TESTO:-
Dal Vangelo secondo Matteo. (Mt 11,25-30)
In quel tempo Gesù disse: «Ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della
terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate
ai piccoli. Sì, o Padre, perché così hai deciso nella tua benevolenza. Tutto è
stato dato a me dal Padre mio; nessuno conosce il Figlio se non il Padre, e
nessuno conosce il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio vorrà
rivelarlo.
Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro.
Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di
cuore, e troverete ristoro per la vostra vita. Il mio giogo infatti è dolce e
il mio peso leggero». Parola del Signore.
RIFLESSIONI
"Io sono "
Questa misteriosa parola, "Io sono" è stata ripresa da Gesù per
rivelare di essere egli stesso Dio. Ha detto ai suoi avversari: "Quando
avrete innalzato il Figlio dell'uomo, allora saprete che Io Sono" (Gv
8,28), e ancora: "Se non credete che Io Sono morirete nei vostri
peccati". L'adesione a questa rivelazione di Dio è radicalmente
indispensabile per uscire dai nostri peccati, per uscire dai nostri limiti
umani. Al momento del suo arresto Gesù ha ripetuto ancora questa parola. Nel
Vangelo di Giovanni la si deve chiaramente comprendere come una manifestazione
della sua divinità. "Gesù si fece innanzi e disse loro: "Chi cercate?".
Gli risposero: "Gesù, il Nazareno". Disse loro Gesù: "Sono
io!"". Come succede spesso nel Vangelo giovanneo, queste parole hanno
il significato ordinario: "Gesù di Nazaret sono io" e nello stesso
tempo un significato più profondo: "Io Sono, in unione con il Padre".
Gesù si è dunque rivelato come il Nome del Padre, e si è rivelato, nel momento
in cui, in un certo senso, egli si spogliava della sua divinità per essere
soltanto un uomo che soffre. Ma così egli ha realizzato in un modo più profondo
la presenza di Dio al centro dell'esistenza umana.
Così egli ha dato un profondo significato al suo invito: "Venite a me, voi
tutti che siete affaticati e oppressi, e io vi ristorerò. Prendete il mio giogo
su di voi; imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro.
Il mio giogo infatti è dolce e il mio carico leggero".
Perché è dolce il giogo del Signore Gesù, perché il suo carico è leggero?
Possiamo rispondere: perché "Io Sono", Gesù, ha portato la presenza
di Dio fino al fondo della nostra miseria, morendo sulla croce per noi e con
noi, prendendo su di sé tutti i nostri dolori. Da allora possiamo davvero
ascoltare la parola di Dio: "Io Sono! " in qualunque circostanza. Per
quanto oppressi siamo, possiamo, dobbiamo sentire Gesù che ci dice: "Io
sono! Sono vicino a te, sono con te in questa difficoltà, in questa angoscia.
Non c'è angoscia umana che mi rimanga estranea, perché Io sono per sempre nel
cuore dell'angoscia umana". Ecco perché il carico del Signore è leggero:
si è sempre in due a portarlo, perché egli lo porta con noi.
"Io Sono". In Gesù il Dio lontano, il Dio diverso, si è fatto vicino,
si è identificato con noi per poterci dire: "Io sono con te, Io, il Dio
che era, che è, che sarà".
TESTO:-
Dal Vangelo secondo Matteo. (Mt 9,18-26)
In quel tempo, [mentre Gesù parlava,] giunse uno dei capi, gli si prostrò
dinanzi e disse: «Mia figlia è morta proprio ora; ma vieni, imponi la tua mano
su di lei ed ella vivrà». Gesù si alzò e lo seguì con i suoi discepoli.
Ed ecco, una donna, che aveva perdite di sangue da dodici anni, gli si avvicinò
alle spalle e toccò il lembo del suo mantello. Diceva infatti tra sé: «Se
riuscirò anche solo a toccare il suo mantello, sarò salvata». Gesù si voltò, la
vide e disse: «Coraggio, figlia, la tua fede ti ha salvata». E da quell'istante
la donna fu salvata.
