TESTO:-
Dal Vangelo secondo Marco. (Mc 10,17_30)
In quel tempo, mentre Gesù andava per la strada, un tale gli corse incontro e, gettandosi in ginocchio davanti a lui, gli domandò: Maestro buono, che cosa devo fare per avere in eredità la vita eterna?». « Gesù gli disse: «Perché mi chiami buono? Nessuno è buono, se non Dio solo. Tu conosci i comandamenti: "Non uccidere, non commettere adulterio, non rubare, non testimoniare il falso, non frodare, onora tuo padre e tua madre"».
Egli allora gli disse: «Maestro, tutte queste cose le ho osservate fin dalla mia giovinezza». Allora Gesù fissò lo sguardo su di lui, lo amò e gli disse: «Una cosa sola ti manca: va', vendi quello che hai e dallo ai poveri, e avrai un tesoro in cielo; e vieni! Seguimi!». Ma a queste parole egli si fece scuro in volto e se ne andò rattristato; possedeva infatti molti beni.
Gesù, volgendo lo sguardo attorno, disse ai suoi discepoli: «Quanto è difficile, per quelli che possiedono ricchezze, entrare nel regno di Dio!». I discepoli erano sconcertati dalle sue parole; ma Gesù riprese e disse loro: «Figli, quanto è difficile entrare nel regno di Dio! È più facile che un cammello passi per la cruna di un ago, che un ricco entri nel regno di Dio». Essi, ancora più stupiti, dicevano tra loro: «E chi può essere salvato?». Ma Gesù, guardandoli in faccia, disse: «Impossibile agli uomini, ma non a Dio! Perché tutto è possibile a Dio».
Pietro allora prese a dirgli: «Ecco, noi abbiamo lasciato tutto e ti abbiamo seguito». Gesù gli rispose: «In verità io vi dico: non c'è nessuno che abbia lasciato casa o fratelli o sorelle o madre o padre o figli o campi per causa mia e per causa del Vangelo, che non riceva già ora, in questo tempo, cento volte tanto in case e fratelli e sorelle e madri e figli e campi, insieme a persecuzioni, e la vita eterna nel tempo che verrà». Parola del Signore.
RIFLESSIONI
Quest'uomo sembrava avere tutto. Egli era ricco e, in più, obbediva ai
comandamenti divini. Si è rivolto a Gesù perché voleva anche la vita eterna,
che desiderava fosse come una assicurazione a lunga scadenza, come quella che
si ottiene da una grande ricchezza. Gesù aveva già annunciato che per salvare
la propria vita bisognava essere disposti a perderla, cioè che per seguirlo
occorreva rinnegare se stessi e portare la propria croce (Mc 8,34-35).
L'uomo era sincero e si guadagnò uno sguardo pieno d'amore da parte di Gesù:
"Una sola cosa ti manca, decisiva per te. Rinuncia a possedere, investi nel
tesoro del cielo, e il tuo cuore sarà libero e potrà seguirmi". Ma né lo
sguardo né le parole di Gesù ebbero effetto. Quest'uomo, rattristato, certo, ha
tuttavia preferito ritornare alla sicurezza che gli procurava la propria
ricchezza. Non ha potuto o voluto capire che gli veniva offerto un bene
incomparabilmente più prezioso e duraturo: l'amore di Cristo che comunica la
pienezza di Dio (Ef 3,18-19). Paolo lo aveva capito bene quando scrisse: "Tutto
ormai io reputo spazzatura, al fine di guadagnare Cristo... si tratta di
conoscerlo e di provare la potenza della sua risurrezione..." (Fil 3,8-10).
TESTO:-
Dal Vangelo secondo Luca. (Lc 11,29-32)
In quel tempo, mentre le folle si accalcavano, Gesù cominciò a dire:
«Questa generazione è una generazione malvagia; essa cerca un segno, ma non le
sarà dato alcun segno, se non il segno di Giona. Poiché, come Giona fu un segno
per quelli di Nìnive, così anche il Figlio dell'uomo lo sarà per questa
generazione.
