I SANTI DICEMBRE
Nato a Pàtara, Asia Minore (attuale Turchia), ca. 250.
Morto a Mira, Asia Minore, ca. 326.
Proveniva da una famiglia nobile. Fu eletto vescovo per le sue doti di
pietà e di carità molto esplicite fin da bambino. Fu considerato santo
anche da vivo. Durante la persecuzione di Diocleziano, pare sia stato
imprigionato fino all'epoca dell'Editto di Costantino. Fu nominato
patrono di Bari, e la basilica che porta il suo nome è tuttora meta di
parecchi pellegrinaggi. San Nicola è il leggendario Santa Claus dei
paesi anglosassoni, e il NiKolaus della Germania che a Natale porta i
doni a bambini.
I SANTI DICEMBRE
7 Dicembre Sant'Ambrogio
***
Ambrogio (Treviri, Germania, c. 340 - Milano, 4 aprile 397), di famiglia romana cristiana, governatore delle province del nord Italia, fu acclamato vescovo di Milano il 7 dicembre 374. Rappresenta la figura ideale del vescovo, pastore, liturgo e mistagogo. Le sue opere liturgiche, i commentari delle Scritture, i trattati ascetico-morali restano memorabili documenti del magistero e dell'arte di governo. Guida riconosciuta nella Chiesa occidentale, in cui trasfonde anche la ricchezza della tradizione orientale, estese il suo influsso in tutto il mondo latino. In epoca di grandi trasformazioni culturali e sociali, la sua figura si impose come simbolo di libertà e di pacificazione. Diede particolare risalto pastorale ai valori della verginità e del martirio. Autore di celebri testi liturgici, è considerato il padre della liturgia ambrosiana.
I SANTI DICEMBRE
27 Dicembre San Giovanni Apostolo
Oggi la Chiesa Cattolica commemora san Giovanni Apostolo. Forse non con
tutta la solennità che questa colossale colonna portante del Corpo mistico di
Cristo meriterebbe. E cerco di dimostrare quanto appena affermato.
Non occorre essere teologi o santi per conoscere chi è san Giovanni Apostolo ed
Evangelista. Tutti sappiamo chi è. Ma siamo certi di aver profondamente colto
l'immenso e quasi insuperabile ruolo che la Provvidenza ha destinato a questo
giovanetto - e poi a questo venerando centenario - all'interno dell'umanità
tutta?
Eccetto la Madre di Dio, e forse san Giuseppe, chi può dire di aver avuto un
ruolo più importante nell'economia della salvezza dell'umanità? Stiamo
esagerando? Proviamo a fare qualche veloce riflessione a riguardo.
Al di là del fatto che il giovanissimo fratello di san Giacomo Maggiore
apostolo era già discepolo del Battista ancor prima dell'inizio dell'attività
pubblica di Nostro Signore, ciò che occorre sottolineare è l'unicità del suo
destino umano, fissando schematicamente l'attenzione su alcune sue eccezionali
quanto uniche prerogative.
Anzitutto è un Apostolo, privilegio assoluto fra tutti gli uomini di tutti i
tempi e luoghi che condivide evidentemente con altri undici uomini.
Nel collegio apostolico però egli è il più giovane di tutti. Di per sé, tale
elemento potrebbe non avere particolare significato, ma occorre tener presente
che il fatto presuppone con morale certezza (e del resto ciò è stato da sempre
insegnato dalla tradizione ecclesiastica) la sua purezza al momento della conoscenza
con Cristo, e quindi di conseguenza la sua purezza interiore ed esteriore
mantenuta per tutta la vita. È l'apostolo della purezza.
Non per niente, è l'"apostolo che Gesù amava", come egli stesso ripetutamente
ci dice nel suo Vangelo. Tale specifico amore di Cristo per lui fa da
contraltare all'amore per la peccatrice redenta. A parte Maria Vergine, Maria
Maddalena e Giovanni sono le persone che Nostro Signore ha più amato al mondo,
la donna che da corrotta diviene pura con una vita di amore e penitenza, e il
giovane che mai perdette la sua purezza vivendo nel pieno amore di Cristo.
