II DOMENICA DI AVVENTO E SETTIMANA ANNO C. IO SONO LA LUCE DEL MONDO IL VANGELO DEL GIORNO. IL VANGELO NEL 21° SECOLO.
Grandi cose ha fatto il Signore per noi.
Preparate la via del Signore, ogni uomo vedrà la salvezza di Dio!
TESTO:-
Dal Vangelo secondo Luca. (Lc 3,1-6)
Nell'anno quindicesimo dell'impero di Tiberio Cesare, mentre Ponzio Pilato era
governatore della Giudea, Erode tetràrca della Galilea, e Filippo, suo
fratello, tetràrca dell'Iturèa e della Traconìtide, e Lisània tetràrca
dell'Abilène, sotto i sommi sacerdoti Anna e Càifa, la parola di Dio venne su
Giovanni, figlio di Zaccarìa, nel deserto.
Egli percorse tutta la regione del Giordano, predicando un battesimo di
conversione per il perdono dei peccati, com'è scritto nel libro degli oracoli
del profeta Isaìa:
«Voce di uno che grida nel deserto:
Preparate la via del Signore,
raddrizzate i suoi sentieri!
Ogni burrone sarà riempito,
ogni monte e ogni colle sarà abbassato;
le vie tortuose diverranno diritte
e quelle impervie, spianate.
Ogni uomo vedrà la salvezza di Dio!». Parola del Signore.
Nella tradizione dei grandi profeti dell'Antico Testamento, la parola di Dio è rivolta a Giovanni nel deserto. Giovanni - figlio di Zaccaria - diventa così profeta e precursore del Messia.
Malgrado le paure e il terrore che ispira, il deserto è, nella memoria religiosa del popolo di Israele, il luogo di riunione, dove Dio ha parlato al cuore del suo popolo, il luogo dove Dio è stato più che mai il pastore del suo gregge.
Del deserto Giovanni denuncia e ricorda l'identità religiosa più particolare del suo popolo: il Dio d'Israele è fedele al suo legame e mantiene le sue promesse di salvezza.
Convoca di nuovo i suoi nel deserto, per annunciare loro l'arrivo del Messia. Ma Dio si aspetta sempre dall'uomo un minimo di collaborazione ed esigerà da lui un battesimo di conversione, la purificazione dei suoi peccati, e lo sforzo di superare gli ostacoli che gli impediscono di vedere l'alba della salvezza.
II DOMENICA DI AVVENTO E SETTIMANA ANNO C. IO SONO LA LUCE DEL MONDO IL VANGELO DEL GIORNO. IL VANGELO NEL 21° SECOLO.
Lunedì Della II
Settimana Di Avvento Anno C
San Nicola
Dal Vangelo secondo Luca. (Lc 5,17-26)
Gesù disse al paralitico-: Ti sono perdonati i tuoi peccati,
alzati. Prendi il tuo lettuccio e torna a casa tua.
6 Dicembre 2021
***
TESTO:-
Dal Vangelo secondo Luca. (Lc 5,17-26)
Un giorno Gesù stava insegnando. Sedevano là anche dei farisei e maestri della
Legge, venuti da ogni villaggio della Galilea e della Giudea, e da Gerusalemme.
E la potenza del Signore gli faceva operare guarigioni. Ed ecco, alcuni uomini,
portando su un letto un uomo che era paralizzato, cercavano di farlo entrare e
di metterlo davanti a Lui. Non trovando da quale parte farlo entrare a causa
della folla, salirono sul tetto e, attraverso le tegole, lo calarono con il
lettuccio davanti a Gesù nel mezzo della stanza. Vedendo la loro Fede, disse:
«Uomo, ti sono perdonati i tuoi peccati». Gli scribi e i farisei cominciarono a
discutere, dicendo: «Chi è Costui che dice bestemmie? Chi può perdonare i
peccati, se non Dio soltanto?». Ma Gesù, conosciuti i loro ragionamenti,
rispose: «Perché pensate così nel vostro cuore? Che cosa è più facile: dire "Ti
sono perdonati i tuoi peccati", oppure dire "Alzati e cammina"? Ora, perché
sappiate che il Figlio dell'Uomo ha il potere sulla terra di perdonare i
peccati, dico a te -disse al paralitico-: alzati, prendi il tuo lettuccio e
torna a casa tua». Subito egli si alzò davanti a loro, prese il lettuccio su
cui era disteso e andò a casa sua, glorificando Dio. Tutti furono colti da
stupore e davano gloria a Dio; pieni di timore dicevano: «Oggi abbiamo visto
cose prodigiose». Parola del Signore.
Gesù non risponde alla loro domanda lanciandosi in spiegazioni teoriche, ma agendo, cioè guarendo il paralitico.
Ecco come Gesù offre al paralitico ed alle persone che lo osservano - come a noi oggi - la possibilità di capire la sua importanza: egli libera dalle sue sofferenze, dalla sua solitudine e dal suo handicap chi crede in lui. Lo fa uscire dall'ombra e dalle tenebre della sua esistenza per condurlo alla luce. Gesù gli fa dono della salute, di un coraggio nuovo e della comunità degli uomini. Grazie a lui, egli diventa un uomo nuovo.