Nel giorno del giudizio, la regina del Sud si alzerà contro gli uomini di
questa generazione e li condannerà, perché ella venne dagli estremi confini
della terra per ascoltare la sapienza di Salomone. Ed ecco, qui vi è uno più
grande di Salomone.
Nel giorno del giudizio, gli abitanti di Nìnive si alzeranno contro questa
generazione e la condanneranno, perché essi alla predicazione di Giona si
convertirono. Ed ecco, qui vi è uno più grande di Giona». Parola del Signore.
RIFLESSIONI
Siamo anche noi una generazione malvagia che esige dei segni e tenta di mettere
alla prova Gesù? Sembra di sì. Noi siamo troppo fissati sulle possibilità
umane, soprattutto su quelle tecniche. Per questo facciamo a meno di altri
segni, in particolare dei segni divini. Di qui le parole che ci sono rivolte: a
noi non sarà dato "nessun segno fuorché il segno di Giona". E qual è? In Luca è
il richiamo alla penitenza rivolto a Ninive. Invece in Matteo è la
risurrezione. Per noi il segno di Giona è Gesù Cristo stesso che ci chiama alla
penitenza. Il tempo è compiuto, il regno di Dio è vicino: "Convertitevi e
credete al Vangelo". Di fronte a noi, restii alla conversione, al tribunale
appariranno molti testimoni che invece hanno accolto i segni che chiamano alla
conversione: la regina di Saba che ha riconosciuto in Salomone il segno divino,
gli abitanti di Ninive che si son convertiti alla voce di Giona profeta e molti
altri. Sul mondo contemporaneo incombe la sentenza del Signore ad Abramo: Se si
trovassero persone giuste, il mondo non sarebbe rovinato. Con l'adesione
all'invito a convertirci, possiamo essere tra i dieci giusti!
Questa generazione è una generazione malvagia
La generazione è malvagia perché Cristo Gesù le ha rivelato tutto il Padre
nella sua onnipotenza di amore, verità, giustizia, santità, miracoli, prodigi.
Gli ha manifestato attraverso la sua stessa vita quanto è carica di speranza,
benedizione, liberazione la Parola di Dio. Neanche Mosè ha manifestato Dio in
modo così alto, vicino all'uomo, amorevole verso gli uomini, sempre attento ad
ogni loro più piccola necessità.
La generazione è malvagia perché non solo non accoglie l'offerta di grazia che
il Padre dei cieli le sta facendo attraverso il suo Figlio Unigenito, essa
cerca ogni mezzo, percorre ogni via al fine di mettere in difficoltà Gesù
Signore in modo da screditarlo, dichiararlo non vero, accusarlo di falsità,
addirittura condannarlo per bestemmia contro la Legge. Se avesse voluto
credere, le sarebbe stata sufficiente la sola vista di Gesù.
Chi vedeva Gesù con occhio di vera fede veniva trasportato in un'altra
dimensione. All'istante è come se si fosse incontrato con il divino, con la
luce eterna, con il soprannaturale divenuto persona. Gesù nella sua visibilità
aveva i tratti di Dio, le parole erano di Dio, la luce che emanava da Lui era
di Dio, le opere erano di Dio, nulla vi era in Lui che non facesse trasparire
il mondo del divino.
La generazione è malvagia perché il suo cuore è malvagio, cattivo, empio,
idolatra. Essa non si vuole convertire. Vuole invece che Gesù si converta ad
essa, alla sua religione senza uomo e senza salvezza. Ma Dio non si può
convertire all'uomo. È sempre l'uomo che si deve convertire a Dio. Rifiutando
la conversione la generazione malvagia diviene tentatrice dello stesso autore
della sua vera religione.
