IL VANGELO DEL GIORNO I DOMENICA E SETTIMANA DEL TEMPO DI QUARESIMA ANNO A IL VANGELO NEL 21° SECOLO
Tutti abbiamo bisogno di conversione e di guarigione, e Gesù ci prende così come siamo
TESTO:-
Dal Vangelo secondo Matteo. (Mt 4,1-11)
In quel tempo, Gesù fu condotto dallo Spirito nel deserto, per essere
tentato dal diavolo. Dopo aver digiunato quaranta giorni e quaranta notti, alla
fine ebbe fame. Il tentatore gli si avvicinò e gli disse: «Se tu sei Figlio di
Dio, di' che queste pietre diventino pane». Ma egli rispose: «Sta scritto: "Non
di solo pane vivrà l'uomo, ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio"».
Allora il diavolo lo portò nella città santa, lo pose sul punto più alto del
tempio e gli disse: «Se tu sei Figlio di Dio, gèttati giù; sta scritto infatti:
"Ai suoi angeli darà ordini a tuo riguardo ed essi ti porteranno sulle loro
mani perché il tuo piede non inciampi in una pietra"». Gesù gli rispose: «Sta
scritto anche: "Non metterai alla prova il Signore Dio tuo"».
Di nuovo il diavolo lo portò sopra un monte altissimo e gli mostrò tutti i
regni del mondo e la loro gloria e gli disse: «Tutte queste cose io ti darò se,
gettandoti ai miei piedi, mi adorerai». Allora Gesù gli rispose: «Vàttene,
satana! Sta scritto infatti: "Il Signore, Dio tuo, adorerai: a lui solo
renderai culto"».
Allora il diavolo lo lasciò, ed ecco degli angeli gli si avvicinarono e lo servivano.
Parola del Signore.
RIFLESSIONI
Gesù viene presentato
come il nuovo Adamo che, contrariamente al primo, resiste alla tentazione.
Ma egli è anche il rappresentante del nuovo Israele che, contrariamente al
popolo di Dio durante la traversata del deserto che durò quarant'anni, rimette
radicalmente la sua vita nelle mani di Dio - mentre il popolo regolarmente
rifiutava di essere condotto da Dio.
In ognuno dei tre tentativi di seduzione, si tratta della fiducia in Dio. Si
dice, nel Deuteronomio (Dt 6,4): "Ascolta, Israele: Il Signore è il nostro Dio,
il Signore è uno solo. Tu amerai il Signore tuo Dio con tutto il cuore, con
tutta l'anima e con tutte le forze". Significa esigere che Dio sia il solo ad
essere amato da Israele, il solo di cui fidarsi. Ciò significa anche rinunciare
alla propria potenza, a "diventare come Dio" (Gen 3,5).
A tre riprese, Satana tenta Gesù a servirsi del suo potere: della sua facoltà
di fare miracoli (v. 3), della potenza della sua fede che pretenderebbe
obbligare Dio (v. 6), della dominazione del mondo sottomettendosi a Satana e al
suo governo di violenza (v. 9). Gesù resiste perché Dio è nel cuore della sua
esistenza, perché egli vive grazie alla sua parola (v. 4), perché egli ha
talmente fiducia in lui che non vuole attentare alla sua sovranità né alla sua
libertà (v. 7), perché egli sa di essere impegnato esclusivamente a servirlo
(v. 10).
TESTO:-
Dal Vangelo secondo Matteo. (Mt 25,31-46)
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Quando il Figlio dell'uomo verrà nella sua gloria, e tutti gli angeli con lui,
siederà sul trono della sua gloria. Davanti a lui verranno radunati tutti i
popoli. Egli separerà gli uni dagli altri, come il pastore separa le pecore
dalle capre, e porrà le pecore alla sua destra e le capre alla sinistra.
Allora il re dirà a quelli che saranno alla sua destra: "Venite, benedetti del
Padre mio, ricevete in eredità il regno preparato per voi fin dalla creazione
del mondo, perché ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi
avete dato da bere, ero straniero e mi avete accolto, nudo e mi avete vestito,
malato e mi avete visitato, ero in carcere e siete venuti a trovarmi".
Allora i giusti gli risponderanno: "Signore, quando ti abbiamo visto affamato e
ti abbiamo dato da mangiare, o assetato e ti abbiamo dato da bere? Quando mai
ti abbiamo visto straniero e ti abbiamo accolto, o nudo e ti abbiamo vestito?