Arrivato poi nella casa del capo e veduti i flautisti e la folla in agitazione,
Gesù disse: «Andate via! La fanciulla infatti non è morta, ma dorme». E lo deridevano.
Ma dopo che la folla fu cacciata via, egli entrò, le prese la mano e la
fanciulla si alzò. E questa notizia si diffuse in tutta quella regione. Parola
del Signore.
RIFLESSIONI
I due racconti di miracoli che sono qui associati, quello della bambina
risvegliata dal sonno della morte e quello della guarigione della donna che
perde sangue, si ritrovano legati l'uno all'altro anche in san Marco (Mc
5,21-43), ma in una versione molto più lunga. San Matteo si interessa qui alla
risurrezione a causa dell'ulteriore domanda di Giovanni Battista (Mt 11,2-11);
quanto alla guarigione dell'emorroissa, è essenziale per l'importanza della fede.
È vero che la fede della donna si manifesta sotto apparenze magiche, ma Gesù le
orienta facendo derivare la guarigione dalla sua parola.
La fede trae la sua forza dalla fiducia in Gesù. Guarendo la donna, Gesù le dà
la salvezza, salva tutto il suo essere. Questa scena, inclusa in quella della
risurrezione, ne accresce la tensione e il dinamismo. Qui tutto è concentrato
sul comportamento sovrano di Gesù. La frase: "La fanciulla dorme" riprende
l'immagine diffusa del "sonno della morte", ma la trasforma in un annuncio di
risurrezione. Gesù richiama la fanciulla alla vita. Contrariamente al racconto
di san Marco, qui il miracolo sortisce l'effetto di diffondere la reputazione
di Gesù in tutto il paese.
TESTO:-
Dal Vangelo secondo Matteo. (Mt 19,27-29)
In quel tempo, Pietro, disse a Gesù: «Ecco, noi abbiamo lasciato tutto e ti
abbiamo seguito; che cosa dunque ne avremo?».
E Gesù disse loro: «In verità io vi dico: voi che mi avete seguito, quando il Figlio
dell'uomo sarà seduto sul trono della sua gloria, alla rigenerazione del mondo,
siederete anche voi su dodici troni a giudicare le dodici tribù d'Israele.
Chiunque avrà lasciato case, o fratelli, o sorelle, o padre, o madre, o figli,
o campi per il mio nome, riceverà cento volte tanto e avrà in eredità la vita
eterna». Parola del Signore.
RIFLESSIONI
E' significativo il fatto che la Chiesa abbia scelto come patrono d'Europa San
Benedetto. È un forte richiamo per noi all'interiorità e alla preghiera che
sono il fondamento di ogni vera e duratura civiltà.
Benedetto da Norcia ha vissuto in un momento storico molto simile al nostro: il
crollo dell'impero romano aveva dato l'occasione ai popoli nordici di invadere
e distruggere secoli di civiltà. La Chiesa arrancava fra guerre e
incomprensioni e il Signore suscitò in Benedetto il desiderio di ritirarsi in
una solitaria vita di preghiera per tornare all'essenziale. Nonostante i tanti
ostacoli che incontrò, anche a causa e per opera di uomini di Chiesa, Benedetto
intuì l'unica via d'uscita da quella situazione: il ritorno autentico e
appassionato alle radici del Vangelo. Seguendo la sua Regola, abile sintesi di
esperienze precedenti fatte in Oriente e in Occidente, Benedetto fa diventare i
monasteri un luogo di nuova civiltà e di speranza. Non l'aspetto politico e
culturale deve predominare nel cristianesimo ma l'esperienza mistica e di fede.