Salomone era saggio, il più saggio tra gli uomini. La regina del Sud venne
dalla lontana Etiopia per ascoltare questo re sapiente. Gesù non è sapiente. È
la Sapienza increata che si è fatta sapienza creata. È la stessa scienza,
intelligenza, saggezza del Padre in mezzo a noi. È la luce sempre accesa che
mai si spegne. È la lampada che dal cielo è discesa sulla terra per illuminare
quanti sono nella valle delle tenebre e della morte.
Giona ricevette dal Signore un solo comando: recarsi in Ninive e dire appena
sette parole: "Ancora quaranta giorni e Ninive sarà distrutta". Con
queste sole sette parole proferite da uno sconosciuto che attraversava in lungo
e in largo la città, essa si è convertita. Dal re fino all'ultimo uomo fecero
un grande digiuno, vestirono il sacco, ritornarono al Signore. La città non fu
distrutta per la sua fede nella parola di Giona.
Gesù non è un profeta. È la Parola Eterna del Padre, il suo Discorso da
rivolgere agli uomini, il Mediatore unico attraverso il quale Dio parla a noi e
noi parliamo a Lui. Giona disse solo parole di minaccia. Gesù dice parole di
speranza, carità, benevolenza, perdono, compassione, il suo discorso è di una
armonia celeste. Tutta la sua vita è il Discorso del Padre sulla nostra terra.
Con quali risultati?
È questo il motivo per cui la regina del Sud e gli abitanti di Ninive
condanneranno questa generazione malvagia. Loro hanno ascoltato degli uomini.
La generazione malvagia ha avuto come rivelatore di Dio lo stesso Dio. Viene
Dio in Persona, ci parla da Dio, agisce da Dio, opera da Dio e lo si tenta per
non credere in Lui.
Vergine Maria, Madre della Redenzione, Angeli, Santi, fateci di fede pura,
retta, santa.
XXVIII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO E SETTIMANA ANNO B. IO SONO LA LUCE DEL MONDO IL VANGELO DEL GIORNO. IL VANGELO NEL 21° SECOLO.
Martedì Della XXVIII
Settimana Del Tempo Ordinario Anno B
Santa Teresa d'Avila
Dal Vangelo secondo Luca, (Lc 11,37-41)
Voi pulite l'esterno del bicchiere e del piatto
ma il vostro interno è pieno di avidità e di cattiveria.
15 Ottobre 2024
***
TESTO:-
Dal Vangelo secondo Luca. (Lc 11,37-41)
In quel tempo, mentre Gesù stava parlando, un fariseo lo invitò a pranzo. Egli
andò e si mise a tavola. Il fariseo vide e si meravigliò che non avesse fatto
le abluzioni prima del pranzo.
Allora il Signore gli disse: «Voi farisei pulite l'esterno del bicchiere e del
piatto, ma il vostro interno è pieno di avidità e di cattiveria. Stolti! Colui
che ha fatto l'esterno non ha forse fatto anche l'interno? Date piuttosto in
elemosina quello che c'è dentro, ed ecco, per voi tutto sarà puro». Parola del
Signore.
RIFLESSIONI
«Colui che ha fatto l'esterno non ha forse fatto anche l'interno? Date piuttosto
in elemosina quello che c'è dentro, ed ecco, per voi tutto sarà puro» Lc 11, 41
Il vangelo di Luca in questi giorni diventa davvero severo. La sua è una lotta
alla religione, quando questa si svuota di fede e rimane una maschera fasulla e
deforme destinata a ricoprire perversione e ipocrisia.
La questione è qui tra puro e impuro, distinzione fondamentale per una
religione che esiste solo separando ed escludendo. La provocazione di Gesù
obbliga a disfarsi dei confini che determinano questa qualità. Quella pratica
che dà purezza, rende accessibile il bene solo alla persona stessa che ha
esercitato quella pratica. Togliere questo muro di separazione rende possibile
vedere che quel bene è di tutti, per tutti, a favore di tutti e va condiviso.
Signore, aiutaci a non temere l'impuro. Aiutaci ad andare oltre le apparenze,
incontrando l'altro come tempio della tua presenza. Allora tutto sarà puro.