Quando mai ti abbiamo visto malato o in carcere e siamo venuti a visitarti?". E
il re risponderà loro: "In verità io vi dico: tutto quello che avete fatto a
uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l'avete fatto a me".
Poi dirà anche a quelli che saranno alla sinistra: "Via, lontano da me,
maledetti, nel fuoco eterno, preparato per il diavolo e per i suoi angeli,
perché ho avuto fame e non mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e non mi
avete dato da bere, ero straniero e non mi avete accolto, nudo e non mi avete
vestito, malato e in carcere e non mi avete visitato".
Anch'essi allora risponderanno: "Signore, quando ti abbiamo visto affamato o
assetato o straniero o nudo o malato o in carcere, e non ti abbiamo servito?".
Allora egli risponderà loro: "In verità io vi dico: tutto quello che non avete
fatto a uno solo di questi più piccoli, non l'avete fatto a me".
E se ne andranno: questi al supplizio eterno, i giusti invece alla vita
eterna». Parola del Signore.
RIFLESSIONI
Il brano del Vangelo di oggi è chiaro: saremo giudicati sull'amore. Gesù ci mostra molti modi di esercitare la carità fraterna. E aggiunge queste parole straordinarie: "Ogni volta che avete fatto queste cose a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l'avete fatto a me". Lui, il Figlio di Dio, che ha voluto nascere, vivere e soprattutto morire in una povertà estrema, si identifica in tutti i poveri, in tutti i più piccoli. Il cristiano che vuole prendere sul serio questo brano del Vangelo, vede con occhi nuovi ogni povero che incontra sul suo cammino. Spesso noi ci preoccupiamo molto per un membro della nostra famiglia che è disoccupato, per esempio, oppure che si trova in prigione. Ma siamo afflitti nello stesso modo quando, leggendo il giornale o ascoltando le notizie, apprendiamo le sofferenze terribili che colpiscono tanti altri uomini? Riusciamo almeno a pregare per loro come faceva Teresa di Lisieux per quel criminale di cui ottenne, da lontano, la conversione? Gesù dice: "questi miei fratelli" e non "vostri". Durante questa Quaresima, se vogliamo essere fedeli al nostro battesimo, ricordiamoci che la Chiesa è la nostra prima famiglia, la Chiesa non soltanto dei battezzati, ma di tutti gli uomini, poiché Gesù è morto per tutti. Almeno nella preghiera, cerchiamo di essere più aperti ad ogni miseria dei nostri fratelli. Facciamo dei sacrifici per tutti coloro che soffrono. Sappiamo essere il buon Samaritano per il prossimo che Gesù mette sul nostro cammino.
TESTO:-
Dal Vangelo secondo Matteo. (Mt 6,7-15)
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Pregando, non sprecate parole come i pagani: essi credono di venire ascoltati
a forza di parole. Non siate dunque come loro, perché il Padre vostro sa di
quali cose avete bisogno prima ancora che gliele chiediate.
Voi dunque pregate così:
Padre nostro che sei nei cieli,
sia santificato il tuo nome,
venga il tuo regno,
sia fatta la tua volontà,
come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano,
e rimetti a noi i nostri debiti
come anche noi li rimettiamo ai nostri debitori,
e non abbandonarci alla tentazione,
ma liberaci dal male.
Se voi infatti perdonerete agli altri le loro colpe, il Padre vostro che è nei
cieli perdonerà anche a voi; ma se voi non perdonerete agli altri, neppure il
Padre vostro perdonerà le vostre colpe». Parola del Signore.
RIFLESSIONI
Il tempo di Quaresima deve essere innanzi tutto un tempo di
preghiera, e la Chiesa vuole subito mostrarci la preghiera che deve essere il
nostro modello: quella che Gesù ha insegnato ai suoi discepoli per farli
entrare nella nuova religione da lui apportata. Ciò che vi è di assolutamente
nuovo in questa religione è che essa ci fa guardare a Dio non più solamente
come al creatore onnipotente, ma come al Padre nostro. Dio è nostro Padre! Il
solo nome di "Padre" può immergere i nostri cuori nell'adorazione. Siamo dunque
lontani dalle "ripetizioni dei pagani". È così liberatorio pensare che Dio è
nostro Padre! Non vi è più affanno, paura, preoccupazione: vi è la fiducia!
Abbiamo un Padre che conosce tutti i nostri bisogni. Allora, possiamo
pronunciare con Gesù le parole del tutto disinteressate della sua preghiera,
non pensare più che alla gloria di nostro Padre, al suo regno, alla sua volontà.
