IO SONO LA LUCE DEL MONDO IL VANGELO DEL GIORNO DOMENICA DI PASQUA E SETTIMANA ANNO B IL VANGELO NEL 21° SECOLO
Questo è il giorno che ha fatto il Signore: rallegriamoci ed esultiamo
TESTO:-
Dal Vangelo secondo Giovanni. (Gv 20,1-9)
Il primo giorno della settimana, Maria di Màgdala si recò al sepolcro di
mattino, quando era ancora buio, e vide che la pietra era stata tolta dal
sepolcro.
Corse allora e andò da Simon Pietro e dall'altro discepolo, quello che Gesù
amava, e disse loro: «Hanno portato via il Signore dal sepolcro e non sappiamo
dove l'hanno posto!».
Pietro allora uscì insieme all'altro discepolo e si recarono al sepolcro.
Correvano insieme tutti e due, ma l'altro discepolo corse più veloce di Pietro
e giunse per primo al sepolcro. Si chinò, vide i teli posati là, ma non entrò.
Giunse intanto anche Simon Pietro, che lo seguiva, ed entrò nel sepolcro e
osservò i teli posati là, e il sudario - che era stato sul suo capo - non
posato là con i teli, ma avvolto in un luogo a parte.
Allora entrò anche l'altro discepolo, che era giunto per primo al sepolcro, e
vide e credette. Infatti non avevano ancora compreso la Scrittura, che cioè
egli doveva risorgere dai morti. Parola del Signore.
Sequenza
Alla vittima pasquale,
s'innalzi oggi il sacrificio di lode.
L'Agnello ha redento il suo gregge,
l'Innocente ha riconciliato
noi peccatori col Padre.Morte e Vita si sono affrontate
in un prodigioso duello.
Il Signore della vita era morto;
ma ora, vivo, trionfa.«Raccontaci, Maria:
che hai visto sulla via?».
«La tomba del Cristo vivente,
la gloria del Cristo risorto,
e gli angeli suoi testimoni,
il sudario e le sue vesti.
Cristo, mia speranza, è risorto:
precede i suoi in Galilea».Sì, ne siamo certi:
Cristo è davvero risorto.
Tu, Re vittorioso,
abbi pietà di noi.
RIFLESSIONI
EGLI DOVEVA RISUSCITARE DAI MORTI Gv 20,1-9
È la Pasqua di Resurrezione di Gesù, un momento storico ma
pieno di mistero, un fatto inusitato e al solo ripeterlo manda in crisi i più
increduli. Un Uomo è Risorto, ma nessun uomo ha questa facoltà, il potere di
disporre della sua vita come desidera. D'altronde, se un uomo è morto non ha
alcuna capacità né possibilità di decidere come e quale azione compiere.
L'uomo mortale è limitatissimo, basta poco per patire una
grave malattia, per smarrire l'onesta identità, per perdere tutto quello che
ha, anche gli affetti più assicurati. Chi è l'uomo fatto di fango che si muove
in questo mondo e pretende di sostituirsi anche a Dio?
Alla prima tribolazione cade precipitosamente e spesso non
trova alcun appiglio per rialzarsi. L'uomo da solo è un composto di egoismo,
orgoglio e superbia, si illude di poter fare a meno di Gesù e vive con forte
agitazione e crescente apprensione, tanto che la pressione arteriosa è sempre
più alta del normale.
L'umanità è poco attenta al fine dell'esistenza, ciò per cui
vale la pena vivere e sacrificarsi, essa è troppo concentrata sui mezzi che
devono produrre necessariamente piaceri incessanti, e se non li trovano in un
modo cercano altre condizioni per soddisfare la carne. Proprio la carne si
decomporrà e diventerà cenere, mentre l'anima vivrà eternamente ed è l'anima
nell'aldilà a dare forma al corpo.
A Gesù non è avvenuto questo, il suo Santissimo Corpo non si
è decomposto e la sua Anima non ha dovuto dare forma spirituale al Corpo per
renderlo visibile. Gesù è Risorto con il suo Corpo autentico, questo è
l'annuncio che sconvolge tutti, la sua Resurrezione fa tremare tutte le
montagne del mondo, a cominciare dalla catena montuosa dell'Himalaya lunga
circa 2.400 km dove si trovano le cime più alte della terra, come l'Everest
(8848 metri), il K2 (8611 metri).
La Resurrezione di Gesù scompiglia tutti i calcoli umani,
capovolge la forza della natura la quale si sottomette a Lui, tutto diventa
sottoposto al Figlio dell'Uomo e nessuna cosa può sentirsi libera dal potere
Onnipotente di un Dio che mostra di poter morire nel Corpo di Carne ma di
risorgere quando stabilisce, perché è il Signore della Vita.