Tali privilegi meritarono loro di essere sotto la Croce. Giovanni è l'unico
apostolo che non abbandona Gesù.
Inoltre, egli aveva già ricevuto un privilegio ineguagliabile: durante l'ultima
cena, aveva potuto appoggiare la sua testa sul petto del Salvatore del mondo,
ovvero sul Sacro Cuore! Come vuole un'antica tradizione, fu in quel momento che
il Logos trasmise il Vangelo e l'Apocalisse all'ancor giovanissimo apostolo.
Tale speciale amore di Cristo per lui è confermato due giorni dopo, all'alba,
quando per primo arriva al Sepolcro vuoto. Certo, per rispetto all'autorità di
Pietro si ferma e lascia passare il suo capo terreno. Ma il primo (a parte
Maria Maddalena) uomo a credere e correre è appunto il giovinetto puro
Giovanni.
Giovanni sotto la Croce rappresenta l'umanità tutta, possiamo dire "incarna"
l'intera umanità assente. Da quel momento, il numero indefinito di uomini che
fino alla fine del mondo, al momento della Consacrazione durante la santa Messa
o nelle loro meditazioni, si immaginano sul Calvario, non fanno altro che
"prendere il posto" dell'unico uomo che veramente v'era, Giovanni.
Sotto la Croce, riceve un altro incommensurabile premio dal Signore, forse il
più grande di tutti: diviene "figlio adottivo" di Maria Santissima, e in tal
modo ancora una volta incarna in sé l'umanità intera.
Ma il privilegio incommensurabile non finisce ancora: Gesù gli ordina di
ospitare in casa sua Madre. In qualche modo, diviene una figurazione di Gesù
stesso, e per anni ogni mattina ha il privilegio di poter dire Messa alla
presenza fisica dell'ancor vivente Madre di Dio. Qualcuno può immaginarsi
"cosa" c'era in quella stanza durante la Messa celebrata da Giovanni alla
presenza della Regina degli Angeli?
Giovanni non è solo apostolo, ma è anche evangelista.
Egli condivide questo privilegio con altri tre uomini, come sappiamo, ma il suo
Vangelo non è "sinottico", è il Vangelo del Logos. È il Vangelo dell'"aquila",
che ha visto e compreso, magari in un istante in cui ha posato il suo capo sul
Sacro Cuore, ciò che nessun altro uomo aveva potuto mai vedere e comprendere.
Giovanni scrive inoltre una Lettera che è rimasta per sempre nella Rivelazione,
privilegio che condivide con altri quattro.
Ma la lettera di Giovanni è per antonomasia la lettera della Carità divina.
Egli non è solo l'evangelista del Logos, ma anche il testimone dell'Amore
infinito di Dio, che "è amore".
Giovanni è l'unico degli apostoli che, pur subendo il martirio, non muore. Come
spiegare questo ulteriore incredibile privilegio se non tramite la sua purezza
e l'amore che Cristo ha sempre provato per lui?
Giovanni, accecato e spedito in esilio, vede ciò che nessun altro uomo al mondo
ha mai potuto vedere: vede la fine dei tempi, la fine della storia, il
predominio momentaneo del male e quindi il trionfo eterno del Bene, di Cristo
sul mondo e sul suo disperato principe. Giovanni è l'autore dell'Apocalisse.
E con la scrittura dell'Apocalisse, Giovanni, morendo, ha il privilegio ultimo
e di una grandezza indefinibile: egli chiude per sempre la Rivelazione divina
agli uomini. Poggiando il suo stilo dopo aver scritto l'ultima parola
dell'Apocalisse, Giovanni ha simbolicamente chiuso la voce diretta dello
Spirito Santo agli uomini. D'ora in poi, Dio parlerà tramite la Chiesa e lo
farà fino all'Apocalisse, quando, come Giovanni ci ha detto, verrà in trionfo a
chiudere la storia e a giudicare i vivi e i morti.