Ma Gesù precisa subito: Padre "Nostro". Egli sottolinea così la fratellanza tra
tutti gli uomini che egli è venuto a consacrare per mezzo del suo sangue sulla
croce.
Il "Padre nostro" è una preghiera filiale, ma è anche la preghiera fraterna per
eccellenza. È il motivo per cui Gesù insiste tanto sul perdono. Possiamo essere
grandi peccatori, possiamo essere criminali, e dire il "Padre nostro". Ma a
condizione di voler cambiare vita, chiedere perdono e perdonare tutti, a
condizione di non voler serbare nessun risentimento nel fondo del nostro cuore.
Così, così solamente, saremo veramente figli del Padre.
TESTO:-
Dal Vangelo secondo Luca. (Lc 11,29-32)
In quel tempo, mentre le folle si accalcavano, Gesù cominciò a dire:
«Questa generazione è una generazione malvagia; essa cerca un segno, ma non le
sarà dato alcun segno, se non il segno di Giona. Poiché, come Giona fu un segno
per quelli di Nìnive, così anche il Figlio dell'uomo lo sarà per questa
generazione.
Nel giorno del giudizio, la regina del Sud si alzerà contro gli uomini di
questa generazione e li condannerà, perché ella venne dagli estremi confini della
terra per ascoltare la sapienza di Salomone. Ed ecco, qui vi è uno più grande
di Salomone.
Nel giorno del giudizio, gli abitanti di Nìnive si alzeranno contro questa
generazione e la condanneranno, perché essi alla predicazione di Giona si
convertirono. Ed ecco, qui vi è uno più grande di Giona». Parola del Signore.
RIFLESSIONI
Gesù è "più di
Salomone", del quale l'Antico Testamento celebra la sapienza. Egli vuole
farci penetrare in quella "sapienza di Dio" che è "follia" finché noi la
vediamo dall'esterno, cioè nel mistero della sua croce.
Di fronte ai giudei che da lui reclamano un segno, Gesù proclama che nella
religione che egli istituirà non saranno i segni esteriori i più importanti.
Egli compirà ogni genere di miracolo, ma il grande segno, il solo segno che
deve essere il sostegno estremo di tutti coloro che credono in lui, è la sua
morte e la sua risurrezione. Dio ci concede generalmente molti segni del suo
amore, della sua presenza. Ma quando la nostra unione con Gesù diventa più
profonda, possiamo conoscere dei momenti di grande debolezza, passare
attraverso ogni sorta di purificazione, attraverso delle morti, delle agonie a
volte molto dolorose. Ma questi momenti sono sempre seguiti da momenti di
grazia, di risurrezione del nostro cuore. Gesù ci insegna a camminare senza
timore su questa stretta via che ci unisce a lui nei suoi misteri.
TESTO:-
Dal Vangelo secondo Matteo. (Mt 7,7-12)
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Chiedete e vi sarà dato; cercate e troverete, bussate e vi sarà aperto. Perché
chiunque chiede riceve, e chi cerca trova, e a chi bussa sarà aperto.
Chi di voi, al figlio che gli chiede un pane, darà una pietra? E se gli chiede
un pesce, gli darà una serpe? Se voi, dunque, che siete cattivi, sapete dare
cose buone ai vostri figli, quanto più il Padre vostro che è nei cieli darà
cose buone a quelli che gliele chiedono!
Tutto quanto volete che gli uomini facciano a voi, anche voi fatelo a loro:
questa infatti è la Legge e i Profeti». Parola del Signore.
RIFLESSIONI
Questa infatti è la
Legge e i Profeti
La Legge del Signore è data per insegnare all'uomo come si ama l'altro uomo. È
il cuore di Dio la fonte dell'amore, della santità, della verità dell'uomo e
delle cose. È il cuore di Dio che scrive la Legge del vero amore. Amore vero
verso Dio. Amore vero verso l'uomo, ogni uomo. Quando un solo uomo viene
escluso dal nostro amore, noi non amiamo secondo la Legge di Dio. Essa non
esclude nessun uomo, mai. Anzi, secondo il cuore di Dio, il prossimo da amare è
proprio quello che le nostre leggi molte volte escludono: lo straniero, il
forestiero, il nemico, colui che ci ha fatto del male. La santità di Dio è
l'amore. L'uomo deve sempre respirare la santità di Dio. È la Legge della vita,
anzi la Legge della vita eterna. Chi vuole respirare Dio per l'eternità deve
amare l'uomo così come Dio vuole che venga amato. Ognuno lo deve amare come se
stesso, senza alcuna differenza. Chi fa differenze non ama.
