TESTO:-
Dal Vangelo secondo Marco. (Mc 9,2-10)
In quel tempo, Gesù prese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni e li condusse su un
alto monte, in disparte, loro soli.
Fu trasfigurato davanti a loro e le sue vesti divennero splendenti,
bianchissime: nessun lavandaio sulla terra potrebbe renderle così bianche. E
apparve loro Elia con Mosè e conversavano con Gesù. Prendendo la parola, Pietro
disse a Gesù: «Rabbì, è bello per noi essere qui; facciamo tre capanne, una per
te, una per Mosè e una per Elia». Non sapeva infatti che cosa dire, perché
erano spaventati. Venne una nube che li coprì con la sua ombra e dalla nube
uscì una voce: «Questi è il Figlio mio, l'amato: ascoltatelo!». E
improvvisamente, guardandosi attorno, non videro più nessuno, se non Gesù solo,
con loro.
Mentre scendevano dal monte, ordinò loro di non raccontare ad alcuno ciò che
avevano visto, se non dopo che il Figlio dell'uomo fosse risorto dai morti. Ed
essi tennero fra loro la cosa, chiedendosi che cosa volesse dire risorgere dai
morti. Parola del Signore.
TESTO:-
Dal Vangelo secondo Luca. (Lc 6,36-38)
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Siate misericordiosi, come il Padre vostro è misericordioso.
Non giudicate e non sarete giudicati; non condannate e non sarete condannati;
perdonate e sarete perdonati.
Date e vi sarà dato: una misura buona, pigiata, colma e traboccante vi sarà
versata nel grembo, perché con la misura con la quale misurate, sarà misurato a
voi in cambio». Parola del Signore.
TESTO:-
Dal Vangelo secondo Matteo. (Mt 23,1-12)
In quel tempo, Gesù si rivolse alla folla e ai suoi discepoli dicendo:
«Sulla cattedra di Mosè si sono seduti gli scribi e i farisei. Praticate e
osservate tutto ciò che vi dicono, ma non agite secondo le loro opere, perché
essi dicono e non fanno. Legano infatti fardelli pesanti e difficili da portare
e li pongono sulle spalle della gente, ma essi non vogliono muoverli neppure
con un dito.
Tutte le loro opere le fanno per essere ammirati dalla gente: allargano i loro
filattèri e allungano le frange; si compiacciono dei posti d'onore nei
banchetti, dei primi seggi nelle sinagoghe, dei saluti nelle piazze, come anche
di essere chiamati "rabbì" dalla gente.
Ma voi non fatevi chiamare "rabbì", perché uno solo è il vostro Maestro e voi
siete tutti fratelli. E non chiamate "padre" nessuno di voi sulla terra, perché
uno solo è il Padre vostro, quello celeste. E non fatevi chiamare "guide",
perché uno solo è la vostra Guida, il Cristo.
Chi tra voi è più grande, sarà vostro servo; chi invece si esalterà, sarà
umiliato e chi si umilierà sarà esaltato». Parola del Signore.
TESTO:-
Dal Vangelo secondo Matteo. (Mt 20,17-28)
In quel tempo, mentre saliva a Gerusalemme, Gesù prese in disparte i dodici
discepoli e lungo il cammino disse loro: «Ecco, noi saliamo a Gerusalemme e il
Figlio dell'uomo sarà consegnato ai capi dei sacerdoti e agli scribi; lo
condanneranno a morte e lo consegneranno ai pagani perché venga deriso e
flagellato e crocifisso, e il terzo giorno risorgerà».
Allora gli si avvicinò la madre dei figli di Zebedèo con i suoi figli e si
prostrò per chiedergli qualcosa. Egli le disse: «Che cosa vuoi?». Gli rispose:
«Di' che questi miei due figli siedano uno alla tua destra e uno alla tua
sinistra nel tuo regno». Rispose Gesù: «Voi non sapete quello che chiedete.
Potete bere il calice che io sto per bere?». Gli dicono: «Lo possiamo». Ed egli
disse loro: «Il mio calice, lo berrete; però sedere alla mia destra e alla mia
sinistra non sta a me concederlo: è per coloro per i quali il Padre mio lo ha
preparato».
Gli altri dieci, avendo sentito, si sdegnarono con i due fratelli. Ma Gesù li
chiamò a sé e disse: «Voi sapete che i governanti delle nazioni dominano su di
esse e i capi le opprimono. Tra voi non sarà così; ma chi vuole diventare
grande tra voi, sarà vostro servitore e chi vuole essere il primo tra voi, sarà
vostro schiavo. Come il Figlio dell'uomo, che non è venuto per farsi servire,
ma per servire e dare la propria vita in riscatto per molti». Parola del
Signore.