Come ben suggerisce ai suoi discepoli nella sua ammirabile Regola, Benedetto
propone di non anteporre nulla all'amore di Cristo. Ristabilendo l'ordine delle
cose, la storia assume una nuova piega: a partire dalla sua intuizione
centinaia di migliaia di uomini e donne costruiranno la civiltà dei monasteri
che ancora oggi permane come segno tangibile del primato di Dio nella vita di
ogni uomo.
TESTO:-
Dal Vangelo secondo Matteo. (Mt 10,1-7)
In quel tempo, chiamati a sé i suoi dodici discepoli, Gesù diede loro potere
sugli spiriti impuri per scacciarli e guarire ogni malattia e ogni infermità.
I nomi dei dodici apostoli sono: primo, Simone, chiamato Pietro, e Andrea suo
fratello; Giacomo, figlio di Zebedèo, e Giovanni suo fratello; Filippo e
Bartolomeo; Tommaso e Matteo il pubblicano; Giacomo, figlio di Alfeo, e Taddeo;
Simone il Cananeo e Giuda l'Iscariota, colui che poi lo tradì.
Questi sono i Dodici che Gesù inviò, ordinando loro: «Non andate fra i pagani e
non entrate nelle città dei Samaritani; rivolgetevi piuttosto alle pecore
perdute della casa d'Israele. Strada facendo, predicate, dicendo che il regno
dei cieli è vicino». Parola del Signore.
RIFLESSIONI
Per raggiungere i pagani la strategia apostolica migliore era quella di
convertire prima gli ebrei alla nuova dottrina rivelata dal Signore. Bisognava
formare un esercito di buoni cristiani per poi riversarsi verso lidi senza Dio
e idolatrici. Questa la spiegazione di una frase di Gesù altrimenti non
compresa correttamente: "Non andate fra i pagani e non entrate nelle città
dei Samaritani; rivolgetevi piuttosto alle pecore perdute della casa
d'Israele".
Ai Dodici ordinava di non andare tra i Samaritani ma Lui vi andava, era Lui il
Segno di Dio che poteva toccare tutti i cuori, mentre i Dodici non erano ancora
assolutamente capaci con le loro forze di annunciare il Vangelo.
Questa la spiegazione corretta e non entra in contraddizione con tutti gli
appelli di Gesù ad andare ovunque e a predicare il Vangelo.
Non era ancora il tempo di farli entrare nei villaggi di pagani per l'incapacità
di annunciare il Vangelo, dovevano formarsi e si trovavano nel momento della
formazione spirituale. Gesù conosceva benissimo i loro cuori e non li esponeva
a fallimenti e a confusioni inopportune.
Quando un credente segue il Maestro Divino non arriva alla rovina personale,
non va incontro a fallimenti e a scelte sbagliate. Gesù vuole illuminare tutti
ma trova quasi in tutti i credenti una spiritualità senza forma e variabile a
seconda dell'umore della giornata.
Come fare per raggiungere una stabilità emotiva? Questi insegnamenti molto
importanti si devono apprendere dalla Parola di Dio, letta e meditata, ma
soprattutto vissuta.
bisogna iniziare da qui per arrivare ad una maggiore conoscenza della volontà
del Signore. Quando ascoltiamo questi insegnamenti riceviamo una grande forza
spirituale per lottare contro il male.
TESTO:-
Dal Vangelo secondo Matteo. (Mt 10,7-15)
In quel tempo, disse Gesù ai suoi apostoli: «Strada facendo, predicate, dicendo
che il regno dei cieli è vicino. Guarite gli infermi, risuscitate i morti,
purificate i lebbrosi, scacciate i demòni.
Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date. Non procuratevi oro né
argento né denaro nelle vostre cinture, né sacca da viaggio, né due tuniche, né
sandali, né bastone, perché chi lavora ha diritto al suo nutrimento.
In qualunque città o villaggio entriate, domandate chi là sia degno e
rimanetevi finché non sarete partiti.