Il Signore parlò a Mosè e disse: «Parla a tutta la comunità degli Israeliti
dicendo loro: "Siate santi, perché io, il Signore, vostro Dio, sono santo.
Ognuno di voi rispetti sua madre e suo padre; osservate i miei sabati. Io sono
il Signore, vostro Dio. Quando mieterete la messe della vostra terra, non mieterete
fino ai margini del campo, né raccoglierete ciò che resta da spigolare della
messe; quanto alla tua vigna, non coglierai i racimoli e non raccoglierai gli
acini caduti: li lascerai per il povero e per il forestiero. Io sono il
Signore, vostro Dio. Non ruberete né userete inganno o menzogna a danno del
prossimo. Non opprimerai il tuo prossimo, né lo spoglierai di ciò che è suo;
non tratterrai il salario del bracciante al tuo servizio fino al mattino dopo.
Non maledirai il sordo, né metterai inciampo davanti al cieco, ma temerai il
tuo Dio. Io sono il Signore. Non commetterete ingiustizia in giudizio; non
tratterai con parzialità il povero né userai preferenze verso il potente:
giudicherai il tuo prossimo con giustizia.
Non andrai in giro a spargere calunnie fra il tuo popolo né coopererai alla
morte del tuo prossimo. Io sono il Signore. Non coverai nel tuo cuore odio
contro il tuo fratello; rimprovera apertamente il tuo prossimo, così non ti
caricherai di un peccato per lui. Non ti vendicherai e non serberai rancore
contro i figli del tuo popolo, ma amerai il tuo prossimo come te stesso. Io
sono il Signore. Non profanare tua figlia prostituendola, perché il paese non
si dia alla prostituzione e non si riempia di infamie. Àlzati davanti a chi ha
i capelli bianchi, onora la persona del vecchio e temi il tuo Dio. Io sono il
Signore. Quando un forestiero dimorerà presso di voi nella vostra terra, non lo
opprimerete. Il forestiero dimorante fra voi lo tratterete come colui che è
nato fra voi; tu l'amerai come te stesso, perché anche voi siete stati
forestieri in terra d'Egitto. Io sono il Signore, vostro Dio. Non commetterete
ingiustizia nei giudizi, nelle misure di lunghezza, nei pesi o nelle misure di
capacità. Avrete bilance giuste, pesi giusti, efa giusta, hin giusto. Io sono
il Signore, vostro Dio, che vi ho fatto uscire dalla terra d'Egitto"»
(Cfr. Lev 19,1-37).
I Profeti portano la santità della Legge nella più alta verità e santità di
Dio. Essi pongono al centro di tutto non però una Legge separata da Dio, ma Dio
dal cui cuore scaturisce la Legge. Il cuore di Dio è misericordioso, pietoso,
caritatevole, sempre pronto al perdono. È un cuore perennemente aperto verso
l'uomo. Anche il cuore dell'uomo dovrà essere ad immagine del cuore di Dio:
aperto, accogliente, pietoso.
Gesù non pone il Padre al centro dell'amore, ma il cuore dell'uomo. Lui vuole
che la stessa legge di amore che l'uomo applica per sé deve lui applicarla per
gli altri. Il cuore dell'uomo sa sempre qual è il bene per se stesso. Deve
sempre saperlo per gli altri. Se lui fa disparità e applica due misure, una per
sé e la seconda per gli altri, larga per sé ristretta per gli altri è iniquo.
Non ama. Non è ad immagine di Dio. Non ama Dio. Anche se si dice cristiano, non
lo è. Cristiano è colui che ama secondo la misura del cuore di Gesù. Questo
cuore è dalla misura ampia, larga, infinita, divina, eterna, senza misura.
Vergine Maria, Madre della Redenzione, Angeli, Santi, dateci il cuore di Cristo
Gesù.
TESTO:-
Dal Vangelo secondo Matteo. (Mt 5,20-26)
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Se la vostra giustizia non supererà quella degli scribi e dei farisei, non
entrerete nel regno dei cieli.
Avete inteso che fu detto agli antichi: "Non ucciderai"; chi avrà ucciso dovrà
essere sottoposto al giudizio. Ma io vi dico: chiunque si adira con il proprio
fratello dovrà essere sottoposto al giudizio. Chi poi dice al fratello:
"Stupido", dovrà essere sottoposto al sinèdrio; e chi gli dice: "Pazzo", sarà
destinato al fuoco della Geènna.