Chi scrive non ha né la competenza teologica né la capacità letteraria di
esprimere nemmeno un'oncia del peso incommensurabile di tutto quanto ha voluto
affermare. Ma lo offre, nella sua devastante pochezza, al Signore per tramite
dell'uomo che Egli amò più di ogni altro, e al quale concesse i più
inarrivabili privilegi.
Preghiamo san Giovanni apostolo ed evangelista di guidarci ogni giorno nella
milizia al servizio di Cristo e per la strada in salita della Carità e del
Logos, ciò che ci rende cristiani e figli dell'unica civiltà della storia
fondata appunto sulla Carità divina e sul Logos incarnato.
Autore: Massimo Viglione
I SANTI DICEMBRE
13 Dicembre Santa Lucia Vergine e martire
Lucia nacque
a Siracusa nell'anno 281
da nobilissima e ricchissima famiglia. Rimasta orfana
di padre sll'età di cinque anni venne educata nella religione cristiana dalla
pia e saggia Eutichia, sua madre.Fatta grandicella e accesa di puro amore di Dio, decise all'insaputa della
madre di mantenere perpetua verginità. Ignorando questo segreto la buona
Eutichia, come allora usavasi universalmente, non tardò d interessarsi per
trovare alla figliuola uno sposo che convenisse. Era questi un giovane nobile,
ricco e di buone qualità, però non cristiano. Lucia si turbò: ma non volendo
manifestare il suo segreto alla madre, cercò pretesti per tramandare le nozze;
ed intanto confidava nella preghiera e nella grazia.Ed ecco quanto avvenne: Eutichia fu presa da una grave malattia, per cui non bastando
né medici nè medicine, per consiglio di Lucia, mamma e figlia decisero di
portarsi in pellegrinaggio a Catania, alla tomba di S. Agata, per ottenere la
guarigione.Giunte a Catania, e prostratesi in preghiera presso quelle sacre reliquie,
Agata fece intendere a Lucia di rimanere fedele al voto fatto e di contenere,
se necessario, anche il martirio per amor di Gesù. La madre ottenne la
guarigione, ma una grazia maggiore ebbe Lucia: il suo avvenire era irrevocabilmente
deciso.Tornate a Siracusa, Lucia si confidò con la madre ed ottenne che la lasciasse
libera nella scelta del suo stato.Il pretendente deluso, montò subito sulle furie e giurò vendetta, appena seppe
che il rifiuto di Lucia proveniva dal fatto di essere cristiana. Si presentò
quindi al proconsole romano Pascasio e accusò la giovane come seguace della
religione cristiana e perciò ribelle agli dèi ed a Cesare. Tradotta davanti al
proconsole, si svolse un dialogo drammatico, nel quale rifulsero la fermezza e
costanza della martire. Neppur la forza valse a smuoverla, poiché Gesù rese
impotenti i suoi nemici. Fu martirizzata il 13 dicembre del 304. La festa cade
in prossimità del solstizio d'inverno (da cui il detto "santa Lucia il
giorno più corto che ci sia").La salma fu posta nelle Catacombe, dove sei anni dopo sorse un maestoso tempio
a lei dedicato.Si dice che a S. Lucia venissero cavati gli occhi e che le fossero
immediatamente restituiti dal Signore. Per questa ragione e per lo stesso suo
nome che significa Luce, essa è invocata come protettrice degli occhi.
PRATICA. Recitiamo un atto di dolore per i nostri peccati.
PREGHIERA. Esaudiscici, o Dio, nostro Salvatore, affinchè, come ci rallegriamo per la festa della tua beata Lucia vergine e martire, così siamo ammaestrati nel'affetto della pia devozione.
Santa Lucia, dal nome
evocatore di luce, martirizzata probabilmente a Siracusa sotto
Diocleziano (c. 304), fa parte delle sette donne menzionate nel Canone
Romano. Il suo culto universalmente diffuso è già testimoniato dal sec.