Gesù è il Vivente, ai suoi nemici è apparso debole dopo che
aveva dimostrato l'Onnipotenza nel far risorgere i morti, che aveva dominato
ogni forma di malattia e aveva comandato anche alla natura sconvolta in una
notte di pesca con gli Apostoli tramortiti, di calmarsi, di tacere.
«Nel frattempo si sollevò una gran tempesta di vento e
gettava le onde nella barca, tanto che ormai era piena. Gesù se ne stava a
poppa, sul cuscino, e dormiva. Allora Lo svegliarono e gli dissero: "Maestro,
non T'importa che moriamo?». Destatosi, sgridò il vento e disse al mare: "Taci,
calmati!". Il vento cessò e vi fu grande bonaccia. Poi disse loro: "Perché
siete così paurosi? Non avete ancora fede?". E furono presi da grande timore e
si dicevano l'un l'altro: "Chi è dunque Costui, al quale anche il vento e il
mare obbediscono?"» (Mc 4,37-41).
I miracoli e l'Onnipotenza di Gesù che conosciamo dal
Vangelo, non sono assolutamente rimasti nel Sepolcro di Giuseppe d'Arimatea,
non poteva avvenire perché il Signore è Risorto, è vivo come duemila anni fa ma
con il suo autentico Corpo glorificato. Infatti dopo la sua Resurrezione per
convincere gli Apostoli che veramente era vivo, quindi Risorto, mangiava
insieme a loro del pesce, proprio come faceva nei tempi passati.
«Quando già era l'alba Gesù si presentò sulla riva, ma i
discepoli non si erano accorti che era Gesù. Gesù disse loro: "Figlioli, non
avete nulla da mangiare?". Gli risposero: "No". Allora disse loro: "Gettate la
rete dalla parte destra della barca e troverete". La gettarono e non potevano
più tirarla su per la gran quantità di pesci. Allora quel discepolo che Gesù
amava disse a Pietro: "È il Signore!". Simon Pietro appena udì che era il
Signore, si cinse ai fianchi il camiciotto, poiché era spogliato, e si gettò in
mare. Gli altri discepoli invece vennero con la barca, trascinando la rete piena
di pesci: infatti non erano lontani da terra se non un centinaio di metri.
Appena scesi a terra, videro un fuoco di brace con del pesce
sopra, e del pane. Disse loro Gesù: "Portate un po' del pesce che avete preso
or ora". Allora Simon Pietro salì nella barca e trasse a terra la rete piena di
centocinquantatrè grossi pesci. E benché fossero tanti, la rete non si spezzò.
Gesù disse loro: "Venite a mangiare". E nessuno dei discepoli osava
domandargli: "Chi sei?", poiché sapevano bene che era il Signore.
Allora Gesù si avvicinò, prese il pane e lo diede a loro, e
così pure il pesce. Questa era la terza volta che Gesù si manifestava ai
discepoli, dopo essere risuscitato dai morti» (Gv 214-14).
Mi commuovono questi brani, la bontà di Gesù è indefinibile,
non ci sono termini per darle una adeguata valutazione. Fece trovare un fuoco
di brace e del pesce che si arrostiva, anche del pane, tutto era comunque un
miracolo, tutto apparso dal nulla, come solo un Dio vivo e vero era capace di
fare.
La società oggi non aiuta a vivere cristianamente e anche i
cristiani deboli vengono assorbiti in un vortice di vanità e di vita sprecata,
perdendo ogni riferimento verso Gesù per la forza irresistibile delle pressioni
esterne che arrivano da moltissime parti.
Molti cristiani non sono più convinti che Gesù è vivo,
perché non ne fanno più esperienza e nelle difficoltà non Lo cercano, si
rivolgono altrove... Gli innumerevoli peccati che commettono come i grandi
peccatori, li indeboliscono sempre più e l'anima perde ogni tensione verso Dio.
Anche il cristiano diventa un peccatore incallito e può essere nemico di Gesù
imitando il traditore impiccato.
Non lasciamoci portare via Gesù dai personaggi che tentano
di rubarci l'anima con le loro teorie assurde che interpretano con maestria. Se
andiamo a leggere la vita che conducono... restiamo disgustati. Pubblicamente si
mostrano sani e puri... ma il loro intento e farci staccare da Gesù Risorto.
Non permettiamo a chiunque di distruggere la nostra Fede, la
nostra sicura certezza che Gesù è Risorto, è vivo e vero.
La Madonna oggi è raggiante di gioia per la Risurrezione di Gesù, e La ricordiamo così, anche se il suo Cuore soffre per tutti noi!