Se dunque tu presenti la tua offerta all'altare e lì ti ricordi che tuo
fratello ha qualche cosa contro di te, lascia lì il tuo dono davanti
all'altare, va' prima a riconciliarti con il tuo fratello e poi torna a offrire
il tuo dono.
Mettiti presto d'accordo con il tuo avversario mentre sei in cammino con lui,
perché l'avversario non ti consegni al giudice e il giudice alla guardia, e tu
venga gettato in prigione. In verità io ti dico: non uscirai di là finché non
avrai pagato fino all'ultimo spicciolo!». Parola del Signore.
RIFLESSIONI
Gesù vuole farci "salire" con lui a Gerusalemme: egli non
vuole che noi restiamo nella "pianura". Vuole che siamo "perfetti come il
nostro Padre"! Com'è possibile questo? La perfezione che Gesù ci mostra, non lo
capiremo mai abbastanza, non si pone sul piano della giustizia: non si tratta
di voler esercitare alla perfezione tutte le virtù morali, di non commettere
nessun errore nei confronti della legge di Dio. Ne siamo veramente incapaci! Si
tratta piuttosto di imitare prontamente il Padre in ciò che più gli è proprio:
il suo amore misericordioso e senza limiti.
Si tratta di avere nei nostri cuori i sentimenti di veri figli e figli del
Padre. Con ciò, Gesù ci chiede soprattutto una delicatezza estrema nei nostri
rapporti di fratellanza. Non arrabbiarsi mai con un fratello, non trattarlo mai
da stupido, non fosse che con il pensiero, non è cosa da poco! Ma Gesù che
conosce benissimo il cuore del Padre, dà una tale importanza all'amore fraterno
da arrivare a raccomandarci di "lasciare il dono davanti all'altare" per andare
a riconciliarci con un nostro fratello. Difatti, ci capita talvolta di
percepire come un'ombra, come un peso sul nostro cuore, e abbiamo un bel
pregare: nostro Padre sembra lontano; è probabilmente perché serbiamo un
risentimento, una tentazione di collera, un rancore nei confronti di un
fratello. E Dio attende che noi perdoniamo. Tale è la legge costante della
misericordia: la riceviamo dal Padre nella misura in cui la professiamo con i
nostri fratelli. Ma è l'amore infinito che abita nei nostri cuori che ce ne
rende capaci.
TESTO:-
Dal Vangelo secondo Matteo. (Mt 5,43-48)
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Avete inteso che fu detto: "Amerai il tuo prossimo" e odierai il tuo nemico.
Ma io vi dico: amate i vostri nemici e pregate per quelli che vi perseguitano,
affinché siate figli del Padre vostro che è nei cieli; egli fa sorgere il suo
sole sui cattivi e sui buoni, e fa piovere sui giusti e sugli ingiusti.
Infatti, se amate quelli che vi amano, quale ricompensa ne avete? Non fanno
così anche i pubblicani? E se date il saluto soltanto ai vostri fratelli, che
cosa fate di straordinario? Non fanno così anche i pagani?
Voi, dunque, siate perfetti come è perfetto il Padre vostro celeste». Parola
del Signore.
RIFLESSIONI
Quando leggiamo il brano di Vangelo di oggi, dobbiamo
soprattutto pregare, dobbiamo implorare Gesù per poterlo vivere pienamente.
Dobbiamo supplicare lo Spirito Santo di cambiare i nostri cuori al punto di
poter perdonare e amare come Gesù, che ci ha dato la più grande prova del suo
amore per noi sulla croce.
È umano, è naturale che noi non possiamo amare i nostri nemici. Possiamo a
stento evitare di ripagarli con gli stessi torti, ed è già molto! Ma Gesù ci
chiama a molto di più. Egli ci dice di "amarli e di pregare per loro". Dio ha
creato il nostro cuore in modo che esso non possa essere neutrale. Quando
restiamo indifferenti nei confronti di qualcuno, siamo incapaci di scoprire ciò
che vi è di migliore in lui, siamo incapaci di perdonarlo veramente. Si tratta
ancora, quindi, di imitare il nostro Padre celeste, non nella sua potenza,
nella sua saggezza, nella sua intelligenza, ma nella sua bontà e nella sua
misericordia. Lui che non solo "fa sorgere il suo sole sopra i malvagi e sopra
i buoni, e fa piovere sopra i giusti e sopra gli ingiusti", ma che ha
sacrificato il suo Figlio, il suo Figlio prediletto, per Giuda come per il buon
ladrone, per tutti gli uomini.