Entrando nella casa, rivolgetele il saluto. Se quella casa ne è degna, la
vostra pace scenda su di essa; ma se non ne è degna, la vostra pace ritorni a
voi. Se qualcuno poi non vi accoglie e non dà ascolto alle vostre parole,
uscite da quella casa o da quella città e scuotete la polvere dei vostri piedi.
In verità io vi dico: nel giorno del giudizio la terra di Sòdoma e Gomorra sarà
trattata meno duramente di quella città». Parola del Signore.
RIFLESSIONI
Questo passo del Vangelo ci mette in imbarazzo. È necessario che i messaggeri
di Gesù vivano in una povertà e in un'assenza totale di bisogni per rendere gli
uomini attenti, grazie a questo stile di vita semplice, al messaggio di Gesù
che sono incaricati di trasmettere. Certo, dietro a queste parole c'è
l'esperienza di tutti i primi missionari cristiani, partiti per diffondere il
messaggio di Gesù nella semplicità e nella povertà più estreme. Ed è certo
anche che noi non possiamo più praticare questo stile di vita nel nostro mondo
così complicato: un mondo di previdenze e di sicurezze.
Tuttavia, non possiamo semplicemente mettere da parte l'esigenza scomoda che
contengono queste parole. Ricchezza e possesso, carriera e considerazione,
prestigio negli affari e titoli onorifici... non giocano un ruolo troppo grande
nel nostro spirito? Che cosa significa oggi per noi l'esortazione di Gesù a
rinunciare alle nostre esigenze e ai nostri bisogni, per noi cristiani che
viviamo in una società opulenta? Qual è la loro importanza di fronte agli
enormi problemi ecologici provocati proprio dalla nostra opulenza? San
Francesco d'Assisi e i suoi frati hanno preso molto seriamente le parole di
Gesù. All'inizio, molti hanno riso di loro, ma alla fine essi hanno avuto più
impatto di tutti i loro avversari messi insieme... Nella nostra epoca, in cui
siamo affascinati dal consumo, non sarebbe ora di rimettere l'accento sulla
"povertà" e sulla "semplicità"?
TESTO:-
Dal Vangelo secondo Matteo. (Mt 10,16-23)
In quel tempo, disse Gesù ai suoi apostoli: «Ecco: io vi mando come pecore in
mezzo a lupi; siate dunque prudenti come i serpenti e semplici come le colombe.
Guardatevi dagli uomini, perché vi consegneranno ai tribunali e vi
flagelleranno nelle loro sinagoghe; e sarete condotti davanti a governatori e
re per causa mia, per dare testimonianza a loro e ai pagani. Ma, quando vi
consegneranno, non preoccupatevi di come o di che cosa direte, perché vi sarà
dato in quell'ora ciò che dovrete dire: infatti non siete voi a parlare, ma è
lo Spirito del Padre vostro che parla in voi.
Il fratello farà morire il fratello e il padre il figlio, e i figli si
alzeranno ad accusare i genitori e li uccideranno. Sarete odiati da tutti a
causa del mio nome. Ma chi avrà perseverato fino alla fine sarà salvato.
Quando sarete perseguitati in una città, fuggite in un'altra; in verità io vi
dico: non avrete finito di percorrere le città d'Israele, prima che venga il
Figlio dell'uomo». Parola del Signore.
RIFLESSIONI
"Guardatevi dagli uomini, perché vi consegneranno ai loro tribunali, vi
flagelleranno nelle loro sinagoghe... E quando vi consegneranno nelle loro
mani, non preoccupatevi.
Non è certo facile quello che Gesù chiede ai suoi discepoli, mentre predice
persecuzioni di ogni specie, anzi sul piano puramente umano è addirittura
impossibile. Ma questo è l'atteggiamento positivo dell'amore, fondato sulla
fede. Non siamo forse suoi? Ed egli ha detto che nessuno potrà mai strapparci
dalla sua mano. "Se Dio è per noi scriverà Paolo chi sarà contro di
noi?".