RIFLESSIONI
Gli stessi errori che commettono i farisei, spesso anche noi li commettiamo. Cerchiamo la gloria e la visibilità nella nostra Chiesa, nelle nostre piccole comunità. Ho visto dissapori e tensioni per cose risibili e piccine, proprio in mezzo a coloro che dovrebbero essere luce e speranza per persone che abitano in uno stesso quartiere. Anche nelle nostre parrocchie, purtroppo, nascono dissidi e gelosie e meschine lotte di potere. Quanto stride l'annuncio della passione di Gesù rispetto alla richiesta di gloria da parte dei figli di Zebedeo! Eppure la loro miopia è la nostra... No, non sappiamo quello che chiediamo quando, invece di utilizzare tutte le nostre capacità a servizio del Vangelo, le usiamo per ritagliarci un posto d'onore in mezzo alla comunità. E non siamo certo disposti a dare tutto noi stessi così come solo Gesù ha saputo fare salendo sulla croce... Accanto alla croce, alla destra e alla sinistra di Gesù, non siederanno Giacomo e Giovanni, ma due ladroni. Se vogliamo ottenere la gloria che ci deriva dal Vangelo, mettiamoci in gioco fino in fondo con onestà, con verità, compassione.
TESTO:-
Dal Vangelo secondo Luca (Lc 16,19-31)
Gesù disse ai farisei:
«C'era un uomo ricco, che indossava vestiti di porpora e di lino finissimo, e
ogni giorno si dava a lauti banchetti. Un povero, di nome Lazzaro, stava alla
sua porta, coperto di piaghe, bramoso di sfamarsi con quello che cadeva dalla
tavola del ricco; ma erano i cani che venivano a leccare le sue piaghe.
Un giorno il povero morì e fu portato dagli angeli accanto ad Abramo. Morì
anche il ricco e fu sepolto. Stando negli inferi fra i tormenti, alzò gli occhi
e vide di lontano Abramo, e Lazzaro accanto a lui. Allora gridando disse:
"Padre Abramo, abbi pietà di me e manda Lazzaro a intingere nell'acqua la
punta del dito e a bagnarmi la lingua, perché soffro terribilmente in questa
fiamma".
Ma Abramo rispose: "Figlio, ricordati che, nella vita, tu hai ricevuto i
tuoi beni, e Lazzaro i suoi mali; ma ora in questo modo lui è consolato, tu
invece sei in mezzo ai tormenti. Per di più, tra noi e voi è stato fissato un
grande abisso: coloro che di qui vogliono passare da voi, non possono, né di lì
possono giungere fino a noi".
E quello replicò: "Allora, padre, ti prego di mandare Lazzaro a casa di
mio padre, perché ho cinque fratelli. Li ammonisca severamente, perché non
vengano anch'essi in questo luogo di tormento". Ma Abramo rispose:
"Hanno Mosè e i Profeti; ascoltino loro". E lui replicò: "No,
padre Abramo, ma se dai morti qualcuno andrà da loro, si convertiranno".
Abramo rispose: "Se non ascoltano Mosè e i Profeti, non saranno persuasi
neanche se uno risorgesse dai morti"». Parola del Signore.
RIFLESSIONI
Dell'uomo ricco della parabola di oggi non si dice nulla, non ha nemmeno un nome, e, probabilmente, non è una brutta persona. Ha invece un nome il povero che mendica alla sua porta: Lazzaro. Il ricco è troppo concentrato nelle sue cose per accorgersi di questo uomo che muore di fame sotto casa sua. È un uomo interamente concentrato su se stesso, non è particolarmente malvagio, ma non ha altro orizzonte se non il proprio. L'abisso che gli impedisce di raggiungere il padre Abramo teneramente abbracciato al suo Lazzaro, lo ha costruito con le sue stesse mani, e questo spazio nemmeno Abramo lo può colmare. Anche Dio fa quel che può... Se ci ostiniamo ad orientare la nostra vita lontano dai sentieri che ci portano alla pienezza, non possiamo certo lamentarci di non essere arrivati da nessuna parte! Stiamo attenti, allora, al demone dell'indifferenza che ci impedisce di riconoscere il volto del povero che mendica alla nostra porta. Questa Quaresima colmi l'abisso che troppo spesso creiamo intorno a noi. Accorgiamoci di chi ci sta intorno e diventiamo noi per primi l'abbraccio di Abramo per ogni uomo e ogni donna che vivono nella solitudine.
TESTO:-
Dal Vangelo secondo Matteo. (Mt 21,33-43.45)
In quel tempo, Gesù disse ai capi dei sacerdoti e agli anziani del popolo:
«Ascoltate un'altra parabola: c'era un uomo che possedeva un terreno e vi
piantò una vigna. La circondò con una siepe, vi scavò una buca per il torchio e
costruì una torre. La diede in affitto a dei contadini e se ne andò lontano.
