XXIX DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO E SETTIMANA ANNO B. IO SONO LA LUCE DEL MONDO IL VANGELO DEL GIORNO. IL VANGELO NEL 21° SECOLO.
Gesù non è venuto per essere servito, ma per servire e dare
la propria vita in riscatto per tutti gli uomini.
Preghiamo per aver la forza di seguire il suo esempio.
TESTO:-
Dal Vangelo secondo Marco (Mc 10,32-45)
In quel tempo, si avvicinarono
Giacomo e Giovanni, i figli di Zebedèo, dicendogli: «Maestro, vogliamo che Tu
faccia per noi quello che ti chiederemo». Egli disse loro: «Che cosa volete che
Io faccia per voi?». Gli risposero: Concedici di sedere, nella tua gloria, uno
alla tua destra e uno alla tua sinistra». Gesù disse loro: «Voi non sapete
quello che chiedete. Potete bere il calice che Io bevo, o essere battezzati nel
battesimo in cui Io sono battezzato?». Gli risposero: «Lo possiamo». E Gesù
disse loro: «Il calice che Io bevo, anche voi lo berrete, e nel battesimo in
cui Io sono battezzato anche voi sarete battezzati. Ma sedere alla mia destra o
alla mia sinistra non sta a me concederlo; è per coloro per i quali è stato
preparato». Gli altri dieci, avendo sentito, cominciarono a indignarsi con
Giacomo e Giovanni. Allora Gesù li chiamò a sé e disse loro: «Voi sapete che
coloro i quali sono considerati i governanti delle nazioni dominano su di esse
e i loro capi le opprimono. Tra voi però non è così; ma chi vuole diventare
grande tra voi sarà vostro servitore, e chi vuole essere il primo tra voi sarà
schiavo di tutti. Anche il Figlio dell'Uomo infatti non è venuto per farsi
servire, ma per servire e dare la propria vita in riscatto per molti». Parola
del Signore.
XXIX DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO E SETTIMANA ANNO B. IO SONO LA LUCE DEL MONDO IL VANGELO DEL GIORNO. IL VANGELO NEL 21° SECOLO.
Lunedì Della XXIX
Settimana del Tempo Ordinario Anno B
San Luca
Dal Vangelo secondo Luca. (Lc 10,1-9)
In qualunque casa entriate, prima dite:
Pace a questa casa!
18 Ottobre 2021
***
TESTO:-
Dal Vangelo secondo Luca. (Lc 10,1-9)
In quel tempo, il Signore designò altri settantadue e li inviò a due a due
davanti a sé in ogni città e luogo dove stava per recarsi.
Diceva loro: «La messe è abbondante, ma sono pochi gli operai! Pregate dunque
il signore della messe, perché mandi operai nella sua messe! Andate: ecco, vi
mando come agnelli in mezzo a lupi; non portate borsa, né sacca, né sandali e
non fermatevi a salutare nessuno lungo la strada.
In qualunque casa entriate, prima dite: "Pace a questa casa!". Se vi sarà un
figlio della pace, la vostra pace scenderà su di lui, altrimenti ritornerà su
di voi. Restate in quella casa, mangiando e bevendo di quello che hanno, perché
chi lavora ha diritto alla sua ricompensa. Non passate da una casa all'altra.
Quando entrerete in una città e vi accoglieranno, mangiate quello che vi sarà
offerto, guarite i malati che vi si trovano, e dite loro: "È vicino a voi il
regno di Dio"». Parola del Signore.
San Luca è dunque l'evangelista della fiducia, della pace, della gioia; in una parola possiamo dire che è l'evangelista dello Spirito Santo. Negli Atti degli Apostoli è lui che ha trovato la formula tanto cara alle comunità cristiane: "formare un cuor solo e un'anima sola", che è ripresa anche dall'orazione della Colletta di oggi:
"Signore Dio nostro, che hai scelto san Luca per rivelare al mondo il mistero della tua predilezione per i poveri, fa' che i cristiani formino un cuor solo e un'anima sola, e tutti i popoli vedano la tua salvezza". E le comunità siano messaggeri della carità di Cristo. Se non sono almeno due la carità non è possibile, perché essa non si esercita verso se stessi, ma è amore per l'altro".
Ci sono dunque molti tesori nell'opera di san Luca e noi possiamo attingervi con riconoscenza, non dimenticando l'aspetto che l'evangelista sottolinea maggiormente: darci tutti al Signore, essere suoi discepoli pronti a portare la croce ogni giorno con lui. Allora il nostro amore è autentico e porta veramente i frutti dello Spirito: la pace, la gioia, la benevolenza cristiana, fondata sull'amore di Gesù e anche sull'amore alla povertà: solo persone non attaccate ai beni terreni per amore del Signore possono formare un cuor solo e un'anima sola.