TESTO:-
Dal Vangelo secondo Matteo. (Mt 28,8-15)
In quel tempo, abbandonato in fretta il sepolcro con timore e gioia grande,
le donne corsero a dare l'annuncio ai suoi discepoli. Ed ecco, Gesù venne loro
incontro e disse: «Salute a voi!». Ed esse si avvicinarono, gli abbracciarono i
piedi e lo adorarono. Allora Gesù disse loro: «Non temete; andate ad annunciare
ai miei fratelli che vadano in Galilea: là mi vedranno».
Mentre esse erano in cammino, ecco, alcune guardie giunsero in città e
annunciarono ai capi dei sacerdoti tutto quanto era accaduto. Questi allora si
riunirono con gli anziani e, dopo essersi consultati, diedero una buona somma
di denaro ai soldati, dicendo: «Dite così: "I suoi discepoli sono venuti di
notte e l'hanno rubato, mentre noi dormivamo". E se mai la cosa venisse
all'orecchio del governatore, noi lo persuaderemo e vi libereremo da ogni
preoccupazione». Quelli presero il denaro e fecero secondo le istruzioni
ricevute. Così questo racconto si è divulgato fra i Giudei fino a oggi. Parola
del Signore.
RIFLESSIONI
Diedero una buona somma di denaro ai soldati.
Un uomo potrà comprarsi il silenzio dell'intero universo, mai potrà comprarsi
la voce del Signore, del Creatore, del Redentore dell'uomo. Dio entra con
divina onnipotenza nella storia e svela i pensieri dei cuori. Non c'è uomo
sulla terra che possa oscurare la luce che risplende dal corpo glorioso di Gesù
Signore. Allora perché i sacerdoti comprano la falsa testimonianza dei soldati
posti da essi stessi a guardia della tomba di Gesù perché nessuno potesse
rubare il suo corpo? La risposta è duplice. Perché il mondo pagano fosse
testimone della risurrezione. Perché il mondo pagano e non gli apostoli
l'annunziassero al popolo dei Giudei. Perché i capi dei sacerdoti manifestassero
al mondo pagano quanto grande è il loro odio contro Cristo e contro la sua
verità. Essi ancora non conoscevano fin dove può giungere la malvagità e la
cattiveria anche dei cultori della vera religione: fino ad uccidere il loro
Signore, fino a negare l'evento più strepitoso, più onnipotente, più rivelatore
del governo del loro Dio sugli eventi che si verificano sulla nostra terra. Dio
è il vincitore in eterno della morte.
Con il denaro si comprano le coscienze e per denaro le coscienze si vendono.
C'è un vero mercato delle coscienze. È un mercato universale, abbraccia ogni
uomo, non conosce religione, supera tutte le strutture della storia, raggiunge
anche le terre più remote, lontane. Il denaro è vero strumento di Satana perché
il suo impero di male si diffonda e si espanda in mezzo all'umanità. Per denaro
si possono condannare gli uomini alla loro stessa distruzione. Oggi le grandi
potenze economiche non hanno forse deciso di comprarsi gli uomini che hanno
potere su altri uomini, obbligandoli a scrivere per i loro popoli leggi
disumane e nefaste, annientatrici dello stesso genere umano? Potenza del
denaro? No! Debolezza della coscienza dell'uomo che si vende al migliore
offerente. Non è la forza di chi compra che fa paura. È invece la debolezza di
chi si vende. Ora questa debolezza solo Cristo la vince e la fede nella sua
risurrezione. Dove Cristo regna in un cuore, la coscienza è forte, non si
vende, non si lascia comprare. Dove Cristo non regna, la coscienza è debole e
si vende e si compra.
A Pietro per denaro gli è stato chiesto di vendere lo Spirito Santo. La sua
risposta è immediata, è un rifiuto forte e deciso: «Possa andare in rovina, tu
e il tuo denaro, perché hai pensato di comprare con i soldi il dono di Dio! Non
hai nulla da spartire né da guadagnare in questa cosa, perché il tuo cuore non
è retto davanti a Dio. Convèrtiti dunque da questa tua iniquità e prega il
Signore che ti sia perdonata l'intenzione del tuo cuore. Ti vedo infatti pieno
di fiele amaro e preso nei lacci dell'iniquità» (At 8, 20-23). Sappiamo che
nella Chiesa vi fu un tempo in cui tutto si comprava e tutto si vendeva. Era il
secolo oscuro della simonia. Se la simonia per denaro può essere anche
dichiarata illecita e peccaminosa nella Chiesa, rimane sempre la simonia degli
obblighi, dei favori, delle riconoscenze, del paternalismo, dell'amicizia. Ogni
cosa che avviene per un qualche interesse, che non sia l'esclusivo interesse di
Cristo è simonia, o materiale, o spirituale. Essa è sempre peccato dinanzi a
Dio. È questo l'intrinseco male della simonia: sposta l'asse dagli assoluti e
preminenti interessi di Gesù Signore e del suo regno agli egoistici interessi
dell'uomo. La simonia è distruzione di Cristo.