Quando arrivò il tempo di raccogliere i frutti, mandò i suoi servi dai
contadini a ritirare il raccolto. Ma i contadini presero i servi e uno lo
bastonarono, un altro lo uccisero, un altro lo lapidarono. Mandò di nuovo altri
servi, più numerosi dei primi, ma li trattarono allo stesso modo.
Da ultimo mandò loro il proprio figlio dicendo: "Avranno rispetto per mio
figlio!". Ma i contadini, visto il figlio, dissero tra loro: "Costui è l'erede.
Su, uccidiamolo e avremo noi la sua eredità!". Lo presero, lo cacciarono fuori
dalla vigna e lo uccisero.
Quando verrà dunque il padrone della vigna, che cosa farà a quei contadini?».
Gli risposero: «Quei malvagi, li farà morire miseramente e darà in affitto la
vigna ad altri contadini, che gli consegneranno i frutti a suo tempo».
E Gesù disse loro: «Non avete mai letto nelle Scritture:
"La pietra che i costruttori hanno scartato
è diventata la pietra d'angolo;
questo è stato fatto dal Signore
ed è una meraviglia ai nostri occhi"?
Perciò io vi dico: a voi sarà tolto il regno di Dio e sarà dato a un popolo che
ne produca i frutti».
Udite queste parabole, i capi dei sacerdoti e i farisei capirono che parlava di
loro. Cercavano di catturarlo, ma ebbero paura della folla, perché lo
considerava un profeta. Parola del Signore.
RIFLESSIONI
"Da ultimo mandò loro il proprio figlio dicendo: "Avranno rispetto di
mio figlio! Ma quei vignaioli, visto il figlio, dissero tra sé: Costui è
l'erede, venite, uccidiamolo, e avremo noi l'eredità. E, presolo, lo cacciarono
fuori dalla vigna e l'uccisero." Mt 21, 37-39
Attraverso questa Parola riusciamo ad intuire lo stato d'animo del Signore
Gesù. Ha fatto di tutto per annunciare le caratteristiche del Regno di Dio che
lui è venuto a portare; ha guarito gli infermi; ha risuscitato i morti. Eppure,
attorno a lui c'è un clima di sospetto, di violenza, di rifiuto. Il Maestro
allora ricorre alla parabola. La vigna amata dal Signore rappresenta ciascuno
di noi e il popolo di Dio in generale. Dio la ama con passione e si aspetta un
raccolto abbondante. Invece riceve insofferenza e violenza. Lo stesso capita
oggi. Quanti inviati di Dio sono stati e sono ancora maltrattati nel mondo:
pensiamo ai paesi del medio oriente, dell'Africa e dell'Asia: essere cristiani
in molti di questi paesi è pericoloso. Anche in Italia, e in occidente in
generale, il cristianesimo e i veri cristiani subiscono spesso umiliazioni e
pregiudizi. E c'è un'altra dimensione da non dimenticare: la vigna rappresenta
ciascuno di noi. E ciascuno di noi ambisce a diventare padrone assoluto della
sua vita, a conquistarsi la propria presunta "libertà" buttando fuori
dalla nostra vita ogni riferimento a Dio pensiamo di diventarne padroni e non
custodi. Eppure il nostro Dio continua a guardare la sua vigna, che siamo noi,
con gli occhi dell'amore e la circonda di cure: che cosa potevo fare per te e
non ho fatto? Canto d'amore di un Dio appassionato. E noi cosa rispondiamo?
Oggi, la nostra preghiera silenziosa sarà un canto di riconoscenza e lode.
La voce di Paola (15 anni)
"Signore, mio Dio, ogni giorno tu sei pronto ad illuminare la mia giornata
come il sole e io non sempre sono disposta ad aprire la mia finestra a te.
Rendici capaci di tingere il mondo di tanti, bellissimi colori come questo sole
sta facendo nel cielo. Ciao, Signore, buona giornata."
TESTO:-
Dal Vangelo secondo Luca. (Lc 15,1-3.11-32)
In quel tempo, si avvicinavano a lui tutti i pubblicani e i peccatori per
ascoltarlo. I farisei e gli scribi mormoravano dicendo: «Costui accoglie i
peccatori e mangia con loro». Ed egli disse loro questa parabola:
«Un uomo aveva due figli. Il più giovane dei due disse al padre: "Padre, dammi
la parte di patrimonio che mi spetta". Ed egli divise tra loro le sue sostanze.
Pochi giorni dopo, il figlio più giovane, raccolte tutte le sue cose, partì per
un paese lontano e là sperperò il suo patrimonio vivendo in modo dissoluto.