Il Vangelo di san Luca lo rivela pieno di zelo. Soltanto lui riporta l'invio in missione dei settantadue discepoli (gli esegeti pensano che questo sia un numero simbolico e rappresenti le settantadue nazioni dell'universo) e alcuni particolari di questa missione: "Il Signore designò altri settantadue discepoli e li inviò a due a due avanti a sé in ogni città e luogo dove stava per recarsi". San Gregorio Spiega: "Bisogna che i discepoli siano messaggeri della carità di Cristo. Se non sono almeno due la carità non è possibile, perché essa non si esercita verso se stessi, ma è amore per l'altro".
TESTO:-
Dal Vangelo secondo Luca. (Lc 12,35-38)
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Siate pronti, con le vesti strette ai fianchi e le lampade accese; siate
simili a quelli che aspettano il loro padrone quando torna dalle nozze, in modo
che, quando arriva e bussa, gli aprano subito.
Beati quei servi che il padrone al suo ritorno troverà ancora svegli; in verità
io vi dico, si stringerà le vesti ai fianchi, li farà mettere a tavola e
passerà a servirli.
E se, giungendo nel mezzo della notte o prima dell'alba, li troverà così, beati
loro!». Parola del Signore.
Gesù ci dice che nel momento del suo ritorno accadrà qualcosa di inatteso: il padrone servirà i servi.
L'amore di Dio oltrepassa tutto ciò che possiamo immaginare, anche le più intime speranze del nostro cuore. È inatteso per il cuore dell'uomo che Dio si faccia servo. Eppure, con tutta la sua vita Cristo ci spinge a credere a ciò, per pregustare la gioia del regno.
TESTO:-
Dal Vangelo secondo Luca. (Lc 12,39-48)
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Cercate di capire questo: se il
padrone di casa sapesse a quale ora viene il ladro, non si lascerebbe
scassinare la casa. Anche voi tenetevi pronti perché, nell'ora che non
immaginate, viene il Figlio dell'uomo».
Allora Pietro disse: «Signore, questa parabola la dici per noi o anche per
tutti?».
Il Signore rispose: «Chi è dunque l'amministratore fidato e prudente, che il
padrone metterà a capo della sua servitù per dare la razione di cibo a tempo
debito? Beato quel servo che il padrone, arrivando, troverà ad agire così.
Davvero io vi dico che lo metterà a capo di tutti i suoi averi.
Ma se quel servo dicesse in cuor suo: "Il mio padrone tarda a venire", e cominciasse
a percuotere i servi e le serve, a mangiare, a bere e a ubriacarsi, il padrone
di quel servo arriverà un giorno in cui non se l'aspetta e a un'ora che non sa,
lo punirà severamente e gli infliggerà la sorte che meritano gli infedeli.
Il servo che, conoscendo la volontà del padrone, non avrà disposto o agito
secondo la sua volontà, riceverà molte percosse; quello invece che, non
conoscendola, avrà fatto cose meritevoli di percosse, ne riceverà poche.
A chiunque fu dato molto, molto sarà chiesto; a chi fu affidato molto, sarà
richiesto molto di più». Parola del Signore.
Il ritorno di Cristo non è come una grande luce che getterà nell'ombra il mondo presente, ma al contrario essa illumina la nostra vita presente! Il presente non ci separa da colui che viene. Noi siamo già legati a Cristo col fare la sua volontà: servire coloro che lui ci ha affidato.
Gesù si è fatto servo di tutti. Egli ci chiede di servire veramente a nostra volta. Lungi dal volerci condurre ad un timore sterile e paralizzante, le sue parole ricordano quanto sia grande la fiducia che Dio ha negli uomini, una fiducia senza riserve che, se non è dimenticata, suscita questa risposta nel cristiano: imitare Cristo stesso.
Dal Vangelo secondo
Luca (Lc 12,49-53)
Gesù disse ai suoi discepoli:
«Sono venuto a portare fuoco sulla terra, e quanto vorrei che fosse già acceso!
Ho un battesimo nel quale sarò battezzato, e come sono angosciato finché non
sia compiuto!
Pensate che io sia venuto a portare pace sulla terra? No, io vi dico, ma
divisione. D'ora innanzi, se in una famiglia vi sono cinque persone, saranno
divisi tre contro due e due contro tre; si divideranno padre contro figlio e
figlio contro padre, madre contro figlia e figlia contro madre, suocera contro
nuora e nuora contro suocera». Parola del Signore.
Ma, per realizzare questo, egli deve ricevere un battesimo, attraversare la sofferenza e la morte.