Vergine Maria, Madre della Redenzione, Angeli, Santi, fateci liberi per Gesù Signore.
TESTO:-
Dal Vangelo secondo Giovanni. (Gv 20,11-18)
In quel tempo, Maria stava all'esterno, vicino al sepolcro, e piangeva. Mentre
piangeva, si chinò verso il sepolcro e vide due angeli in bianche vesti, seduti
l'uno dalla parte del capo e l'altro dei piedi, dove era stato posto il corpo
di Gesù. Ed essi le dissero: «Donna, perché piangi?». Rispose loro: «Hanno
portato via il mio Signore e non so dove l'hanno posto».
Detto questo, si voltò indietro e vide Gesù, in piedi; ma non sapeva che fosse
Gesù. Le disse Gesù: «Donna, perché piangi? Chi cerchi?». Ella, pensando che
fosse il custode del giardino, gli disse: «Signore, se l'hai portato via tu,
dimmi dove l'hai posto e io andrò a prenderlo». Gesù le disse: «Maria!». Ella
si voltò e gli disse in ebraico: «Rabbunì!» - che significa: «Maestro!». Gesù
le disse: «Non mi trattenere, perché non sono ancora salito al Padre; ma va'
dai miei fratelli e di' loro: "Salgo al Padre mio e Padre vostro, Dio mio e Dio
vostro"».
Maria di Màgdala andò ad annunciare ai discepoli: «Ho visto il Signore!» e ciò
che le aveva detto. Parola del Signore.
RIFLESSIONI
Maria Maddalena rappresenta, nella sede dei discepoli, il modello di colei che ha conosciuto la misericordia e la compassione del Signore Gesù. La sua splendida femminilità ha ricolmato di attenzioni la vita del maestro. Ora il suo è un dolore inconsolabile, e pensa di avere perduto anche la possibilità di abbracciare il corpo del suo amato Signore. Maria commette il più pericoloso degli errori: non riesce ad abbandonare il sepolcro, non riesce a farsi una ragione del suo lutto, è così triste dall'avere perso Dio da non accorgersi che egli è lì accanto a lei! Può succedere, nella nostra vita, di essere travolti da eventi inattesi, da enormi sofferenze, da delusioni cocenti. In quei momenti a prevalere è il senso di vuoto e la morte interiore. In quei momenti preghiamo Dio come se Dio non ci fosse. La fede viene come travolta e spenta dalla disperazione. Proprio in quel momento il Signore ci raggiunge e ci invita a uscire dal sepolcro. Non c'è che un modo per superare la tristezza: non amarla. Non c'è che un modo per abbandonare il dolore: non affezionarsi al dolore. Maria riconosce finalmente il risorto quando si sente chiamare per nome.
TESTO:-
Dal Vangelo secondo Luca. (Lc 24,13-35)
Ed ecco, in quello stesso giorno [il primo della settimana] due dei [discepoli]
erano in cammino per un villaggio di nome Èmmaus, distante circa undici
chilometri da Gerusalemme, e conversavano tra loro di tutto quello che era
accaduto. Mentre conversavano e discutevano insieme, Gesù in persona si
avvicinò e camminava con loro. Ma i loro occhi erano impediti a riconoscerlo.
Ed egli disse loro: «Che cosa sono questi discorsi che state facendo tra voi
lungo il cammino?». Si fermarono, col volto triste; uno di loro, di nome
Clèopa, gli rispose: «Solo tu sei forestiero a Gerusalemme! Non sai ciò che vi
è accaduto in questi giorni?». Domandò loro: «Che cosa?». Gli risposero: «Ciò
che riguarda Gesù, il Nazareno, che fu profeta potente in opere e in parole,
davanti a Dio e a tutto il popolo; come i capi dei sacerdoti e le nostre
autorità lo hanno consegnato per farlo condannare a morte e lo hanno
crocifisso. Noi speravamo che egli fosse colui che avrebbe liberato Israele;
con tutto ciò, sono passati tre giorni da quando queste cose sono accadute. Ma
alcune donne, delle nostre, ci hanno sconvolti; si sono recate al mattino alla
tomba e, non avendo trovato il suo corpo, sono venute a dirci di aver avuto
anche una visione di angeli, i quali affermano che egli è vivo. Alcuni dei
nostri sono andati alla tomba e hanno trovato come avevano detto le donne, ma
lui non l'hanno visto».
Disse loro: «Stolti e lenti di cuore a credere in tutto ciò che hanno detto i
profeti! Non bisognava che il Cristo patisse queste sofferenze per entrare
nella sua gloria?». E, cominciando da Mosè e da tutti i profeti, spiegò loro in
tutte le Scritture ciò che si riferiva a lui.