Quando ebbe speso tutto, sopraggiunse in quel paese una grande carestia ed egli
cominciò a trovarsi nel bisogno. Allora andò a mettersi al servizio di uno
degli abitanti di quella regione, che lo mandò nei suoi campi a pascolare i
porci. Avrebbe voluto saziarsi con le carrube di cui si nutrivano i porci; ma
nessuno gli dava nulla. Allora ritornò in sé e disse: "Quanti salariati di mio
padre hanno pane in abbondanza e io qui muoio di fame! Mi alzerò, andrò da mio
padre e gli dirò: Padre, ho peccato verso il Cielo e davanti a te; non sono più
degno di essere chiamato tuo figlio. Trattami come uno dei tuoi salariati". Si
alzò e tornò da suo padre.
Quando era ancora lontano, suo padre lo vide, ebbe compassione, gli corse
incontro, gli si gettò al collo e lo baciò. Il figlio gli disse: "Padre, ho
peccato verso il Cielo e davanti a te; non sono più degno di essere chiamato
tuo figlio". Ma il padre disse ai servi: "Presto, portate qui il vestito più
bello e fateglielo indossare, mettetegli l'anello al dito e i sandali ai piedi.
Prendete il vitello grasso, ammazzatelo, mangiamo e facciamo festa, perché
questo mio figlio era morto ed è tornato in vita, era perduto ed è stato
ritrovato". E cominciarono a far festa.
Il figlio maggiore si trovava nei campi. Al ritorno, quando fu vicino a casa,
udì la musica e le danze; chiamò uno dei servi e gli domandò che cosa fosse
tutto questo. Quello gli rispose: "Tuo fratello è qui e tuo padre ha fatto
ammazzare il vitello grasso, perché lo ha riavuto sano e salvo". Egli si
indignò, e non voleva entrare. Suo padre allora uscì a supplicarlo. Ma egli
rispose a suo padre: "Ecco, io ti servo da tanti anni e non ho mai disobbedito
a un tuo comando, e tu non mi hai mai dato un capretto per far festa con i miei
amici. Ma ora che è tornato questo tuo figlio, il quale ha divorato le tue
sostanze con le prostitute, per lui hai ammazzato il vitello grasso". Gli
rispose il padre: "Figlio, tu sei sempre con me e tutto ciò che è mio è tuo; ma
bisognava far festa e rallegrarsi, perché questo tuo fratello era morto ed è
tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato"». Parola del Signore.
RIFLESSIONI
Ma bisognava far festa e rallegrarsi
È giusto per noi riflettere su quanto il Padre dice al figlio maggiore per
convincerlo ad entrare nella sala della festa: "ma bisognava far festa e
rallegrarsi, perché questo tuo fratello era morto ed è tornato in vita, era
perduto ed è stato ritrovato". Bisogna, è obbligatorio, si deve fare
festa. È questo un imperativo di giustizia che non viene dal cuore dell'uomo,
ma dal cuore di Dio. Se il Padre celeste manda il Figlio Suo e lo dona ad ogni
uomo dalla Croce, da Trafitto, Inchiodato, Suppliziato, Lacerato, Squarciato,
lo dona per la nostra risurrezione, vita eterna e noi dalla morte passiamo alla
vita, allora si deve fare festa, è giusto rallegrarsi, bisogna esultare. Il
peccato è stato vinto. La stoltezza abbattuta. L'insipienza cancellata. Il male
vinto. È una grande vittoria e si deve gioire. Se non abbiamo questa visione di
fede, ci rimane quella misera visione di stolta immanenza che ci fa pensare al
capretto da mangiare con gli amici.
È tristissima la visione di immanenza che ha il figlio maggiore. Non vede con
gli occhi del Padre, della verità, dell'amore, della giustizia. Non vede con
gli occhi di Cristo Gesù Crocifisso. Non vede con l'amore dello Spirito Santo
che sgorga dal costato di Gesù trafitto. Vede con gli occhi della carne, pensa
secondo la carne, ama secondo la carne. Manca della vera visione di Dio e degli
uomini. Lui vede solo con gli occhi di Satana e per questo si rattrista. Pensa
solo a qualche misero bene terreno che il fratello ha sciupato, dilapidato,
perso. Non vede che il bene più grande è proprio suo fratello che è stato
riportato in vita. Quest'uomo manca di vera visione umana. Lui non sa chi è un
uomo. Non sa che Dio perde se stesso per l'uomo, si perde sulla croce, sulla
croce si annienta, Lui, Dio, il Signore, per riportare in vita i figli perduti,
smarriti, traviati, che gli stanno dilapidando tutta la sua stupenda creazione.
Ma Lui sarebbe disposto a perdere tutto l'universo per un suo figlio che torna
nella sua casa. Ha perso se stesso, può anche perdere le sue cose. L'uomo vale
più di tutto l'universo.
Vergine Maria, Madre della Redenzione, Angeli, Santi, dateci una vera visione
di fede.