Il rifiuto dell'amore di Dio è divenuto estremo nel rifiuto della sua persona. In un certo senso la sua venuta provoca questo rifiuto. E Gesù non vuole nasconderlo con una pace facile, non può lasciare in pace un mondo che si rinchiude nella durezza del cuore. Ormai egli è pronto a prendere su di sé tutte le conseguenze del rifiuto di Dio, le divisioni tra gli uomini fino nelle loro relazioni più intime. È l'ultima prova già descritta dai profeti (Mi 7,1-17). Il Vangelo ci dice: nel momento del rifiuto totale di Cristo, il fuoco è acceso.
TESTO:-
Dal Vangelo secondo Luca. (Lc 12,54-59)
In quel tempo, Gesù diceva alle folle:
«Quando vedete una nuvola salire da ponente, subito dite: "Arriva la pioggia",
e così accade. E quando soffia lo scirocco, dite: "Farà caldo", e così accade.
Ipocriti! Sapete valutare l'aspetto della terra e del cielo; come mai questo
tempo non sapete valutarlo? E perché non giudicate voi stessi ciò che è giusto?
Quando vai con il tuo avversario davanti al magistrato, lungo la strada cerca
di trovare un accordo con lui, per evitare che ti trascini davanti al giudice e
il giudice ti consegni all'esattore dei debiti e costui ti getti in prigione.
Io ti dico: non uscirai di là finché non avrai pagato fino all'ultimo
spicciolo». Parola del Signore.
Per uscire da questa cecità non possiamo restare passivi, come se i segni della venuta del regno fossero dei miracoli che potremmo guardare come spettatori. Si tratta piuttosto di riconoscere la volontà di Dio e di farla. Cristo ci dice anche ciò che è al centro dalla volontà di Dio: riconciliarci con gli altri nel nostro cammino.
Il perdono ci fa entrare nell'evidenza di Gesù; il regno di Dio è vicino. In questo modo noi prepariamo la venuta di Dio. E Cristo insiste: rifiutare la riconciliazione è come chiudere la porta del regno di Dio.
TESTO:-
Dal Vangelo secondo Luca. (Lc 13.1-9)
In quel tempo, si presentarono alcuni a riferire a Gesù il fatto di quei
Galilei, il cui sangue Pilato aveva fatto scorrere insieme a quello dei loro
sacrifici. Prendendo la parola, Gesù disse loro: «Credete che quei Galilei
fossero più peccatori di tutti i Galilei, per aver subìto tale sorte? No, io vi
dico, ma se non vi convertite, perirete tutti allo stesso modo. O quelle
diciotto persone, sulle quali crollò la torre di Sìloe e le uccise, credete che
fossero più colpevoli di tutti gli abitanti di Gerusalemme? No, io vi dico, ma
se non vi convertite, perirete tutti allo stesso modo».
Diceva anche questa parabola: «Un tale aveva piantato un albero di fichi nella
sua vigna e venne a cercarvi frutti, ma non ne trovò. Allora disse al
vignaiolo: "Ecco, sono tre anni che vengo a cercare frutti su quest'albero, ma
non ne trovo. Tàglialo dunque! Perché deve sfruttare il terreno?". Ma quello
gli rispose: "Padrone, lascialo ancora quest'anno, finché gli avrò zappato attorno
e avrò messo il concime. Vedremo se porterà frutti per l'avvenire; se no, lo
taglierai"». Parola del Signore.
Gesù, per il suo insegnamento, prende lo spunto da due tragici fatti avvenuti poco prima in Gerusalemme: la morte di diciotto persone travolte dal crollo della torre di Siloe e l'uccisione di Galilei, mentre offrivano il sacrificio a Dio, ordinata da Pilato.
Coloro che riferiscono questi fatti desiderano sapere se quei morti fossero stati puniti da Dio per i loro peccati: costoro attribuiscono queste morti alla giustizia punitiva di Dio. Gesù vuole eliminare questa idea (implicitamente lascia capire che la morte dei diciotto sarebbe da attribuire all'imperizia dei costruttori e la morte violenta dei Galilei all'esercizio violento del potere da parte di Pilato).
Anche oggi, davanti a morti e violenze, non scarichiamo la colpa su Dio, ma ricerchiamone la causa in persone che infliggono angherie e violenze ai più deboli e preghiamo perché gli uomini non commettano più soprusi verso gli altri e rispettino anche la natura (considerandola un organismo vivente).
O Signore, fammi attento alle persone in difficoltà e mi impegni con coerenza al servizio del Vangelo, imitando il tuo amore verso tutte le creature.
"La sofferenza viene inflitta non da Dio ma dagli esseri umani a loro stessi e ai loro simili, nonché da certe misure difensive che la Terra, la quale è un organismo vivente e intelligente, prenderà per proteggersi dall'assalto della follia umana. Per la via della sofferenza si può arrivare all'illuminazione". Eckhart Tolle