V. Un'antifona tratta dal racconto della sua passione la saluta come
«sponsa Christi». La sua «deposizione» a Siracusa il 14 dicembre è
ricordata dal martirologio geronimiano (sec. VI).
Giovanni (Fontiveros,
Spagna, c. 1542 - Ubeda, 14 dicembre 1591) è fra i grandi maestri e
testimoni dell'esperienza mistica.
Entrato nel Carmelo ebbe un'accurata
formazione umanistica e teologica. Condivise con santa Teresa d'Avila il
progetto di riforma dell'Ordine Carmelitano che attuò e visse con
esemplare coerenza. Il Signore permise che subisse dolorose
incomprensioni da parte dei confratelli di Ordine e di Riforma. In
questo cammino di croce, abbracciato per puro amore, ebbe le più alte
illuminazioni mistiche di cui è cantore e dottore nelle sue opere: «La
salita al monte Carmelo», «La notte oscura dell'anima», «Il cantico
spirituale» e «La fiamma viva di amore». Fra le più alte voci della
lirica spagnola, è il mistico «del nulla e del tutto», guida sapiente di
generazioni di anime alla contemplazione e all'unione con Dio.
I SANTI DICEMBRE
3 Dicembre San Francesco Saverio
Il giorno
7 aprile dell'anno 1506, nel castello di Saverio, nella Navarra, nasceva colui
che Urbano VIII chiamerà «l'Apostolo delle Indie», S. Francesco Saverio.Fin dall'adolescenza si applicò con amore appassionato allo studio delle
lettere, nelle quali conseguì ottimi risultati. Già professore di Filosofia nel
collegio di S. Barbara in Parigi, si incontrò per provvidenza di Dio con S.
Ignazio di Loyola. Questi gli ripeteva instancabilmente la sentenza evangelica:
«Che giova all'uomo acquistare il mondo intero, se poi perde la sua anima?».Coll'aiuto della grazia il santo fondatore dei Gesuiti lo indusse a riflettere
bene su ciò, facendogli comprendere la verità e l'importanza di questa massima,
tanto che egli abbandonando ogni progetto mondano, si diede con tutte le sue
energie alla causa santa del Signore, sotto l'esperta guida di S. Ignazio.
Frattanto Francesco divenne diacono e finalmente, dopo due mesi di aspre
penitenze, potè celebrare con indicibile effusione di cuore, la sua prima
Messa.In questo frattempo Giovanni III, re del Portogallo, avendo udita la fama dei
compagni di Ignazio, ne chiese alcuni per mandarli missionari nelle Indie
orientali.Ignazio saputo questo e illuminato dal cielo, scelse il Saverio, il quale
accettò volentieri la missione affidatagli.Ricevuta la benedizione papale, partì e arrivò felicemente a Goa, principale
città delle Indie, che fu la prima a ricevere i frutti della parola di
Francesco. Da Goa passò a Malacca, indi a Trovancore e nelle terre circostanti:
dovunque l'apostolo infaticabile operava conversioni e prodigi.Il suo zelo veramente non ebbe confini. Si spinse fin nel Giappone, dopo esser
ritornato a Goa, per rivedere le cristianità già fondate, e colà pure il divino
seme produsse molti buoni frutti.Sebbene esausto di forze, concepì il progetto di inoltrarsi nella immensa Cina,
e lo aveva quasi attuato, quando il Signore, contentandosi dell'eroico suo
proposito, lo chiamò a se nella gloria.Questo Santo, tanto insigne, si distinse in tre virtù in modo particolare. Nel
suo grande zelo: un unico desiderio aveva: saziare il Cuore di Gesù famelico di
anime. Per questo ideale, non badò a sacrifici, a lacrime, ad umiliazioni, a
dolori, a sangue. Si distinse ancora per l'ubbidienza eroica ch'egli abbracciò
nonostante gli ordinasse di abbandonare i suoi cari, la famiglia e la terra
natia, per andare solo, lontano, verso luoghi sconosciuti.