La voce di un
teologo- economista di oggi
La civiltà occidentale si è costruita attorno all'idea di ricchezza e di sviluppo
intesi come accumulo di cose e come crescita. Questo principio della quantità
si è poi sposato con la convinzione ancestrale che la purezza e la perfezione
stiano in alto e l'imperfezione in basso; che l'impuro abbia a che fare con la
terra e con le mani, e il puro con il cielo. Che lo spirito è superiore perché
non è materia, non è corpo. E quindi i lavori che toccano la terra e usano le
mani sono bassi, impuri, infimi, mentre quelli che usano l'intelletto sono
nobili, alti, spirituali, santi. Questa visione arcaica della vita buona come
"crescere verso l'alto" ha attraversato quasi indenne tutta la
Bibbia, nonostante la dura lotta che i profeti, i libri sapienziali e Gesù
hanno ingaggiato con essa. Luigino Bruni.
TESTO:-
Dal Vangelo secondo Luca. (Lc 11,42-46)
In quel tempo, il Signore disse: «Guai a voi, farisei, che pagate la decima
sulla menta, sulla ruta e su tutte le erbe, e lasciate da parte la giustizia e
l'amore di Dio. Queste invece erano le cose da fare, senza trascurare quelle.
Guai a voi, farisei, che amate i primi posti nelle sinagoghe e i saluti sulle
piazze. Guai a voi, perché siete come quei sepolcri che non si vedono e la
gente vi passa sopra senza saperlo».
Intervenne uno dei dottori della Legge e gli disse: «Maestro, dicendo questo,
tu offendi anche noi». Egli rispose: «Guai anche a voi, dottori della Legge,
che caricate gli uomini di pesi insopportabili, e quei pesi voi non li toccate
nemmeno con un dito!». Parola del Signore.
RIFLESSIONI
«Maestro, dicendo questo, tu offendi anche noi» Lc 11, 45
Gesù continua la sua predicazione senza peli sulla lingua, denunciando gli
atteggiamenti e comportamenti atei, solo rivestiti di religiosità. Si rivolge
ai Farisei e mette in luce come quell'ateismo dilagante ed evidente dal loro
agire sfiori anche l'ingiustizia.
Un gruppo di farisei, anche dottori della Legge, si offende ed esprimendolo
mette in risalto come Gesù stia attaccando uomini di Dio.
Gesù non si ferma e risponde alla dichiarazione di offesa mettendo in luce un
altro aspetto ingiusto dei presunti uomini di Dio: interpretare la Parola di
Dio in modo moralistico, traducendola in mille precetti da rispettare e
svuotandola di vita e senso.
Signore, difendici dal fondamentalismo e dal moralismo che ci allontanano dalla
fede e ci fanno vedere con occhi malvagi la vita e la creazione.
La voce di papa Francesco
Oggi vorrei soffermarmi a considerare questo rapporto così speciale che Gesù ha
con la folla. La gente lo segue e lo ascolta perché sente che parla in un modo
diverso, con l'autorità che deriva dall'essere autentici e coerenti, privi di
ambiguità e secondi fini. C'è gioia e allegria quando ascolta il Maestro. La
gente benedice Dio quando Gesù parla, perché il suo discorso include tutti, ne
fa persone e li rende popolo di Dio. Avete notato che solo gli scribi e i
farisei, che Gesù taccia di ipocrisia, chiedono sempre: A chi dici questo lo
dici per noi? Dicendo questo tu offendi anche noi! La gente non fa di queste
domande, anzi desidera che la Parola sia per lei. Sa che è una Parola che fa
bene, che guarisce, migliora, purifica chi dice questo è per me.
XXVIII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO E SETTIMANA ANNO B. IO SONO LA LUCE DEL MONDO IL VANGELO DEL GIORNO. IL VANGELO NEL 21° SECOLO.