Un tempo, come oggi, chi si rimette a Gesù con fiducia, e lo segue, sente sbocciare in sé delle possibilità insospettate - malgrado le deviazioni e gli abusi di questo mondo - sente che il regno di Dio arriva.
II DOMENICA DI AVVENTO E SETTIMANA ANNO C. IO SONO LA LUCE DEL MONDO IL VANGELO DEL GIORNO. IL VANGELO NEL 21° SECOLO.
Martedì Della II
Settimana Di Avvento Anno C
Sant'Ambrogio
Dal Vangelo secondo Matteo. (Mt 18,12-14)
Così è volontà del Padre vostro che è nei cieli.
Che neanche uno di questi piccoli si perda.
7 Dicembre 2021
***
TESTO:-
Dal Vangelo secondo Matteo. (Mt 18,12-14)
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Che cosa vi pare? Se un uomo ha cento pecore e una di loro si smarrisce, non
lascerà le novantanove sui monti e andrà a cercare quella che si è smarrita?
In verità io vi dico: se riesce a trovarla, si rallegrerà per quella più che
per le novantanove che non si erano smarrite.
Così è volontà del Padre vostro che è nei cieli, che neanche uno di questi
piccoli si perda». Parola del Signore.
La sua critica si indirizza alle comunità di un tempo come a quelle di oggi, che dimenticano i gruppi marginali, coloro che sono meno privilegiati, i poveri o gli stranieri, e che non li integrano.
Non vi è dunque nulla di sorprendente se sbagliano cammino e si smarriscono, se perdono il loro orientamento e la loro fede.
Nella sua parabola Gesù dà criteri di relazione più giusti, più rispondenti a questo comportamento: questo piccolo che si è perduto ha una tale importanza che si trascurano tutti gli altri per andare a cercarlo e ritrovarlo, poiché Dio è chiaramente dalla parte di coloro che si respingono ai margini della società e che si dimenticano. Il suo Regno è in contrasto con la nostra società: ha per valori l'indulgenza, il rispetto e il soccorso. Ecco perché la missione delle comunità è di prendere sul serio i problemi delle persone svantaggiate, e di difendere i loro interessi affinché non corrano il rischio di intraprendere strade pericolose.
TESTO:-
Dal Vangelo secondo Luca. (Lc 1,26-38)
L'angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nàzaret, a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, di nome Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. Entrando da lei, disse: «Rallegrati, piena di grazia: il Signore è con te».
A queste parole ella fu molto turbata e si domandava che senso avesse un saluto come questo. L'angelo le disse: «Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ed ecco, concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e verrà chiamato Figlio dell'Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine».
Allora Maria disse all'angelo: «Come avverrà questo, poiché non conosco uomo?». Le rispose l'angelo: «Lo Spirito Santo scenderà su di te e la potenza dell'Altissimo ti coprirà con la sua ombra. Perciò colui che nascerà sarà santo e sarà chiamato Figlio di Dio. Ed ecco, Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia ha concepito anch'essa un figlio e questo è il sesto mese per lei, che era detta sterile: nulla è impossibile a Dio».
Allora Maria disse: «Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola». E l'angelo si allontanò da lei. Parola del Signore.
TESTO:-
Dal Vangelo secondo Matteo. (Mt 11,11-15)
In quel tempo, Gesù disse alle folle:
«In verità io vi dico: fra i nati da donna non è sorto alcuno più grande di
Giovanni il Battista; ma il più piccolo nel regno dei cieli è più grande di
lui.
Dai giorni di Giovanni il Battista fino ad ora, il regno dei cieli subisce
violenza e i violenti se ne impadroniscono.
Tutti i Profeti e la Legge infatti hanno profetato fino a Giovanni. E, se
volete comprendere, è lui quell'Elìa che deve venire.
Chi ha orecchi, ascolti!». Parola del Signore.
È Giovanni Battista che ha compiuto questa importante missione per Gesù. Giovanni ha preparato la sua venuta chiamando la gente a convertirsi e promettendo la salvezza nel futuro regno di Dio a quelli che avessero risposto al suo appello. Ecco perché Gesù può dire di Giovanni: "Egli è quell'Elia che deve venire" (v. 14).
È perché Giovanni Battista ha riconosciuto i segni del tempo e vi ha risposto che gli viene accordata un'importanza particolare tra i cittadini del mondo.
Ma il regno di Dio è di tutt'altra qualità.
Mentre Giovanni si limita ad annunciare la salvezza, Gesù la fa vivere a tutti: quando lo incontrano, le persone sono trasformate e liberate dal dolore, dalla solitudine e dalla miseria. Si capisce bene, dunque, perché queste persone siano, da parte loro, talmente entusiaste per il regno di Dio, che si impegnano per lui con tutta la loro energia.