Quando furono vicini al villaggio dove erano diretti, egli fece come se dovesse
andare più lontano. Ma essi insistettero: «Resta con noi, perché si fa sera e
il giorno è ormai al tramonto». Egli entrò per rimanere con loro.
Quando fu a tavola con loro, prese il pane, recitò la benedizione, lo spezzò e
lo diede loro. Allora si aprirono loro gli occhi e lo riconobbero. Ma egli
sparì dalla loro vista. Ed essi dissero l'un l'altro: «Non ardeva forse in noi
il nostro cuore mentre egli conversava con noi lungo la via, quando ci spiegava
le Scritture?».
Partirono senza indugio e fecero ritorno a Gerusalemme, dove trovarono riuniti
gli Undici e gli altri che erano con loro, i quali dicevano: «Davvero il
Signore è risorto ed è apparso a Simone!». Ed essi narravano ciò che era
accaduto lungo la via e come l'avevano riconosciuto nello spezzare il pane.
Parola del Signore.
RIFLESSIONI
Partirono senza indugio
Gesù è il vero Maestro nel dialogo. Lui sa di quale parola servirsi per entrare
in un cuore e installare in esso la sua verità. Il dialogo per lui però non
consiste solo in parole, ma anche in gesti e segni sempre appropriati e dati al
momento giusto. Lui sa anche quale domanda suscitare perché partendo da essa
lui possa dare la giusta risposta. Si comprende che questa modalità perfetta di
dialogo è possibile solo per chi possiede in pienezza lo Spirito Santo nei suoi
sette doni di sapienza, conoscenza o scienza, intelletto, consiglio, fortezza,
pietà, timore del Signore. Senza lo Spirito Santo, che è la comunione tra il
cuore di chi parla e il cuore di chi ascolta, nessun vero dialogo potrà mai
compiere e ognuno parla solo a se stesso. Ognuno si parla e si risponde. Sulla
via di Emmaus Gesù trasforma due uomini senza speranza, delusi e sconfortati,
in missionari della sua risurrezione. A Gerusalemme Gesù era risuscitato dal
sepolcro. Sulla via verso Emmaus Gesù risuscita nel cuore di questi due suoi
discepoli.
Il fine del dialogo del cristiano è uno solo: risuscitare nel cuore dell'uomo
il vero Dio, il vero Cristo, il vero Spirito Santo, la vera Chiesa, la vera
grazia, il vero ministero, i veri sacramenti. Consolidare o impiantare la
falsità nel cuore di colui con il quale si dialoga è gravemente dannoso. Se
prima vi era un qualche dubbio circa la verità, un falso dialogo rafforza la
falsità del cuore e della mente. Perché il dialogo sia veramente efficace, chi
parla deve essere in possesso della sua verità e in essa non avere alcun dubbio
o perplessità. Se un ministro di Cristo Signore non sa neanche qual è la
volontà di Dio sulla sua vita, tutti i suoi dialoghi saranno con il tarlo della
falsità, dell'ambiguità, della mancanza di verità. Gesù sa chi Lui è. Deve
portare la sua verità nel cuore dei due discepoli. Messa la verità nel loro
cuore, essi subito vanno ad annunziare a quanti erano rimasti delusi come loro,
che Gesù è risorto e che in Lui si deve continuare a credere e a sperare. Chi
da Gesù è aiutato risorgendo nel suo cuore, deve aiutare per obbligo di amore
ogni altro uomo, perché anche in lui Gesù risusciti e viva.
Vergine Maria, Madre della Redenzione, Angeli, Santi, risuscitate Gesù in ogni
cuore.
TESTO:-
Dal Vangelo secondo Luca. (Lc 24,35-48)
In quel tempo, [i due discepoli che erano ritornati da Èmmaus] narravano ciò
che era accaduto lungo la via e come l'avevano riconosciuto nello spezzare il
pane.
Mentre essi parlavano di queste cose, Gesù in persona stette in mezzo a loro e
disse: «Pace a voi!». Sconvolti e pieni di paura, credevano di vedere un
fantasma. Ma egli disse loro: «Perché siete turbati, e perché sorgono dubbi nel
vostro cuore? Guardate le mie mani e i miei piedi: sono proprio io! Toccatemi e
guardate; un fantasma non ha carne e ossa, come vedete che io ho». Dicendo
questo, mostrò loro le mani e i piedi.
Ma poiché per la gioia non credevano ancora ed erano pieni di stupore, disse:
«Avete qui qualche cosa da mangiare?». Gli offrirono una porzione di pesce
arrostito; egli lo prese e lo mangiò davanti a loro.