Giovedì Della XXVIII
Settimana Del Tempo Ordinario Anno B
Sant'Ignazio di Antiochia
Dal Vangelo secondo Luca. (Lc 11,47-54)
Voi non siete entrati,
e a quelli che volevano entrare voi l'avete impedito.
17 Ottobre 2024
***
TESTO:-
Dal Vangelo secondo Luca. (Lc 11,47-54)
In quel tempo, il Signore disse: «Guai a voi, che costruite i sepolcri dei
profeti, e i vostri padri li hanno uccisi. Così voi testimoniate e approvate le
opere dei vostri padri: essi li uccisero e voi costruite.
Per questo la sapienza di Dio ha detto: "Manderò loro profeti e apostoli ed
essi li uccideranno e perseguiteranno", perché a questa generazione sia chiesto
conto del sangue di tutti i profeti, versato fin dall'inizio del mondo: dal
sangue di Abele fino al sangue di Zaccarìa, che fu ucciso tra l'altare e il
santuario. Sì, io vi dico, ne sarà chiesto conto a questa generazione.
Guai a voi, dottori della Legge, che avete portato via la chiave della
conoscenza; voi non siete entrati, e a quelli che volevano entrare voi l'avete
impedito».
Quando fu uscito di là, gli scribi e i farisei cominciarono a trattarlo in modo
ostile e a farlo parlare su molti argomenti, tendendogli insidie, per
sorprenderlo in qualche parola uscita dalla sua stessa bocca. Parola del
Signore.
RIFLESSIONI
Scribi e Farisei si reputavano giusti e Gesù fa loro
toccar con mano che non lo sono: Dio solo è giusto. San Paolo, nel passo della
lettera ai Romani, proclama appunto la manifestazione della giustizia divina:
"Ora si è manifestata la giustizia di Dio, testimoniata dalla legge e dai
profeti". Oggi noi non comprendiamo la parola "giustizia" come
la intendeva san Paolo; quando sentiamo parlare di giustizia di Dio pensiamo
subito alla punizione che Dio giustamente darà ai peccatori; Paolo invece pensa
alla grazia di Dio. Dirà infatti che la giustizia di Dio si manifesta mediante
la giustificazione gratuita, "per la sua grazia".
Effettivamente quando la Bibbia parla di giustizia di Dio, di Dio giusto, si
riferisce di solito alla schiavitù degli oppressi in Egitto: gli Israeliti
oppressi attendono la giustizia di Dio, l'intervento di Dio contro gli
oppressori. E in seguito, nel corso della sua storia, il popolo di Israele ha
spesso invocato la giustizia di Dio per essere liberato, la giustizia divina
che si manifesta contro gli oppressori e dona libertà al suo popolo. Anche san
Paolo ha lo stesso pensiero: la giustizia di Dio che ci libera dalla schiavitù.
Ma in questo caso egli parla della schiavitù del peccato: noi siamo oppressi dal
peccato, schiacciati sotto il peso del peccato e la giustizia di Dio ci libera
gratuitamente. Ecco il pensiero di Paolo quando parla con gioia ed entusiasmo
della manifestazione della giustizia di Dio. Dio è giusto e datore di
giustizia. La sua è una giustizia che si comunica, che rende giusti gli altri,
che mette ogni cosa al suo posto, che mette in noi la pace: pace della
coscienza, pace tra noi, pace tra noi e Dio. E tutta la vita cristiana è
fondata su questa giustizia di Dio che ci ha "giustificati", resi
giusti. Però per agire la giustizia di Dio domanda una cosa sola: la fede.
L'uomo non può liberarsi dal peccato con le sue forze, deve confessare che
soltanto Dio lo può liberare. Altrimenti si ricade nella situazione farisaica:
credersi giusti, pensare che sono le nostre opere a meritarci la
riconciliazione con Dio.