TESTO:-
Dal Vangelo secondo Matteo. (Mt 11,16-19)
In quel tempo, Gesù disse alle folle:
«A chi posso paragonare questa generazione? È simile a bambini che stanno
seduti in piazza e, rivolti ai compagni, gridano:
"Vi abbiamo suonato il flauto e non avete ballato,
abbiamo cantato un lamento e non vi siete battuti il petto!".
È venuto Giovanni, che non mangia e non beve, e dicono: "È indemoniato". È
venuto il Figlio dell'uomo, che mangia e beve, e dicono: "Ecco, è un mangione e
un beone, un amico di pubblicani e di peccatori".
Ma la sapienza è stata riconosciuta giusta per le opere che essa compie». Parola
del Signore.
E guai a chi non risponde alle loro concezioni, o a chi non rientra nelle loro categorie già stabilite, come Gesù! Essi gli mettono l'etichetta di malato o di buono a nulla, e l'escludono dalla loro società.
Ma, in definitiva, è a loro stessi che nuocciono nella loro ostinazione. Questi bambini sono incapaci di giocare, si rovinano il gioco da soli.
Invece Gesù mostra che nel regno di Dio si giudica secondo tutt'altre categorie e tutt'altri criteri: azioni giuste, impegno verso chi vive ai margini della società, solidarietà con i peccatori e i pubblicani, ecco cosa distingue Gesù e i suoi fedeli.
E Gesù incita i suoi contemporanei, e anche noi a distoglierci dai preconcetti, a rivedere il nostro modo di pensare, a orientarci e ad agire secondo il principio dell'amore di Gesù.
TESTO:-
Dal Vangelo secondo Matteo. (Mt 17,10-13)
Mentre scendevano dal monte, i discepoli domandarono a Gesù: «Perché dunque gli
scribi dicono che prima deve venire Elìa?».
Ed egli rispose: «Sì, verrà Elìa e ristabilirà ogni cosa. Ma io vi dico: Elìa è
già venuto e non l'hanno riconosciuto; anzi, hanno fatto di lui quello che
hanno voluto. Così anche il Figlio dell'uomo dovrà soffrire per opera loro».
Allora i discepoli compresero che egli parlava loro di Giovanni il Battista.
Parola del Signore.
Il mistero di Cristo Gesù non è solamente pura gloria, esaltazione, trionfo, innalzamento. È mistero di croce, sofferenza, dolore, persecuzione, rifiuto, consegna ai pagani. Il Natale è il primo passo verso il calvario. Tutte le profezie lo annunziano uomo dei dolori che ben conosce il patire. Non vi è stata sofferenza che non si sia abbattuta sopra di Lui. Lui ha preso su di sé tutte le colpe dell'umanità. Ha espiato tutte le pene dovute ai peccati senza misura e senza limite degli uomini. È sufficiente meditare un brano delle Lamentazioni e tutta la sofferenza di Gesù è dinanzi agli occhi.
Sono diventato lo scherno di tutti i popoli, la loro beffarda canzone tutto il giorno. Mi ha saziato con erbe amare, mi ha dissetato con assenzio.
Affermando Gesù, anche se in modo velato, che Elia è già venuto ed è Giovanni il Battista, dichiara che Lui è il Signore al quale Giovanni ha preparato la via. Lui però non è stato riconosciuto dai capi del suo popolo. Ha terminato la sua vita con la decapitazione. Neanche Gesù sarà riconosciuto Signore, Dio e Cristo. Anche Lui dovrà soffrire molto per opera dei capi dei sacerdoti e degli anziani del popolo. Gesù è il Redentore e nessuna redenzione avviene senza l'effusione del sangue. È questa regola universale. Il riscatto va pagato con il proprio sangue, la propria sofferenza, il dolore sia fisico che spirituale. Gesù sa questo fin dall'eternità e Lui al dolore, alla passione, alla croce si è offerto liberamente. Chi vuole redimere mai lo potrà fare per costrizione, imposizione. Lo potrà unicamente per dono, frutto di una volontà che vuole solo amare e per questo rinunzia anche alla propria vita in favore dei suoi fratelli.
Questa verità di Cristo Gesù ogni suo discepolo deve custodirla gelosamente nel cuore. Non c'è amore senza consegna volontaria alla croce, alla sofferenza, al disprezzo, alle ingiurie, agli sputi, ad ogni ingiustizia. Gesù chiede ai suoi discepoli di abbracciare la croce e la sofferenza della povertà, della fame, del pianto, della nudità, di ogni mancanza delle cose della terra. Per Gesù modello del vero suo discepolo è Lazzaro il povero, uomo coperto di piaghe seduto dinanzi alla porta del ricco con un solo desiderio: essere trattato come i cani dell'uomo che si vestiva di porpora e di bisso e mangiava lautamente. Pensare di edificare sulla terra un cristianesimo senza croce, senza sofferenza, malattie, fame, nudità, persecuzione, martirio, è utopia. Non è questa la speranza cristiana. La nostra speranza consiste in una sola certezza: che mai il Signore preserverà da ogni male coloro che in Lui confidano e gli obbediscono.
Madre di Dio, Angeli, Santi, aiutateci ad essere veri testimoni del mistero di Gesù.