondo Papa Benedetto XVI, proprio l'8 dicembre di tanti anni fa e
oggi le facciamo risuonare anche qui e nel cuore di bambini, giovani e adulti perché
ogni giorno Dio ci lascia liberi di scegliere, liberi ogni giorno di dire il
nostro Sì a Dio, di trasformare ogni giorno ordinario in qualcosa di
straordinario, certi che con Lui la nostra vita sarà piena, bella e sempre
degna di essere vissuta.
Vogliamo, in questo giorno di festa, ringraziare il Signore per il grande segno
della Sua bontà che ci ha donato in Maria, Sua Madre e Madre nostra.
TESTO:-
Dal Vangelo secondo Matteo. (Mt 9,35-10,1.6-8)
In quel tempo, Gesù percorreva tutte le città e i villaggi, insegnando nelle
loro sinagoghe, annunciando il vangelo del Regno e guarendo ogni malattia e
ogni infermità.
Vedendo le folle, ne sentì compassione, perché erano stanche e sfinite come
pecore che non hanno pastore. Allora disse ai suoi discepoli: «La messe è
abbondante, ma sono pochi gli operai! Pregate dunque il signore della messe,
perché mandi operai nella sua messe!».
Chiamati a sé i suoi dodici discepoli, diede loro potere sugli spiriti impuri
per scacciarli e guarire ogni malattia e ogni infermità.
E li inviò ordinando loro: «Rivolgetevi alle pecore perdute della casa
d'Israele. Strada facendo, predicate, dicendo che il regno dei cieli è vicino.
Guarite gli infermi, risuscitate i morti, purificate i lebbrosi, scacciate i
demòni. Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date». Parola del Signore.
RIFLESSIONI
Due immagini vengono rapidamente evocate in questi pochi versetti del Vangelo
di Matteo: quella del pastore col suo gregge e quella dell'agricoltore nel suo
campo.
Anzi le immagini sono, per così dire, dolorosamente incompiute: sembra che il
gregge non abbia guida e che il padrone non si prenda abbastanza cura della sua
messe.
In realtà l'intento è quello di rivelarci da un lato la coscienza missionaria
di Gesù, e di anticiparci dall'altro il significato e lo scopo della chiamata
dei discepoli (cf. Mt 10).
In Gesù persona e missione coincidono: la compassione che egli prova davanti
alle folle che gli appaiono "stanche e sfinite come pecore senza pastore" è
l'esperienza terrena che il Cristo fa quando si presenta al suo popolo: ma
questa esperienza manifesta come il suo "io filiale", già da tutta l'eternità,
sia costituito davanti al Padre in una "responsabilità salvifica" nei riguardi
dell'intera creazione. Gesù non solo prova compassione, ma è la compassione di
Dio che si è fatta presente nella storia.
La "domanda al padrone della messe" di inviare operai nel suo campo è la
preghiera terrena che i discepoli devono fare, ma essa è già esaudita nel dono
della venuta di Cristo.
Solo perché il Padre ha inviato il suo stesso Figlio, i discepoli possono
offrire se stessi, ed essi devono pregare per essere disponibili a un invito
che in Cristo stesso li raggiunge e li afferra.