Poi disse: «Sono queste le parole che io vi dissi quando ero ancora con voi:
bisogna che si compiano tutte le cose scritte su di me nella legge di Mosè, nei
Profeti e nei Salmi». Allora aprì loro la mente per comprendere le Scritture e
disse loro: «Così sta scritto: il Cristo patirà e risorgerà dai morti il terzo
giorno, e nel suo nome saranno predicati a tutti i popoli la conversione e il
perdono dei peccati, cominciando da Gerusalemme. Di questo voi siete
testimoni». Parola del Signore.
RIFLESSIONI
C'è un aspetto di non poco conto che si sta radicalizzando
nella Chiesa e di cui pochissimo si parla, anzi, si fa di tutto per insabbiare
la fine della missione propria della Chiesa che è quella di predicare al mondo
intero la salvezza in Gesù Cristo.
"Nel suo Nome saranno predicati a tutti i popoli la conversione e il perdono
dei peccati, cominciando da Gerusalemme".
Questo lo ha detto Gesù dopo la Risurrezione, non fa parte di alcun
insegnamento voluto nei secoli dalla Chiesa, ma Essa è chiamata da duemila anni
a predicare a tutti i non cristiani che la salvezza si trova solo nel Signore
Gesù.
Da alcuni decenni molti vescovi sono impegnati nella ricerca del dialogo
interreligioso con le altre Religioni o dottrine filosofiche o addirittura con
riti esoterici spacciati per religione. Hanno concentrato tutte le loro energie
esclusivamente in questa direzione o, se vogliamo chiamarlo con il suo corretto
nome, piano relativistico.
Il relativismo è una posizione filosofica che nega l'esistenza di verità
assolute, o mette criticamente in discussione la possibilità di giungere a una
loro definizione assoluta e definitiva.
All'interno della Chiesa c'è una componente che cerca a tutti i costi il
dialogo con i non cristiani per mettere sullo stesso livello Cristianesimo,
Ebraismo, Islamismo, e oltre 70 religioni mondiali che si dichiarano tali ma
c'è chi adora la mucca, chi il sole, altri le stelle, forse anche satana.
Noi siamo pieni di amore e amicizia con tutti loro, non condanniamo e
rispettiamo tutti, ma il Cristianesimo è tutt'altro, solo in Esso è avvenuta la
piena rivelazione di Dio e il nostro Dio è Trinità, mentre per gli ebrei e i
musulmani è uno solo, quindi c'è una inconciliabilità totale.
Noi siamo assolutamente sicuri della Divinità di Gesù Cristo, ma per altri, non
è affatto vero e subdolamente ci attaccano e guerreggiano e in moltissime
Nazioni. I cristiani continuano ad essere uccisi nel mondo e nessuno alza la
voce, la Chiesa non viene difesa come invece occorre fare ogni giorno!
Nel Cristianesimo Dio si è reso visibile e ha portato nel mondo la dottrina
dell'amore, del perdono, della misericordia.
«"Sono queste le parole che Io vi dissi quando ero ancora con voi: bisogna che
si compiano tutte le cose scritte su di me nella Legge di Mosè, nei Profeti e
nei Salmi". Allora aprì loro la mente per comprendere le Scritture e disse
loro: "Così sta scritto: il Cristo patirà e risorgerà dai morti il terzo
giorno"».
Tutto questo si è realizzato pienamente, i non cristiani se cercano
sinceramente la verità, trovano nell'Antico Testamento tantissime profezie che
si sono realizzate in Gesù Cristo. Questa è la prova maggiore della sua
identità e della Verità presente esclusivamente nella sola Religione fondata da
Lui: il Cristianesimo.
Dobbiamo conoscere bene la nostra dottrina per saper parlare, anche con parole
semplici, della Persona Divina di Gesù, e Lui ha fiducia in noi da quello che
noi facciamo per Lui. Se non Lo difendiamo e non parliamo di Lui ai familiari,
ai peccatori e a chi non Lo conosce, non possiamo pretendere dal Signore le sue
Grazie né considerarci suoi amici fidati.
Gesù vuole stabilire un dialogo amoroso principalmente con ogni cristiano,
anche con i peccatori ma si devono convertire. Preghiamo!
TESTO:-
Dal Vangelo secondo Giovanni. (Gv 21,1-14)
In quel tempo, Gesù si manifestò di nuovo ai discepoli sul mare di Tiberìade. E
si manifestò così: si trovavano insieme Simon Pietro, Tommaso detto Dìdimo,
Natanaèle di Cana di Galilea, i figli di Zebedèo e altri due discepoli. Disse
loro Simon Pietro: «Io vado a pescare». Gli dissero: «Veniamo anche noi con
te». Allora uscirono e salirono sulla barca; ma quella notte non presero nulla.