Fondamento di tutto è la fede, l'accettazione dell'intervento di Dio giusto e
buono, della giustizia liberante di Dio. Su questo fondamento noi possiamo
compiere opere buone, dobbiamo anzi compierne molte, ma senza credere che siano
esse a meritarci la giustificazione. Paolo ha lottato con tutte le sue forze
contro questa illusione. Solo perché tutti "sono giustificati
gratuitamente per la sua grazia, in virtù della redenzione realizzata da Cristo
Gesù" noi possiamo compiere opere buone e Dio può darcene la ricompensa,
dopo averle prestabilite perché le compissimo. Se mettiamo le nostre opere
quelle che Paolo chiama "'e opere della legge" a fondamento,
capovolgiamo tutto. La fede ci fa confessare che abbiamo ricevuto tutto da Dio,
che eravamo incapaci di qualsiasi giustificazione con Dio e tra di noi, che Dio
è intervenuto a renderci giusti gratuitamente, senza alcun nostro merito. Su
questo saldo fondamento tutto si può poi costruire, per la gloria di Dio.
XXVIII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO E SETTIMANA ANNO B. IO SONO LA LUCE DEL MONDO IL VANGELO DEL GIORNO. IL VANGELO NEL 21° SECOLO.
Venerdì Della XXVIII Settimana
Del Tempo Ordinario Anno B
San Luca
Dal Vangelo secondo Luca (Lc 10,1-9)
Guarite i malati e dite loro:
È vicino a voi il regno di Dio.
18 Ottobre 2024
***
TESTO:-
Dal Vangelo secondo Luca. (Lc 10,1-9)
In quel tempo, il Signore designò altri settantadue e li inviò a due a due
davanti a sé in ogni città e luogo dove stava per recarsi.
Diceva loro: «La messe è abbondante, ma sono pochi gli operai! Pregate dunque
il signore della messe, perché mandi operai nella sua messe! Andate: ecco, vi
mando come agnelli in mezzo a lupi; non portate borsa, né sacca, né sandali e
non fermatevi a salutare nessuno lungo la strada.
In qualunque casa entriate, prima dite: "Pace a questa casa!". Se vi sarà un
figlio della pace, la vostra pace scenderà su di lui, altrimenti ritornerà su
di voi. Restate in quella casa, mangiando e bevendo di quello che hanno, perché
chi lavora ha diritto alla sua ricompensa. Non passate da una casa all'altra.
Quando entrerete in una città e vi accoglieranno, mangiate quello che vi sarà
offerto, guarite i malati che vi si trovano, e dite loro: "È vicino a voi il
regno di Dio"». Parola del Signore.
RIFLESSIONI
Gesù invia gli Apostoli nel mondo: "Andate in tutto il mondo e predicate
il Vangelo ad ogni creatura... Allora essi partirono e predicarono
dappertutto".
Ci sono dunque due dinamiche diverse nell'AT, si pensa la salvezza come la
venuta delle nazioni a Gerusalemme, il centro del mondo, dove si sale al monte
del Signore, che attira tutti; nel NT Gerusalemme non è più il centro
dell'unità, il "luogo" dell'unità è ora il corpo di Cristo risorto,
presente in modo misterioso dovunque sono i suoi discepoli. "Andate in
tutto il mondo". Ecco la legge dell'evangelizzazione, senza evidentemente
perdere il legame con Gesù, luogo dell'unità di tutti coloro che credono in
lui.
Importante è tradurre la fede nella cultura del paese invece di imporre la
propria. Oggi si è preso più coscienza di questo problema che per secoli ha
causato incomprensioni, condanne e ritardi nell'evangelizzazione. Ormai ci si
rende conto che la fede è separabile da ogni cultura e deve radicarsi in ognuna
di esse, come fermento che le impregna del Vangelo.
È un problema non solo di popoli diversi, ma di generazioni diverse: in ogni
generazione la fede domanda di essere espressa in modo nuovo.
È sempre la stessa, ma è un fermento di vita che chiede di crescere e di
trovare sempre nuove forme per progredire. Proprio Gesù ha paragonato il
Vangelo a un seme di senapa che cresce, si trasforma, diventa un albero.