La preoccupazione è atteggiamento naturale, che ci angustia; che, se ci
lasciamo andare ad essa, ci mette sulla via dell'egoismo; che, oltre a tutto, è
inutile e sterile. E' saggezza cristiana non preoccuparci in anticipo delle
cose che temiamo. Forse non accadranno mai e, se accadranno, avremo allora il
dono che il Signore ci farà della sua forza per viverle come egli vuole.
La vera fiducia respinge decisamente tutte le preoccupazioni personali circa la
propria sorte.
Chiediamo al Signore che ci aiuti ad essere fedeli oggi, che aumenti la nostra
fede e la nostra speranza, così che ci abbandoniamo lietamente alla sua
volontà, nella certezza che egli ci aiuterà sempre molto di più e molto meglio
di quanto noi possiamo immaginare.
TESTO:-
Dal Vangelo secondo Matteo. (Mt 10,24-33)
In quel tempo, disse Gesù ai suoi apostoli: «Un discepolo non è più grande del
maestro, né un servo è più grande del suo signore; è sufficiente per il
discepolo diventare come il suo maestro e per il servo come il suo signore. Se
hanno chiamato Beelzebùl il padrone di casa, quanto più quelli della sua
famiglia!
Non abbiate dunque paura di loro, poiché nulla vi è di nascosto che non sarà
svelato né di segreto che non sarà conosciuto. Quello che io vi dico nelle
tenebre voi ditelo nella luce, e quello che ascoltate all'orecchio voi
annunciatelo dalle terrazze.
E non abbiate paura di quelli che uccidono il corpo, ma non hanno potere di
uccidere l'anima; abbiate paura piuttosto di colui che ha il potere di far
perire nella Geènna e l'anima e il corpo.
Due passeri non si vendono forse per un soldo? Eppure nemmeno uno di essi cadrà
a terra senza il volere del Padre vostro. Perfino i capelli del vostro capo
sono tutti contati. Non abbiate dunque paura: voi valete più di molti passeri!
Perciò chiunque mi riconoscerà davanti agli uomini, anch'io lo riconoscerò
davanti al Padre mio che è nei cieli; chi invece mi rinnegherà davanti agli
uomini, anch'io lo rinnegherò davanti al Padre mio che è nei cieli». Parola del
Signore.
RIFLESSIONI
Nel Vangelo di oggi troviamo la meravigliosa parola di Gesù sull'attenzione che
porta Dio ai discepoli (Mt 10,29-31).
Innanzitutto: Gesù stesso ha vissuto nella fiducia assoluta. Egli era
profondamente colmo di questa certezza: il Padre mi accompagna, sa cosa mi
succede, è molto vicino a me. Gesù stesso ha dovuto lottare per conservare la
fiducia: sul monte degli Ulivi e sulla croce dove Dio sembrava essere molto
lontano da lui. La comunità che ci ha trasmesso le parole di Gesù che
menzionano i passeri e i capelli e l'evangelista che le ha trascritte per noi
conoscono la fine fatta da Gesù sulla croce. San Matteo e la sua comunità sono
essi stessi perseguitati, attaccati, rifiutati. Vivono amaramente i difficili
conflitti dove li porta la loro professione di fede per Gesù. Ma, in mezzo a
queste esperienze deprimenti, si attaccano a questa parola di Gesù: "Quanto a
voi, perfino i capelli del vostro capo sono tutti contati. Non abbiate quindi
timore". Non è una parola credula ed estranea alla realtà, è una parola di
fiducia profonda che ha passato le sue prove, proprio nel periodo della crisi
delle persecuzioni, è la professione di fede e l'esperienza stessa di una
comunità che viene martirizzata. Può contare sulla presenza di Dio. E noi, lo
ascoltiamo quando ci invita ad avere tale fiducia?