Quando già era l'alba, Gesù stette sulla riva, ma i discepoli non si erano
accorti che era Gesù. Gesù disse loro: «Figlioli, non avete nulla da
mangiare?». Gli risposero: «No». Allora egli disse loro: «Gettate la rete dalla
parte destra della barca e troverete». La gettarono e non riuscivano più a
tirarla su per la grande quantità di pesci. Allora quel discepolo che Gesù
amava disse a Pietro: «È il Signore!». Simon Pietro, appena udì che era il
Signore, si strinse la veste attorno ai fianchi, perché era svestito, e si
gettò in mare. Gli altri discepoli invece vennero con la barca, trascinando la
rete piena di pesci: non erano infatti lontani da terra se non un centinaio di
metri.
Appena scesi a terra, videro un fuoco di brace con del pesce sopra, e del pane.
Disse loro Gesù: «Portate un po' del pesce che avete preso ora». Allora Simon
Pietro salì nella barca e trasse a terra la rete piena di centocinquantatré
grossi pesci. E benché fossero tanti, la rete non si spezzò. Gesù disse loro:
«Venite a mangiare». E nessuno dei discepoli osava domandargli: «Chi sei?»,
perché sapevano bene che era il Signore. Gesù si avvicinò, prese il pane e lo
diede loro, e così pure il pesce. Era la terza volta che Gesù si manifestava ai
discepoli, dopo essere risorto dai morti. Parola del Signore.
RIFLESSIONI
Gli Apostoli, che avevano lasciato le loro reti per seguire
il Maestro e diventare pescatori di uomini, dopo i giorni tremendi della
passione, morte e risurrezione del Signore, erano rimasti sconvolti da quegli
eventi tragici ed erano molto scoraggiati. Non rimaneva altro che tornare al
loro lavoro ordinario di pescatori, al loro lago di Tiberiade, nei luoghi dove
avevano vissuto con il Maestro. Ma in quella notte «non presero nulla» e le
reti, tirate nella barca, vuote, stavano lì a dimostrare il fallimento delle
loro speranze. Quando ormai tutto sembrava finito, Gesù in persona viene a
cercare con amore immutato le sue ?pecorelle', nonostante la loro fuga e i loro
tradimenti sulla via del Calvario.
Ad un tratto risentono una voce dal timbro inconfondibile: "Gettate le
reti!". Sebbene stanchi e sfiduciati, obbediscono e gettano le reti «dalla
parte destra della barca». In quella voce riconoscono subito l'eco
indimenticata di quella ascoltata in passato su quel lago e che li aveva
ammaliati. La pesca è miracolosa, abbondante oltre ogni dire. A questo punto
riconoscono il Signore. L'efficacia della Parola di Gesù apre loro gli occhi e
soprattutto il cuore. Comprendono ora meglio quello che il Maestro aveva loro
già ripetuto: «Senza di me non potete fare nulla» (Gv 15,5). Solo con Lui l'impossibile
diventa possibile!
È sempre il discepolo che Gesù amava ad accorgersi per primo e a riconoscere il
Risorto - come quel mattino di Pasqua nel sepolcro vuoto - e lo dice subito a
Pietro: "È il Signore!". E su quella riva del lago di Tiberiade i
discepoli fanno l'esperienza viva della comunione col Maestro. Gesù ha già preparato
con tenerezza per loro «un fuoco di brace» e aspetta il pesce preso nella pesca
miracolosa: è il banchetto del Risorto con i suoi!
"Questo insieme di ricordi e di sentimenti è magnificamente espresso nel racconto
dell'apparizione di Gesù sul lago di Galilea. La barca dei discepoli si
avvicina alla sponda: essi rientrano dalla pesca andata a vuoto. Un uomo li
chiama dalla riva e li invita a gettare ancora una volta la rete, ed essi lo
fanno. Il pesce abbonda e subito Giovanni comprende. Dice a Pietro: "È il
Signore"! (Gv 21,7). Queste tre parole bastano perché anche Pietro
comprenda e si getti nell'acqua per raggiungere il Maestro. "È il
Signore"! Per loro ormai non ce n'è un altro"
TESTO:-
Dal Vangelo secondo Marco. (Mc 16,9-15)
Risorto al mattino, il primo giorno dopo il sabato, Gesù apparve prima a Maria
di Màgdala, dalla quale aveva scacciato sette demòni. Questa andò ad
annunciarlo a quanti erano stati con lui ed erano in lutto e in pianto. Ma
essi, udito che era vivo e che era stato visto da lei, non credettero.
Dopo questo, apparve sotto altro aspetto a due di loro, mentre erano in cammino
verso la campagna. Anch'essi ritornarono ad annunciarlo agli altri; ma non
credettero neppure a loro.