Dobbiamo avere la preoccupazione di andare agli altri e di non obbligarli a
uniformarsi alle nostre abitudini, a ciò che noi pensiamo sia il meglio.
Andare agli altri come Gesù è venuto a noi: facendosi uomo, accettando tutto
ciò che è umano per farsi comprendere dagli uomini e poterli introdurre nella
sua intimità.
San Paolo ci spiega che l'unità è possibile solo nella diversità dove ognuno si
esprime secondo la propria vocazione e si adatta agli altri per formare un solo
corpo nella molteplicità delle sue membra. Preghiamo allora così: "Padre
tu che ami ciascuno di noi come un figlio e vuoi che ciascuno esprima in modo
personale il mistero del tuo amore, donaci di accogliere ogni nostro fratello
come egli è, perché possiamo tutti rimanere nell'unità del tuo amore".
TESTO:-
Dal Vangelo secondo Luca. (Lc 12,8-12)
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Io vi dico: chiunque mi riconoscerà davanti agli uomini, anche il Figlio
dell'uomo lo riconoscerà davanti agli angeli di Dio; ma chi mi rinnegherà
davanti agli uomini, sarà rinnegato davanti agli angeli di Dio.
Chiunque parlerà contro il Figlio dell'uomo, gli sarà perdonato; ma a chi
bestemmierà lo Spirito Santo, non sarà perdonato.
Quando vi porteranno davanti alle sinagoghe, ai magistrati e alle autorità, non
preoccupatevi di come o di che cosa discolparvi, o di che cosa dire, perché lo
Spirito Santo vi insegnerà in quel momento ciò che bisogna dire». Parola del
Signore.
RIFLESSIONI
Chi mi rinnegherà davanti agli uomini sarà rinnegato davanti agli angeli di
Dio.
Vi è mai successo di scorgere qualcuno che cambia marciapiede per non
incontrarvi? E' una cosa che fa molto male perché significa che si è interrotto
il dialogo, che quella persona non vuole avere più nulla a che fare con te. Lo
stesso accade spesso nelle famiglie, genitori che non si parlano più, figli che
vedono la casa come un albergo ove andare a mangiare e dormire e non rivolgono
neppure un saluto al papà e alla mamma. Anche in questo caso la mancanza di
dialogo è la causa di tanta sofferenza. Così accade spesso nei confronti di
Dio, una chiusura totale verso di Lui, non riconoscerlo, evitarlo, rinunciare a
capire.
Sono sempre convinto che in ogni cosa che accade ci sia del buono, che ogni
persona abbia un lato positivo, lo so perché credo in Dio, nella Sua bontà. E'
un po' come andare a fare funghi in bosco, se so che in una certa zona nascono
i porcini li cerco con insistenza, guardo sotto ogni foglia, sposto ogni ramo,
entro dentro ciascun roveto e se c'è un porcino, lo trovo. Se non lo vedo non
penso che lì non ci siano funghi, ma mi do altre spiegazioni come ad esempio il
fatto che possa essere già passato qualcuno prima di me, oppure che non è il
giorno giusto per il freddo o per la pioggia, ma mai penserò che in quella zona
non possano nascere i porcini.
Così deve essere con Dio, qualunque cosa accade io so che è la cosa giusta e
cerco di capirne il motivo, ma anche se non ci riesco, resta ferma in me la
certezza che ciò che è accaduto fosse ciò che era giusto che succedesse, anche
le cose apparentemente negative come la morte di una persona cara. E' in questo
senso che dovremmo riconoscere Dio sempre e comunque davanti agli uomini,
gridare la nostra Fede da ogni terrazzo, non vergognarsi mai di credere in Lui,
nemmeno quando accadono cose che non sappiamo spiegare e molti uomini
maledicono il Signore per il male che è piovuto loro addosso. Anche il male può
essere un bene, dobbiamo solo avere il coraggio di andare oltre le apparenze.