Alla fine apparve anche agli Undici, mentre erano a tavola, e li rimproverò per
la loro incredulità e durezza di cuore, perché non avevano creduto a quelli che
lo avevano visto risorto. E disse loro: «Andate in tutto il mondo e proclamate
il Vangelo a ogni creatura». Parola del Signore.
RIFLESSIONI
Ma non credettero neppure a loro.
L'Evangelista Marco mette in grande evidenza la non fede dei discepoli
allorquando viene loro annunziato che Gesù è risorto e si è manifestato.
Inutile cercare di costruire la storia del mattino dopo il sabato mettendo
insieme i singoli elementi dei quattro Vangeli. Nessuna concordanza sarà mai
possibile. Ogni Evangelista è annunziatore di una verità a se stante. Rimane
intatto solo il nucleo storico degli ?agenti principali o essenziali al
racconto?: Cristo Risorto, Maria di Màgdala, le altre donne, i discepoli di
Emmaus, gli Apostoli. In Marco tutto è finalizzato a creare negli Apostoli la
fede in Cristo Risorto. Ma sempre gli Apostoli si rifiutano di credere. Questa
è la verità del Vangelo di Marco. Allora è giusto che ci chiediamo: perché il
secondo Evangelista concentra tutto sulla volontà di non voler credere da parte
degli Apostoli del Signore? La verità ce la rivela Paolo nella Prima Lettera a
Timoteo. Anche Lui si rifiutò, si ostinò nel non voler credere in Cristo
Risorto e soffocava la luce di Cristo uccidendo i suoi discepoli, o
trascinandoli nelle prigioni. Tutto lui faceva per spegnere Cristo.
Rendo grazie a colui che mi ha reso forte, Cristo Gesù Signore nostro, perché
mi ha giudicato degno di fiducia mettendo al suo servizio me, che prima ero un
bestemmiatore, un persecutore e un violento. Ma mi è stata usata misericordia,
perché agivo per ignoranza, lontano dalla fede, e così la grazia del Signore
nostro ha sovrabbondato insieme alla fede e alla carità che è in Cristo Gesù.
Questa parola è degna di fede e di essere accolta da tutti: Cristo Gesù è
venuto nel mondo per salvare i peccatori, il primo dei quali sono io. Ma
appunto per questo ho ottenuto misericordia, perché Cristo Gesù ha voluto in
me, per primo, dimostrare tutta quanta la sua magnanimità, e io fossi di
esempio a quelli che avrebbero creduto in lui per avere la vita eterna. Al Re
dei secoli, incorruttibile, invisibile e unico Dio, onore e gloria nei secoli
dei secoli. Amen (1Tm 1,12-17).
Come in Paolo la sua ostinazione diviene elemento essenziale nella sua
predicazione - Lui è stato strappato dalla non fede dalla potenza della luce
del Cristo Risorto, da essa accecato e piantato per grazia e misericordia in
Cristo verità di tutte le Scritture - così gli Apostoli non sono venuti alla
fede perché trascinati da altri o perché vi era in essi un bisogno di colmare
il vuoto lasciato dal Maestro. Essi credono nella risurrezione perché Cristo
stesso, così come ha fatto con Paolo ha operato con essi. È venuto lui in
persona, si è rivelato, manifestato, mostrato. Loro non vanno per il mondo per
un sentimento vago del loro cuore, ma perché lo stesso Gesù Risorto ha dato
loro questo mandato: Andate in tutto il mondo e proclamate il Vangelo a ogni
creatura. Nulla è dalla loro volontà, nulla dal sentimento. Tutto invece è da
Cristo Gesù.
Roma, città nella quale Pietro e Marco vivono l'annunzio del Vangelo c'è poco
spazio per una fede fondata sul sentimento o sull'esaltazione e neanche se è
fondata su altrui esperienze. Pietro deve attestare ad ogni cuore che neanche
Lui ha creduto, anche Lui ha avuto paura di testimoniare Cristo, anche Lui ha
dubitato della Parola del Maestro. Questo gli conferisce somma credibilità. Lui
non si presenta come un vincitore, ma come uno sconfitto sempre salvato
dall'amore del Maestro. Come Gesù ha salvato Lui, salverà tutti loro, a
condizione che in Lui credano e da Lui si lascino condurre di luce in luce,
allo stesso modo che Pietro si è lasciato condurre di luce in luce. Se il
missionario di Gesù annunzia il Vangelo dalla concretezza storica della sua
vita, è sempre più facile creare fede nei cuori, altrimenti potrebbe anche
apparire come un ingannatore.
Vergine Maria, Madre della Redenzione, Angeli, Santi, fateci missionari
credibili.